Associazione nazionale per la donna

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L'associazione per la donna, o Associazione Nazionale per la donna fu la prima organizzazione italiana femminile. Fondata a Roma nel 1896 da un gruppo di donne, tra cui Elisa Agnini, Giacinta Martina Marescotti, Alina Albani, Virginia Nathan, Maria Montessori ed Eva De Vicentiis, fu tra le prime ad occuparsi dei diritti politici e civili delle donne.[1] L'organizzazione pubblicò diversi articoli tra cui un opuscolo informativo intitolato L'oppressione legale della donna nel quale furono spiegati ed esaminati articoli di legge a beneficio delle donne. In particolare, fu data attenzione alle leggi che regolavano le relazioni familiari.[2]

L'associazione fu sciolta in seguito alle rivolte del 1898 ma ristabilita nel 1900. Ebbe un ruolo fondamentale nello sviluppo dell'emancipazione in Italia e fu attiva fino all'avvento del Fascismo. Durante Prima guerra mondiale, sotto la guida di Alice Schiavoni Bosio, l'associazione gestì un servizio legale per i rifugiati.[3] Nell'ottobre del 1917,organizzò il Convegno nazionale femminile a Roma che riunì tutte le organizzazioni femminili italiane con un programma di ampia riforma legislativa.[4] Margherita Ancona presentò, durante la convenzione, un documento sullo stato del suffragio in Italia.[5]

Nel 1920, c'erano filiali in tutta italia, ad aiutare le donne ad usare tutti i mezzi legali per godere degli stessi diritti degli uomini.[6]

Altre donne attive nell'organizzazione furono Valeria Benetti Brunelli, Teresa Labriola, Anna Maria Mozzoni, Irma Melany Scodnik e Adele Albani Tondi.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Elisa Agnini, la suffragetta italiana, su Pasionaria.it, 21 marzo 2016. URL consultato il 29 maggio 2020.
  2. ^ [http://win.storiain.net/arret/num145/artic2.asp La storia dell'associazionismo femminile italiano, una storia di battaglie di libert� (1892-1945)], su win.storiain.net. URL consultato il 29 maggio 2020.
  3. ^ Dall'emancipazionismo all'interventismo democratico: il primo movimento politico delle donne di fronte alla Grande Guerra di Maria Cristina Angeleri, su web.archive.org, 19 ottobre 2016. URL consultato il 29 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 19 ottobre 2016).
  4. ^ Eleonora Cirant, Jole Bragiola Bellini Bersellini (1872 – 1964), su MilanoAttraverso, 8 aprile 2018. URL consultato il 29 maggio 2020.
  5. ^ Concordia parvae res crescunt, discordia maximae dilabuntur: l’Unione Femminile Nazionale in tempo di guerra (1915-19) (PDF), su unive.it. URL consultato il 29 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2016).
  6. ^ Euchia, I gruppi femminili presenti nel nostro Paese, 1920 Almanacco della donna italiana, su donneierioggiedomani.it. URL consultato il 29 maggio 2020.
  7. ^ Claudia Gori, Crisalidi. Emancipazioniste liberali in età giolittiana, FrancoAngeli, 2003, ISBN 978-88-568-2801-6. URL consultato il 29 maggio 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Associazione nazionale per la donna, Regolamento della sezione di Roma, Roma, F. Caputi, 1918.
  • Associazione nazionale per la donna, Relazione dell'opera dell'Associazione per la donna in Roma durante la guerra: anno 1918, Roma, tip. ed. La Speranza, 1919.
  • Relazione dell'opera dell'Associazione nazionale per la donna in Roma durante la guerra: anno 1918, Associazione nazionale per la donna (ed.), Roma, Tip. editr. La Speranza, 1919.
  • Unione donne italiane, Per l'emancipazione della donna, una grande associazione autonoma e unitaria: documento per la preparazione del 6. Congresso Nazionale dell'Udi, Roma 7-10 maggio 1959, Roma, 1959.
  • Valeria Benetti Brunelli, Indissolubilisti o dissolubilisti: relazione presentata al 1. Congresso nazionale dell'Associazione 'Per la donna' Roma 1911, Roma, tip. D. Battarelli, 1912.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]