Banca elettorale

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Una banca elettorale o banca dei voti (dall'inglese votebank) è un blocco elettorale di una comunità che supporta un certo candidato o una formazione politica per ragione di fedeltà, anziché basarsi sul confronto tra le idee politiche promosse dal candidato con le proprie.

Tale comportamento rappresenta spesso il risultato dell'aspettativa (reale o meno) di ottenere un beneficio dalle successive formazioni politiche alle spese di altre comunità. La modalità d'uso delle banche elettorali sfrutta la creazione e il mantenimento di questi blocchi attraverso politiche divisive. Poiché ciò incoraggia gli elettori a votare sulla base di ristrette considerazioni comuni, spesso contro il loro stesso giudizio, le banche elettorali sono considerate dannose per i principi della democrazia rappresentativa.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

L'espressione banca elettorale è stata usata la prima volta nel 1955 dal sociologo indiano M. N. Srinivas[1] (che ha coniato anche i termini sanscritizzazione e casta dominante), nel suo saggio The Social System of a Mysore Village.[2] Srinivas l'ha usato nel contesto dell'influenza politica esercitata da un mecenate su un individuo. Più tardi, nel 1959, l'espressione è stata usata da F. G. Bailey, professore di antropologia dell'Università di San Diego nel suo libro Politics and Social Change[3] per riferirsi all'influenza elettorale del leader di una casta.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Grillo, 2000
  2. ^ Srinivas, 1955
  3. ^ Bailey, 1959

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • F. G. Bailey, Politics and Social Change, Berkeley, University of California Press, 1959.
  • Partha Basu, "Brand Buddha" in India's West Bengal: The Left Reinvents Itself, in Asian Survey, vol. 47, n. 2, 2007, pp. 288-306, DOI:10.1525/as.2007.47.2.288.
  • Ralph Grillo e Rodney Needham, Obituary: M. N. Srinivas, in Anthropology Today, vol. 16, n. 1, 2000, p. 22, DOI:10.1111/1467-8322.00007, ISSN 0268-540X (WC · ACNP), JSTOR 2678199.
  • Frank Heidemann, Objectification and Social Aesthetics: Memoranda and the Celebration of "Badaga Day", in Asian Ethnology, vol. 73, n. 1/2, 2014, pp. 91-109.
  • Manjari Katju, The Understanding of Freedom in Hindutva, in Social Scientist, vol. 39, n. 3/4, 2011, pp. 3-22.
  • M. N. Srinivas, The Social System of a Mysore Village, in McKim Marriott (a cura di), Village India: studies in the little community, Chicago, University of Chicago Press, 1955, pp. 1-35.
  • Romila Thapar, The Secular Mode for India, in Social Scientist, vol. 41, n. 11/12, 2013, pp. 3-10.
  • Shourie, Arun (2012). Falling over backwards: An essay on reservations and judicial populism. New Delhi: HarperCollins Publishers. ISBN 978-9350293553

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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