Battaglia di Clissa (1596)

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Battaglia di Clissa
Data6 Aprile — 30 Maggio 1596
LuogoClissa
Schieramenti
Irregolari Veneziani Uscocchi Impero ottomano
Comandanti
Giovanni Alberti

Francesco Antonio Bertucci
Nikola Cindro
Uscocchi
Nikola Lasinović

Ivo Senjanin
Mustafa Pijadepašić
Ibrahim-aga
Effettivi
600 uomini8.000 uomini
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La battaglia di Clissa fu una battaglia tra un gruppo di irregolari Veneziani insieme a guarnigioni di Uscocchi contro l'impero Ottomano per la conquista della fortezza di Clissa.

Premessa[modifica | modifica wikitesto]

La fortezza di Clissa era situata in una posizione strategica significativa in quanto era all'ingresso principale dalla costa adriatica nord-orientale che andava nella Bosnia Ottomana.[1]

Il comandante Francesco Antonio Bertucci aveva in mente di far scoppiare una rivolta nella regione dell'Adriatico orientale contro gli Ottomani con l'aiuto di alcune truppe irregolari Veneziane.

Secondo il piano di Bertucci, i ribelli capeggiati dagli Uscocchi avrebbero liberato Clissa, Castelnuovo e Scutari.[2] Tale rivolta avrebbe provocato una reazione ottomana che avrebbe forzato l'entrata nell'Adriatico facendo intervenire la Repubblica di Venezia. Bertucci inizialmente stabilì la sede della cospirazione anti-ottomana a Ragusa.

Secondo alcune indiscrezioni, la Repubblica di Ragusa era pronta ad espellere il gesuita Veneziano Aleksandar Komulović in quanto cospirava contro gli ottomani provocando delle serie preoccupazioni da parte dei Ragusani.[3] La sede della cospirazione anti-ottomana fu quindi spostata a Spalato. Giovanni Alberti che era membro della nobiltà veneziana di Spalato si decise che era arrivato il momento di attaccare Clissa. Alberti discusse del piano con suo fratello Mateja, ma Mateja lo tradì informando gli Ottomani.

Battaglia[modifica | modifica wikitesto]

Cattura cristiana di Clissa[modifica | modifica wikitesto]

Ivo Senjanin era uno dei comandanti delle forze Uscocche.

La battaglia iniziò la notte del 6 aprile 1596 quando un gruppo di 30 cittadini di Spalato, aiutati dall'interno della fortezza, attaccò e uccise tutte le guardie Ottomane della fortezza. All'inizio del 7 aprile 1596 un gruppo di Uscocchi che erano in realtà sotto l'impero Asburgico e una trentina di Veneziani catturarono la fortezza ottomana di Clissa aiutati da alcuni soldati ribelli della guarnigione ottomana.

Il giorno successico arrivarono diversi rinforzi tra i quali 300 Uscocchi guidati da Nikola Lasinović, Ivan Vlatković e Bijanki.

Gli assedianti attaccarono quindi il resto degli ottomani che si ritirarono in diverse case nella parte bassa della città.[4] La fortezza venne interamente catturata tranne la torre Oprah che venne presa il giorno successivo.[5] Gli Uscocchi preoccupati della reazione ottomana preferirono partire. Pertanto, la sera dell'8 aprile 1596 caricarono cibo e prigionieri su una barca a Žrnovnica per essere trasportati a Segna.

Secondo alcuni storici, la barca con cibo e prigionieri fu catturata dai veneziani vicino a Sebenico.

La guarnigione rimasta convinse il conte di Poljice Pavao Papić e Nikola Suđić a presidiare la fortezza insieme a 200 uomini.

Contrattacco ottomano[modifica | modifica wikitesto]

Ibrahim-aga, il capitano della fortezza di Clissa, era a Salona quando ricevette notizie sulla cattura.[6] Egli decise di ritornare subito assieme ai suoi soldati per riconquistare la fortezza, ma il suo attacco fu respinto e dovette ritirarsi a Livno.[7]

Considerata la situazione gli ottomani ritornarono per assediare Clissa.[8] Il governatore del Sangiaccato di Clissa Mustafa Pijadepašić mobilitò rapidamente 600 uomini, e il 12 aprile 1596 assediò la fortezza. Nel giro di breve il numero di uomini nelle forze ottomane salì a 8.000 in totale.

Il governatore veneziano di Spalato aveva avvertito gli ottomani che gli Uscocchi stavano preparando un attacco a Clissa all'inizio dell'anno.[9]

Il Senato veneziano ordinò di mantenere buoni rapporti con gli ottomani al provveditore veneziano Benedetto Moro.

Alcuni soldati assediati conoscevano bene i dintorni della fortezza e fuggirono da essa durante la notte per andare sulla costa adriatica a inviare richieste disperate di aiuto.

Il 24 aprile il voivoda Uscocco Ivo Senjanin assieme a Nikola Sugić e Ivan Matulić scrisse al capitano di Segna una lettera in cui descrivevano la situazione in Klis come disperata, la guarnigione cristiana moriva di fame e chiese aiuto.

Le truppe congiunte degli Asburgo e dello Stato Pontificio, guidate da Antonio Bertucci, furono inviate in aiuto al debole presidio cristiano nella fortezza appena catturata, scontrandosi con le forze ottomane e subendo una pesante sconfitta. Poco dopo venne nuovamente occupata la fortezza dagli Ottomani. Bertucci fu catturato durante questa battaglia e tenuto brevemente prigioniero dagli ottomani fino a quando non fu riscattato.

Il 31 maggio 1596 Clissa e Segna caddero di nuovo in mano ottomana.

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Sia le forze Veneziane che quelle Ottomane organizzarono successivamente numerose azioni contro gli Uscocchi.

Gli ottomani saccheggiarono la popolazione cristiana a Poljice, Clissa e dintorni.[10]

La sconfitta cristiana ebbe un'influenza negativa sui suoi ulteriori tentativi di convincere i governanti cristiani dei Balcani a ribellarsi contro gli ottomani.

Clissa rimase parte dell'Impero ottomano fino al 1648, quando i Veneziani la riconquistarono.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Jugoslavenska akademija znanosti i umjetnosti, Starine, 1962, p. 347.
    «Od druge polovice XVI stoljeca Klis kao da gubi vaznost u poredbi s Livnom. Otada pocinje sandzak-beg kliski stanovati u Livnu. Sama gradska posada u Klisu jos je jaka, broji do 400 ratnika.»
  2. ^ Jugoslavenska akademija znanosti i umjetnosti, Starine, 1962, p. 360<.
    «A akcija se imala provesti tako da bi se porno с u Uskoka pócelo zauzecem Klisa i Novoga u Boki Kotorskoj. Pouzda- nik krscana u Dalmaciji Frano Antun Brtucevic i Spliéanin Ivan (Janko) Alberti uputiae se u Rim gdje je njihov plan prihvacen.»
  3. ^ Zdenko Zlatar, Our Kingdom Come: The Counter-Reformation, the Republic of Dubrovnik, and the Liberation of the Balkan Slavs, East European Monographs, 1º gennaio 1992, p. 269, ISBN 978-0-88033-239-2.
    «"The latter was rumoured to be ready to expel Komulovic, "due to its (Ragusan government's) benefits derived from the Turks"»
  4. ^ Glasnik Zemaljskog muzeja u Bosni i Hercegovini, Zemaljska štamparija, 1903, p. 258.
    «U ponedjeljak u 2 sata izjutra dogjoše Nikola Lasinović, Ivan Vlatković i Kiankini sa 300 uskoka, i s njima se poene jurišati na nekoliko kuća u predgragju i u donjem gradu, u koje se mnogi Turci povukoše; tom prigodom izgorje žalibože i jedna»
  5. ^ Glasnik Zemaljskog muzeja u Bosni i Hercegovini, Zemaljska štamparija, 1903, p. 258.
  6. ^ Djela, Akademija nauka i umjetnosti Bosne i Hercegovine, 1954, p. 125.
    «Po imenu su mi poznata samo dva kliska kapetana: Ibrahim i Alija, i oba su age. Ibrahim-aga se spominje 1596, kada su uskoci na kraće vrijeme zauzeli Klis. U to vrijeme boravio je on u Solinu i kad je čuo da su uskoci ...»
  7. ^ Jugoslavenska akademija znanosti i umjetnosti, Starine, 1962, p. 347.
    «Ibrahim se spominje 1596. kad su Uskoci za krace vrijeme zauzeli Klis. U to je vrijeme bio u Solinu i pohitao je, da preotme grad, ali je bio odbijen i povukao se prema Livnu.»
  8. ^ a b Matica: časopis Hrvatske matice iseljenika, Hrvatska matica iseljenika, 1996, p. 39.
    «I bez mletačke pomoći, splitski plemići Alberti i Cindro s Kaštelanima i uskocima to uspješe na Cvjetnicu, 7. travnja 1596. Turci su se brzo organizirali i višestruko nadmoćnom vojskom držaše u opsadi hrabre uskoke, koji su se morali povući iz utvrde 3 1 . svibnja iste godine. Kliski branitelji ponovno dolaze u Senj, ponijevši sa sobom ključe utvrde. Klis dolazi pod mletačku upravu 1648. kada deset tisuća mletačkih vojnika s generalom Foscolom zauvijek potjeraše Turke iz utvrde, ali je ...»
  9. ^ Letopis matice srpske, Novi Sad, Matica srpska, 1901, p. 22.
  10. ^ Bulletin de géographie, Geografsko društvo Hrvatske, 1962, p. 42.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]