Appio Giunio Silano

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Appio Giunio Silano
Console dell'Impero romano
Nome originaleAppius Iunius Silanus
Morte42
Roma
ConiugeDomizia Lepida
GensIunia
PadreGaio Giunio Silano
Consolato28

Appio Giunio Silano (in latino Appius Iunius Silanus; ... – Roma, 42) è stato un politico e militare romano, figlio di Gaio Giunio Silano, console nel 10[1].

Origini familiari[modifica | modifica wikitesto]

Il rapporto tra Silano e gli altri Iunii Silanii è incerto. Secondo Ronald Syme lui, il Decimo Giunio Silano che ebbe una relazione amorosa con Giulia minore e Marco Giunio Silano, che fu console suffetto nel 15, erano i figli di Gaio Giunio Silano, console nel 10.[2] Egli è a volte confuso con Marco Giunio Silano Torquato, console nel 19. Il suo matrimonio con Domizia non diede figli.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Venne nominato console nel 28, con Publio Silio Nerva. Fu accusato di crimen maiestatis nel 32, ma venne salvato da Celso, uno degli informatori.[3]

Poco dopo l'ascesa di Claudio, nel 41, mentre Silano era governatore della Hispania Tarraconensis, fu richiamato a Roma e si sposò con Domizia Lepida, madre dell'imperatrice Valeria Messalina e membro della dinastia giulio-claudia.[4][5] Venne trattato con la massima distinzione da tutta la corte imperiale, ma dopo aver rifiutato le avances di Messalina stessa, fu presto messo a morte dall'imperatore (42). Messalina e Narciso, liberto imperiale, lo accusarono di aver complottato per assassinare il Princeps e dichiararono di aver visto Silano tentare l'assassinio dell'imperatore nei loro sogni.[6][7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Syme 1993, pag. 194.
  2. ^ Syme 1993, pag. 195.
  3. ^ Tacito, Annales, VI, 9.3-4.
  4. ^ Cassio Dione, LX, 14.3.
  5. ^ Syme 1993, pag. 277.
  6. ^ Der Neue Pauly 1999, T. 1, c. 906.
  7. ^ Syme 1993, pag. 165.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie
Fonti moderne
Predecessore Console romano Successore
Lucio Calpurnio Pisone,
Marco Licinio Crasso Frugi
28
con Publio Silio Nerva
Gaio Fufio Gemino,
Lucio Rubellio Gemino