Arne Sucksdorff

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Arne Edvard Sucksdorff

Arne Edvard Sucksdorff (Stoccolma, 3 febbraio 1917Stoccolma, 4 maggio 2001) è stato un regista, sceneggiatore e direttore della fotografia svedese.

Considerato il "padre dei documentari svedesi", Arne Sucksdorff è stato acclamato negli anni quaranta per la sua sensibilità nella fotografia naturalistica e l'abilità nel rappresentare una visione poetica della natura e della fauna selvatica.[1] Il suo cortometraggio Människor i stad vinse il Premio Oscar al miglior cortometraggio.[2]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di un commerciante, nel 1936 Arne Sucksdorff frequentò l'Università di Stoccolma dove studiò Scienze Naturali per un breve periodo.[3] Interrotti gli studi, si trasferì in Germania per dedicarsi alla pittura presso la scuola d'arte e design Reimann-Schule di Berlino, ma fu la fotografia che iniziò ad emergere come suo interesse principale.[2]

Iniziò quindi a viaggiare tra Germania e Italia con una fotocamera a cassetta e, una volta tornato in patria, le fotografie scattate gli fruttarono il primo premio del concorso indetto da una rivista svedese.[4] Acquistata una cinepresa, continuò a sviluppare il suo talento visitando la Svezia e catturando la bellezza dei suoi paesaggi e della fauna locale.

Nel 1940 autofinanziò il suo primo cortometraggio, En augustirapsodi, che vinse un premio nazionale e gli fruttò un contratto per una serie di documentari dalla Svensk Filmindustri, la principale casa di produzione e distribuzione svedese.[2]

Negli anni quaranta diresse circa 15 corti di genere naturalistico dedicati alla sua terra, occupandosi nella maggior parte dei casi anche della sceneggiatura e della fotografia. Tra questi, da citare Vinden fra vest del 1942, sulla vita dei Lapponi, Trut! del 1946, documentario sugli uccelli delle isole Karlsö che all'epoca venne interpretato da alcuni come una parabola del nazismo,[4] e soprattutto Människor i stad del 1947, che si aggiudicò l'Oscar nel 1949 (il primo assegnato a un film svedese) come miglior cortometraggio.[5]

Nel frattempo, nel 1944 diresse il suo primo lungometraggio intitolato Gryning, ma fu con La meravigliosa avventura del 1953 che Sucksdorff ottenne il successo internazionale. Definito «una sensuale miscela di bellezza e crudeltà» dalla critica statunitense Pauline Kael,[4] la storia di due bambini, una volpe e una lontra nella foresta svedese ottenne due riconoscimenti alla 4ª edizione del Festival di Berlino e altrettanti al Festival di Cannes, oltre al Premio BAFTA come miglior documentario.[6] Oltre che occuparsi di sceneggiatura, montaggio, fotografia e produzione, il regista interpretò anche il padre dei due bambini (uno dei quali era realmente suo figlio).[7]

Dopo due corti realizzati in India, Indisk by (1951) e Il vento e il fiume (1953), nel 1957 diresse il terzo lungometraggio La freccia e il leopardo, per il quale utilizzò per la prima volta il colore e il widescreen,[4] mentre il successivo The Boy in the Tree (1961) fu uno dei rari casi in cui non si occupò della fotografia, lasciata a Gunnar Fischer.

Quest'ultimo si rivelò un insuccesso dal punto di vista degli incassi e Sucksdorff si trovò di colpo in difficoltà finanziarie e con la paura di non avere più un futuro in patria come regista.[5] Nel 1962 decise perciò di lasciare la Svezia, per una pausa sabbatica visse due anni ad Alghero Sardegna[8], dove praticò pesca subacquea e vita di mare, per poi trasferirsi in Brasile, dove sarebbe rimasto per quasi trent'anni insegnando in una scuola di cinema dell'UNESCO e impegnandosi in questioni sociali e ambientali, in particolare nella lotta per la salvezza della Foresta Amazzonica.[4][1] Nel 1965 uscì My Home Is Copacabana, il suo unico film realizzato in Brasile e l'ultimo come regista, un racconto semi-documentaristico dei bambini delle favelas di Rio de Janeiro.

Dopo aver contribuito con la fotografia delle sequenze girate in una colonia di pinguini in Antartide per Mr. Forbush and the Penguins (1971), alla fine degli anni ottanta motivi finanziari e di salute lo hanno costretto a fare ritorno in Svezia,[4] dove nel 1994 ha ricevuto il premio Creative Achievement ai Guldbagge Awards.

Il 4 maggio 2001 Arne Sucksdorff è morto a Stoccolma a causa di una polmonite, all'età di 84 anni.[9] Il suo corpo è stato cremato e le ceneri sono state sparse sul fiume Paraguazinho, nel Mato Grosso.[10]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Anno Titolo Regista Sceneggiatore Fotografia Note
1944
Gryning
Si
Si
Si
1953
La meravigliosa avventura (Det stora äventyret)
Si
Si
Si
1957
La freccia e il leopardo (En djungelsaga)
Si
Si
Si
Documentario
1961
The Boy in the Tree (Pojken i trädet)
Si
Si
1965
Mitt hem är Copacabana
Si
Si
Si
1971
Mr. Forbush and the Penguins
Si
Regia di Alfred Viola

Cortometraggi[modifica | modifica wikitesto]

Anno Titolo Regista Sceneggiatore Fotografia Note
1940
En augustirapsodi
Si
1941
Din tillvaros land
Si
Regia di Johan Falck
1941
En sommarsaga
Si
Si
Si
Documentario
1942
Vinden fra vest
Si
Si
Si
Documentario
1942
Sarvtid
Si
Si
Si
Documentario
1942
I fädrens spår
Si
Documentario, regia di Lennart Bernadotte
1944
Trut!
Si
Si
Si
Documentario
1946
Skuggor över snön
Si
Documentario
1947
The Hunter and the Forest
Si
Si
Si
Documentario
1947
Människor i stad
Si
Si
Si
Documentario
1948
Uppbrott
Si
Si
Documentario
1948
Den drömda dalen - Soria Moria
Si
Si
Si
Documentario
1948
A Divided World (En kluven värld)
Si
Documentario
1949
Struggle for Survival
Si
Si
Si
Documentario
1949
Shadows on the Snow
Si
Si
Si
Documentario
1950
Strandhugg
Si
Si
Si
Documentario
1951
Indisk by
Si
Si
Si
Documentario
1951
Ett hörn i norr
Si
Si
Si
Documentario
1953
Il vento e il fiume (Vinden och floden)
Si
Si
Si
Documentario

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Premio OCIC, menzione speciale per La meravigliosa avventura
Menzione speciale per la regia di La meravigliosa avventura
Nomination Gran Prix per La meravigliosa avventura
1958 – Nomination Palma d'oro per En djungelsaga
1965 – Nomination Palma d'oro per Mitt hem är Copacabana

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Arne Sucksdorff, 84, Documentarian, su nytimes.com, www.nytimes.com. URL consultato il 16 giugno 2017.
  2. ^ a b c Arne Sucksdorff - Swedish Film Director and Cinematographer, su britannica.com, www.britannica.com. URL consultato il 16 giugno 2017.
  3. ^ Kwiatkowski (2013), p. 103.
  4. ^ a b c d e f Arne Sucksdorff - Film-maker who captured the beauty of Sweden, su theguardian.com, www.theguardian.com. URL consultato il 16 giugno 2017.
  5. ^ a b Arne Sucksdorff, su sfi.se, www.sfi.se. URL consultato il 16 giugno 2017.
  6. ^ La meravigliosa avventura - Awards, su imdb.com, www.imdb.com. URL consultato il 16 giugno 2017.
  7. ^ La meravigliosa avventura - Full Cast & Crew, su imdb.com, www.imdb.com. URL consultato il 16 giugno 2017.
  8. ^ (EN) The Associated Press, Arne Sucksdorff, 84, Documentarian, in The New York Times, 13 maggio 2001. URL consultato il 21 marzo 2022.
  9. ^ Arne Sucksdorff - Overview, su imdb.com, www.imdb.com. URL consultato il 16 giugno.
  10. ^ Arne Sucksdorff, su findagrave.com, www.findagrave.com. URL consultato il 16 giugno.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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