Bartolomeo Cabrini

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Bartolomeo Cabrini (1450 circa – Bergamo, post 1525) è stato un pittore italiano del rinascimento,.

San Crisfotoro cripta della chiesa di san Michele al Pozzo Bianco

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Dagli ultimi anni del Quattrocento fino alla seconda metà del Seicento risulta presente sul territorio di Albino una famiglia di pittori, tra i quali Bartolomeo la cui attività fu poi proseguita dal figlio Nicolò morto in 1524,avuto probabilmente dalla moglie Dorotea che fu citata in un atto notarile del 7 maggio 1518.[1]

Bartolomeo nacque intorno alla seconda metà del Quattrocento considerato che risulta una sua opera datata 1495 presente nella chiesa di Santa Valeria di Mornico al Serio[2] e molto poche sono le notizie sulla sua vita, fu citato dal Tassi nel 1509

«Quattro delle medesima famiglia esercitarono l'art3e della pittura nel XVI secolo […]. Il primo fu Bartolomeo […] nominato col titolo di pittore in una carta dell'anno 1509»

Nel 1512 ricevette un compenso di 5 ducati per lavori di affresco eseguiti per il comune di Bergamo. Risulta abitare a Bergamo nella vicinia di Sant'Andrea. Del 19 dicembre 1524 è l'ultimo atto notarile che lo nomina quando compare come testimone.

Il dipinto di Mornico al Serio raffigura la Madonna in trono con il Bambino in braccio con i due santi posti laterali e due bambini posti ai piedi del trono, mentre due angeli sono raffigurati nella parte superiore reggenti la corona sopra il capo della donna e conserva la firma dell'artista: “Bartolameus Jovannes cabrini”. La Vergine siede su di un trono ligneo dalla forma molto semplice e indossa l'abito rosso coperto da un mantello verde. L'affresco presenta, in alcuni particolari, come la veste di santa Valeria, una buona conoscenza dell'arte lombarda del Quattrocento, anche se l'artista, per la forma piuttosto piatta della raffigurazione, non abbia mai raggiunti alti livelli artistici diventando uno dei tantissimi artisti che lavoravano in area bergamasca, con i forti colori contrastanti e la fisionomia dei personaggi presa dai contadini e abitanti del territorio.[2] Anche se proprio aver trovato atti notarili che lo indicano collaborativo con il comune di Bergamo per la realizzazione degli stemmi sulle porte poi perduti indicherebbero secondo il Elia Fornoni che non doveva essere un artista di scarso livello: «[…] ho più volte notato come il Comune non ricorresse mai per queste opere a pennelli mediocri»

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Malgrado gli atti notarili indichino la realizzazione di vari dipinti non ne restano a testimonianza se non il:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nicolò viene indicato in alcuni documenti con il nome di Nicolino e collaborò con Giovan Francesco Capoferri alla prima stesura dei cartoni per la realizzazione delle Tarsie del coro di Santa Maria Maggiore di Bergamo Decorazioni a intarsio, su lombardiabeniculturali.it, LombardiaBeniCulturali. URL consultato il 7 dicembre 2021.
  2. ^ a b Cinquecento.
  3. ^ B. Cabrini, San Cristoforo, su beweb.chiesacattolica.it, Beweb. URL consultato il 7 dicembre 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mirella Argenti, Giovanni Barachetti, Bartolomeo Cabrini, in I pittori bergamaschi-Cinquecento, I, 1976.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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