Bobby Driscoll

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Bobby Driscoll nel 1950
Statuetta dell'Oscar Oscar giovanile 1950

Robert Cletus Driscoll, conosciuto meglio Bobby Driscoll (Cedar Rapids, 3 marzo 1937New York, 30 marzo 1968), è stato un attore statunitense, celebrato attore bambino tra gli anni quaranta e cinquanta, vincitore di un Oscar giovanile nel 1950.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Bobby Driscoll venne scelto per un piccolo ruolo non accreditato nel film L'angelo perduto (1943), interpretato da Margaret O'Brien, superando un'affollata selezione alla MGM[1]; questa piccola parte fu sufficiente a fargli ottenere un contratto. Divenuto celebre come attore bambino, in breve giunse a guadagnare 800 dollari la settimana e a essere costantemente impegnato sui set cinematografici, poiché la MGM lo cedeva abitualmente ad altre case di produzione[1].

Messo sotto contratto dagli studi di Walt Disney, all'età di dieci anni Driscoll raggiunse l'apice del suo successo grazie alle pellicole I racconti dello zio Tom (1946), Tanto caro al mio cuore (1948) e La finestra socchiusa (1950); questi ultimi gli valsero il Premio Oscar giovanile[1].

Tra le altre pellicole interpretate per la Disney, sono da ricordare Lo scrigno delle sette perle (1948) e L'isola del tesoro (1950), in cui vestì i panni del memorabile personaggio di Jim Hawkins[1]; prestò inoltre la propria voce al personaggio di Peter Pan nella pellicola Le avventure di Peter Pan (1953).

Divenuto adolescente, Driscoll vide declinare la propria popolarità, fino al punto che non riuscì più a ottenere ingaggi; fu uno dei molti attori bambini di Hollywood che non riuscirono a mantenere lo stesso successo da adulti e a vivere serenamente il passaggio di età[1]; a tal proposito, lui stesso ebbe a dichiarare: «Mi portavano in giro seduto su un cuscino di seta, e d'improvviso mi hanno lasciato cadere in una pattumiera»[1]. Nei successivi cinque anni, gli fu offerta solo una parte nella pellicola Duello di spie (1955).

Nel marzo 1957 sposò Marilyn Jean Rush, dopo che il matrimonio era stato rimandato di tre mesi rispetto alla data inizialmente prevista per il dicembre 1956; dall'unione, che sarebbe terminata con il divorzio nel 1960, nacquero tre figli.

Driscoll iniziò ad avere problemi con la droga. La sua partecipazione alla pellicola The Party Crashers (1958), un fosco dramma sui problemi giovanili, non servì a rilanciare la sua immagine e la sua carriera[1]. Tornò sulle prime pagine dei giornali nel 1961, quando subì una condanna al carcere per uso di stupefacenti[1]. Incapace di uscire dalla dipendenza dalla droga, trascorse gli ultimi cinque anni di vita lontano dalla famiglia nei circoli dei figli dei fiori del Lower East Side di New York[2]. Completamente dimenticato e in miseria, morì a New York nel marzo 1968; il suo corpo, ritrovato in un edificio abbandonato, fu identificato soltanto l'anno successivo grazie alle impronte digitali[1]. Oggi Driscoll riposa nel Potter's Field ad Hart Island, New York.

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Filmografia parziale[modifica | modifica wikitesto]

Bobby Driscoll in una foto pubblicitaria de La famiglia Sullivan (1944)

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

Televisione[modifica | modifica wikitesto]

Doppiatori italiani[modifica | modifica wikitesto]

Da doppiatore è sostituito da:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i Il chi è del cinema, vol. I, Novara, De Agostini, 1984, p. 155.
  2. ^ Holmstrom, pp. 202-203.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) John Holmstrom, The Moving Picture Boy: An International Encyclopaedia from 1895 to 1995, Norwich, Michael Russell, 1996, pp. 202-203.
  • (EN) David Dye, Child and Youth Actors: Filmography of Their Entire Careers, 1914-1985, Jefferson, NC, McFarland & Co., 1988, pp. 62-64.
  • (EN) James Robert Parish, Great Child Stars, New York, Ace Books, 1976, pp. 47-54.
  • (EN) Marc Best, Those Endearing Young Charms: Child Performers of the Screen, South Brunswick-New York, Barnes & Co., 1971, pp. 80-84.
  • (EN) Norman J. Zierold, Where Are They Now?, in The Child Stars, New York, Coward-McCann, 1965, pp. 245-246.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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