Area degli scavi nuovi di Ercolano

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Area degli scavi nuovi di Ercolano
Civiltàromani
Utilizzoabitazioni, terme
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
ProvinciaNapoli
Dimensioni
Superficie14 000 
Scavi
Data scopertaXVIII secolo
Date scavi1996-1998

L'area degli scavi nuovi di Ercolano è una zona di 14000 metri quadrati, che comprende un settore della Villa dei Papiri; un edificio monumentale forse correlato alla Villa;

le Insulae nord-occidentali, composte, a loro volta, da un complesso termale e un edificio residenziale. L'ingresso si trova in Vico Mare, poco lontano dall'accesso al Parco Archeologico[1]. Quest'area era già stata individuata parzialmente nel Settecento, ma gli scavi sono avvenuti solo tra il 1996 e il 1998[1].

È attualmente in corso un progetto di completamento di scavo e restauro per la predisposizione di un percorso di visita[1].

Terme nuove[modifica | modifica wikitesto]

Le terme nuove sono un complesso che si trova nelle insulae nord-occidentali, costituite da vari ambienti raccordati ad una grande terrazza porticata. La porzione di scavo interessa un grande vano a pianta rettangolare con lato occidentale absidato. L’abside è caratterizzata dai resti delle decorazioni e da nicchie dove probabilmente si trovavano delle statue[2].

In alto a sinistra: portico a U; in basso a sinistra: vano con piscina riscaldata; a destra: esterno delle terme

Le mura presentano ancora i resti della muratura di intonaco bianco che le rivestiva; la parte inferiore è in opera testacea con aperture rettangolari, mentre la parte superiore è caratterizzata da un’opera reticolata di tufo. In questo tratto ci sono delle tegole con peduncoli sporgenti soprannominate tegulae mammatae, le quali sono caratteristiche degli ambienti umidi e servono per far circolare l’aria. Tutta la struttura è rivestita a "finta grotta", ovvero con incrostazioni di travertino e malta che tendono a imitare una grotta[3]. Sulle pareti sono presenti anche dei perni in ferro, i quali fanno pensare all’uso di rivestimenti in legno o a tendaggi[2].

Le finestre erano realizzate in legno, come proverebbero i numerosissimi resti di legni carbonizzati, e non sono completamente scavate, tranne l’unica quadrangolare che si trova sul lato occidentale; nelle pareti lunghe sono alternate a nicchie rettangolari e lasciano immaginare che l'ambiente fosse inondato dalla luce[4].

Questo vano presenta una piscina riscaldata con il sistema a samovar e ha dei gradini che conducevano al calidarium[4], la cui entrata era caratterizzata da un bordo di marmo che serviva a raccogliere le gocce d’acqua dei corpi di chi usciva dall’edificio[5].

Nel lato corto a oriente vi è il ninfeo collegato agli ambienti termali adiacenti; due piccoli cortili per gli esercizi ginnici e un portico a "U" che fungeva da chiusura del cortile[3].

Nell’angolo sud-orientale del portico è stata rinvenuta una piccola barca e anche un basso pluteo con intonaco nero e colonne rivestite di intonaco bianco[3].

Il complesso presenta una terrazza porticata a "L" con pavimento in cocciopesto a sud-est e una piscina che affaccia sul mare alla quale si arriva con delle scale orientate verso la terrazza inferiore[3].

Sono stati rinvenuti i resti di una corda, di remi, di un calderone e di un verricello, i quali hanno fatto pensare che la struttura fosse stata abbandonata e che sia, in seguito, diventata una rimessa o un edificio adibito alla pesca[5].

Edificio residenziale[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio residenziale è una struttura risalente all’età tardo repubblicana, non completamente scavata, situata all’ingresso della zona nord-occidentale della città rispetto al mare[3]. All'interno della struttura, risulta particolarmente interessante un grande vano dal soffitto a volta, sul cui lato a est sono state rinvenute porzioni di pavimento musivo a tessere nere, alternate a rattoppi di cocciopesto[3]. Il piano pavimentale mostra un dislivello causato dallo sprofondamento della zona occidentale dovuto all’interro piroclastico[3]. Sulla parete nord del vano sono presenti un ampio passaggio a ovest verso un ulteriore vano, non ancora indagato, e una finestra che si affaccia su un'area scoperta con fontana con vasca rettangolare in muratura rivestita, sul bordo superiore, in marmo: al suo centro c'è una colonna attraversata da una fistula plumbea. Accanto si trova un biclinio, in cattivo stato di conservazione, che mostra una struttura bicliniare in muratura e una vaschetta rettangolare in posizione d'angolo[6].

Sulla parte centrale della parete sud del vano, decorato con elementi riconducibili al Quarto Stile, è stato rinvenuto un rilievo appartenente alla produzione neoattica, il quale rappresenta un satiro, una ninfa e un satirello. È un raro esempio di typoi, ossia di un rilievo in marmo inserito all'interno di una superficie pittorica[3].

Sulla parete nord sono visibili i segni di un cunicolo borbonico e i resti di una decorazione pittorica in Quarto Stile che rappresenta la vegetazione[6].

In corrispondenza della terrazza superiore sono stati scavati nove ambienti, probabilmente appartenenti a più abitazioni diverse, alcuni dei quali mostrano caratteristiche tipiche degli ambienti di rappresentanza e altri sembrano più rustici[6].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Guidobaldi, p. 120.
  2. ^ a b Guidobaldi, p. 130.
  3. ^ a b c d e f g h Guidobaldi, p. 132.
  4. ^ a b Guidobaldi, p. 131.
  5. ^ a b Lapilli: Terme nord-occidentali.
  6. ^ a b c Guidobaldi, p. 133.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]