Paese del Mare

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mappa della Mesopotamia indicante il Paese del Mare
Il Paese del Mare

Il Paese del Mare (in accadico māt tāmti(m), in sumero kur.a.ab.ba) era la regione più meridionale della Mesopotamia. Comprendeva le aree paludose alle foci del Tigri e dell'Eufrate lungo la costa settentrionale e, probabilmente, occidentale del Golfo Persico.[1]

Nel I millennio viene anche indicata come Bit Yakini, nome che probabilmente ne indica anche la capitale, avendo preso tale nome dalla principale tribù caldea, che vi si era stabilita (secolo IX?)[1].

Era una zona ricca con importanti boschi di palme da dattero e acque pescose. La posizione era inoltre strategica per il commercio fra la Mesopotamia e i paesi della costa del Golfo Persico e della valle dell'Indo (cultura di Harappa).

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La più antica menzione del Paese del Mare risale all'inizio del II millennio a.C.. Poco dopo la morte del re babilonese (amorreo) Hammurabi, durante il regno di suo figlio Samsu-iluna, il Paese del Mare si staccò dal regno, ormai in crisi.

L'indipendenza fu opera del governatore babilonese Iluma-ilum, che diceva di esser figlio di Damiq-ilishu (l'ultimo re della I dinastia di Isin), il quale pose la capitale in una città chiamata Uruku, non ancora identificata. Seguirono rappresaglie militari del re di Babilonia Šamšu-iluna.

Damiq-ilišu perse le precedentemente saccheggiate città di Uruk, Isin e Larsa in favore del re di Babilonia Ammi-ditana.

Ci sono prove che il re Gulkišar divenne re di Babilonia per un breve periodo dopo il sacco della città da parte del re ittita Muršili I.

Secondo la Cronaca degli antichi re, un testo neobabilonese conservato in due tavolette[i 1] racconta che Ea-gamil fuggì in Elam di fronte all'invasione di un esercito comandato da Ulam-Buriaš, fratello del re cassita Kaštiliašu. Ulam-Buriash divenne "padrone del paese" (bēlūt māti īpuš). Sempre secondo lo stesso testo il re cassita Agum III avrebbe conquistato il Paese del Mare nel XV secolo a.C..

La II Dinastía fu fondata da un cassita di nome Simbar-Shipak, il quale approfittò del collasso dell'Impero assiro per fondare uno stato autonomo, che acquistò importanza e per un ventennio anche potere sino a Babilonia (1025-1005).

Con l'arrivo dei Caldei, popolazione affine agli aramei, ma forse proveniente dal sud dell'Arabia, rifiorirono i commerci, sia con l'Arabia meridionale sia con l'India. Anche in quest'epoca il Paese del Mare continuava ad essere difficile da controllare. Dominava la zona la tribù caldea dei Bit Yakini, nominalmente tributaria dei re assiri.

Nel VII secolo il re di Babilonia Shamash-shum-ukin (667-648) dovette riconoscere l'autonomia del Paese del Mare governato dal caldeo Nabu-bel-shumate. Pochi decenni (625) dopo lo stesso regno babilonese venne conquistato dal caldeo Nabopolassar della tribù Bit Yakini che diede inizio all'ultima dinastia babilonese.

Dinastie[modifica | modifica wikitesto]

I dinastia[modifica | modifica wikitesto]

La prima dinastia del Paese del Mare (chiamata bala ŠEŠ.ḪA(A) dall'Elenco dei re A, bala ŠEŠ.kù.ki dall'elenco B, o, più tradizionalmente, II dinastia di Babilonia) .

I sovrani della I Dinastia sono fondamentalmente attestati in due elenchi di re babilonesi chiamati elenco dei re A e B; sono inoltre registrati in un documento assiro, l'Elenco sincronico dei re A.117. Un'ulteriore fonte [i 2] fornisce indicazione frammentarie sui monarchi più antichi[2].

L'Elenco dei re A indica anche gli anni di regno di ciascun monarca, pervenendo a una durata totale della dinastia di 368 anni. L'Elenco sincronico dei re A.117 fornisce la sequenza da Damqi-ilišu in poi; inoltre inserisce un re ulteriore fra Gulkišar e Pešgaldarameš, mDIŠ-U-EN (di lettura ignota). Questa fonte è considerata attendibile su questo punto, dal momento che le forme dei nomi di Pešgaldarameš e Ayadaragalama coincidono con quelle riportate da tavolette contemporanee recentemente pubblicate[3]

La città d'origine della dinastia era Uruku(g) o Eʾuruku(g), forse al-Hiba. I re avevano nomi di ispirazione sumera che rievocavano i giorni gloriosi della dinastia di Isin. Il terzo re della dinastia si chiamava proprio come l'ultimo re di Isin, Damiq-ilišu.

La sequenza dei re della I Dinastia può essere ricostruita come segue:

Numero d'ordine Nome dall'elenco A[i 3] Nome dall'elenco B[i 4] Durata dall'elenco A[i 3] Sovrani stranieri contemporanei
1 Ilima[ii] Ilum-ma-ilī 60 anni Samsu-iluna e Abi-ešuh di Babilonia[i 1], Kaštiliaš dei Cassiti
2 Ittili Itti-ili-nībī 56 anni
3 Damqili Damqi-ilišu II 36 anni Adasi di Assiria[i 5]
4 Iški Iškibal 15 anni Belu-bāni di Assiria[i 5]
5 Šušši, brother Šušši 26 anni Lubaia di Assiria[i 5]
6 Gulki… Gulkišar 55 anni Sharma-Adad I di Assiria[i 5]
6a mDIŠ-U-EN[i 5] ? LIK.KUD-Šamaš di Assiria[i 5]
7 Peš-gal Pešgaldarameš,[4] 50 anni Bazaia di Assiria[i 5]
8 A-a-dàra Ayadaragalama,[5] 28 anni Lullaia di Assiria[i 5]
9 Ekurul Akurduana 26 anni Shu-Ninua di Assiria[i 5]
10 Melamma Melamkurkurra 7 anni Sharma-Adad II di Assiria[i 5]
11 Eaga Ea-gam[il] 9 anni Erishum III di Assiria[i 5]

II dinastia[modifica | modifica wikitesto]

  • Simbar-šīpak 1029/25–1010/08
  • Ea-mukīn-zēri 1010/08–1008
  • Kaššû-nādin-aḫḫē 1008/07–1006/05

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b CHALDEA - JewishEncyclopedia.com
  2. ^ J. A. Brinkman, Reallexikon der Assyriologie und Vorderasiatischen Archäologie: Meek – Mythologie, a cura di Dietz Otto Edzard, vol. 8, Walter De Gruyter, 1999, p. 7.
  3. ^ Stephanie Dalley, Cornell University Studies in Assyriology and Sumerology. Volume 9 Babylonian Tablets from the First Sealand Dynasty in the Schoyen Collection, CDL Press, 2009, pp. 1–16.
  4. ^ reso come PEŠ.GAL-DÀRA.MAŠ.
  5. ^ reso come A-DÀRA-GALAM.MA.
Fonti storiche
  1. ^ a b Cronaca dei primi re, tavolette BM 26472 e BM 96152, B rev. (Ilum-ma-ilī) 7-10 (Ea-gâmil) 12–14.
  2. ^ Costituita da BM 35572 e undici altri frammenti.
  3. ^ a b Elenco dei re A, BM 33332, da 4 a 14 in cui i nomi sono abbreviati
  4. ^ Elenco dei re B, BM 38122, verso da 1 a 13.
  5. ^ a b c d e f g h i j k Elenco sincronico dei re A.117, Assur 14616c, da 1 a 10.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mario Liverani, Antico Oriente, Laterza 1988.
  • H. Gasche e al., Dating the fall of Babylon; a re-appraisal of Second-Millennium chronology: A joint Ghent-Chicago-Harvard project. Mesopotamian history and environment, Series 2. Memoires 3; Gand e Chicago 1998.
  • A. K. Grayson, in W. Röllig (a cura di), apud lišan mitḫurti: Festschrift Wolfram von Soden, Neukirchen-Vluyn, Neukirchener Verlag des Erziehungsvereins, 1969, vol. 1 Alter Orient und Altes Testament, 105ff.
  • W. G. Lambert, The Home of the First Sealand Dynasty in Journal of Cuneiform Studies 26/4, 1974, S. 208–210.
  • J.A. Brinkman, Meerland in: Dietz-Otto Edzard, Reallexikon der Assyriologie und vorderasiatischen Archäologie, vol. VIII, de Gruyter, Berlino, 1999, ISBN 3-1101-4809-9, S. 6–10.
  • B. Landsberger, Assyrische Königsliste und "Dunkles Zeitalter" in Journal of Cuneiform Studies 8/2, 1954, 69

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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