Artibeus phaeotis

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Artibeo nano
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
SuperordineLaurasiatheria
OrdineChiroptera
SottordineMicrochiroptera
FamigliaPhyllostomidae
SottofamigliaStenodermatinae
TribùStenodermatini
GenereArtibeus
SottogenereDermanura
SpecieA.phaeotis
Nomenclatura binomiale
Artibeus phaeotis
Miller, 1902
Sinonimi

A.turpis

L'artibeo nano (Artibeus phaeotis Miller, 1902) è un pipistrello della famiglia dei Fillostomidi diffuso nell'America centrale e meridionale.[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Pipistrello di piccole dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 47 e 59 mm, la lunghezza dell'avambraccio tra 35 e 40 mm, la lunghezza del piede tra 9 e 12 mm, la lunghezza delle orecchie tra 14 e 18 mm e un peso fino a 15 g.[3]

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

La pelliccia è corta e liscia; le parti dorsali hanno un colore che varia dal bruno sabbia al bruno-grigiastro, mentre le parti ventrali sono leggermente più chiare. Il muso è corto e largo. La foglia nasale è ben sviluppata e lanceolata. Due strisce chiare sono presenti su ogni lato del viso: la prima si estende dall'angolo esterno della foglia nasale fino a dietro l'orecchio, mentre la seconda parte dall'angolo posteriore della bocca e termina alla base del padiglione auricolare. Il labbro inferiore ha una verruca al centro circondata da altre più piccole. Le orecchie sono di dimensioni moderate, arrotondate, marroni chiare e con i bordi marcati di giallo o talvolta di bianco. Il trago è appuntito, con tre sporgenze e varie dentellature sul bordo posteriore. Le membrane alari sono nerastre, eccetto tra il terzo e quarto dito dove sono prive di pigmentazione. È privo di coda, mentre l'uropatagio è ridotto ad una sottile membrana lungo la parte interna degli arti inferiori, è privo di peli e con il margine libero a forma di U rovesciata. Il calcar è corto. Sono presenti 2 molari su ogni semi-arcata dentaria. Il cariotipo è 2n=30 (femmine) 31 (maschi) FNa=56.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

Si rifugia sotto grandi foglie di alberi come il banano che probabilmente modifica per trasformarle in piccole tende, ma anche in grotte e tunnel.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre di frutta e di polline.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Esistono due periodi riproduttivi. Femmine gravide sono state catturate in luglio e da settembre a dicembre in Colombia ed Ecuador.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è diffusa dal Messico occidentale e meridionale, attraverso l'America centrale fino all'Ecuador settentrionale e alla Guyana ad est.

Vive nelle foreste sempreverdi e foreste decidue fino a 1.200 metri di altitudine.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Sono state riconosciute 4 sottospecie.

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List, considerato il vasto areale, la popolazione presumibilmente numerosa, la presenza in diverse aree protette e la tolleranza alle modifiche ambientali, classifica A.phaeotis come specie a rischio minimo (Least Concern)).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Miller, B., Reid, F., Arroyo-Cabrales, J., Cuarón, A.D & de Grammont, P.C. 2008, Artibeus phaeotis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Artibeus phaeotis, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Reid, 2009.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Robert M.Timm, Artibeus phaeotis (PDF), in Mammalian Species, n. 235, 1985 (archiviato dall'url originale il 22 ottobre 2015).
  • Alfred L.Gardner, Mammals of South America, Volume 1: Marsupials, Xenarthrans, Shrews, and Bats, University Of Chicago Press, 2008. ISBN 9780226282404
  • Fiona A. Reid, A field guide to the Mammals of Central America and Southeast Mexico, Oxford University Press, 2009. ISBN 9780195343236

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