Aurelio Alonzi

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Aurelio Alonzi
NascitaFalvaterra, 28 dicembre 1898
MortePasso Termaber, 7 settembre 1936
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaGenio
Fanteria
CorpoRegio corpo truppe coloniali d'Eritrea
RepartoXII Battaglione eritreo
Anni di servizio1917-1936
GradoTenente di complemento
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra d'Etiopia
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Aurelio Alonzi (Falvaterra, 28 dicembre 1898Passo Termaber, 7 settembre 1936) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso delle grandi operazioni di polizia coloniale in Africa Orientale Italiana[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Falvaterra, provincia di Frosinone, il 28 dicembre 1898, figlio di Giovanni e Bernardina Latini.[2] Arruolatosi nel Regio Esercito nel giugno 1917 come soldato del 6º Reggimento del genio, prese parte alla prima guerra mondiale.[1] L'anno successivo fu promosso aspirante ufficiale di fanteria e frequentata la Scuola mitraglieri di Torino, fu assegnato al battaglione complementare della Brigata Forlì.[1]

Ammalatosi verso la fine del 1918, rientrò al deposito del 43º Reggimento fanteria e, nell'aprile del 1919, promosso sottotenente, fu chiamato a frequentare un corso pompieri presso il deposito del 50º Reggimento fanteria.[1] Ultimato il corso gli venne affidato la direzione della sezione pompieri del Comando Genio della 1ª Armata dove fu promosso tenente. Dichiarato inabile al servizio a causa di infermità provenienti da cause derivanti dal servizio stesso, fu collocato in congedo nel corso del 1921.[1] In vista del conflitto con l'Impero d'Etiopia in Africa orientale chiese, ed ottenne, di essere richiamato in servizio attivo.[1] Imbarcatosi a Napoli il 6 maggio 1935, sbarcò a Massaua, Eritrea, quindici giorni dopo, assegnato al quartier generale del Corpo d'armata eritreo.[1] Cadde in combattimento a Passo Termaber, nel corso delle grandi operazioni di polizia coloniale, il 7 settembre 1936, e fu decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2] Una scuola di Roma porta il suo nome.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Volontario in un'azione contro ribelli, accortosi di una minaccia del nemico in forze sul fianco dello schieramento, con generoso impulso, chiaro intuito tattico ed irresistibile slancio, piombava di sorpresa sull'avversario che, sopraffatto, allentava la pressione sbandandosi. Non pago del successo iniziale ottenuto, che permetteva alle restanti forze di prendere posizione, con un pugno di animosi, si gettava allo inseguimento e, primo fra tutti, impegnava col nemico strenuo corpo a corpo. Crivellato di ferite, continuava a combattere ed a incitare alla lotta finché, in un ultimo assalto, cadeva eroicamente sul campo. Fulgido esempio di sublime ardimento. Passo Termaber, 7 settembre 1936 .[3]»
— Regio Decreto 3 settembre 1937.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g Combattenti Liberazione.
  2. ^ a b c Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 196.
  3. ^ Medaglia d'oro al valor militare Alonzi, Aurelio, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato l'11 luglio 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa Orientale - II. La conquista dell'Impero, Milano, A. Mondadori, 2009, ISBN 978-88-04-46947-6.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 196.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Alonzi, Aurelio, su Combattenti liberazione. URL consultato l'11 gennaio 2022.