Antonio di Neri Barili

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Antonio di Neri Barili oppure Antonio di Neri Barile (Siena, 12 agosto 1453Siena, 1517) è stato uno scultore, architetto e intagliatore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Particolare del coro ligneo del duomo di Siena

Barili nacque a Siena il 12 agosto 1453.[1]

Non si posseggono molte informazioni biografiche riguardanti la sua vita privata.[2]

I documenti storici attestano che sposò Maddalena del Rosso, dalla quale ebbe quattro figli.[2]

Come architetto restaurò i ponti di Buonconvento (1484)[1] e di Macereto; diede disegni e modelli di fortificazioni contro Valiano (1498-1500) e per Talamone, nel 1503.[2][3]

Aderente alle tendenze della contemporanea scultura senese che faceva capo a Francesco di Giorgio Martini e al Vecchietta, intrise i suoi lavori con gli elementi più pregevoli del Rinascimento; eseguì numerosi lavori con la collaborazione del nipote Giovanni Barili e di Giovanni di Pietro Castelnuovo,[1] e i suoi allievi seguirono il suo stile oltre la metà del XVI secolo.

Il suo esordio di scultura in legno, d'intaglio e di tarsia fu il coro nella cappella di San Giovanni nel duomo di Siena (1483-1502).[3] Di quest'opera sono conservati solamente 7 pannelli, rispetto ai 19 originari, nella collegiata dei Santi Quirico e Giulitta di San Quirico d'Orcia, e una formella al Museo d'arti e d'industrie di Vienna, col suo autoritratto intarsiato.[2]

E per il duomo eseguì nel 1496 i banchi della corale della cappella Piccolomini,[3] nel 1506 ultimò gli stalli del coro, negli anni 1509 e 1510 intagliò l'organo della sagrestia e la cantoria a destra dell'abside, con l'aiuto d'allievi e del nipote.[2]

Nel primo piano del palazzo Chigi-Piccolomini alla Postierla sono esposti del Barili nove stupendi pilastri provenienti dalla decorazione lignea nel 1511 per il palazzo di Pandolfo Petrucci.[3] Nel palazzo della Signoria, si conserva del Barili un magnifico cofano intagliato e dorato con la decorazione della lupa coi gemelli. Si attribuiscono al Barili gli armadi della sagrestia dell'Osservanza (1497).[2]

Oltre a queste opere si possono menzionare le sculture per la certosa di Maggiano e per il chiostro del Santuccio di Siena.[1]

Il nipote del Barili, Giovanni, nato nella seconda metà del XV secolo, fu allievo dello zio e suo collaboratore nel coro (1506) e nella cantoria (1510) del duomo di Siena.[2] A Roma ricevette la carica di maestro del modello di legname per la basilica di San Pietro in Vaticano, e gli fu affidato da Raffaello Sanzio il lavoro delle finestre, porte e impalcature nelle Stanze di Raffaello nei Musei Vaticani.[2]

Rientrato a Siena visse fino al 1531.[2]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Ponti di Buonconvento e di Macereto (1484);
  • Fortificazioni per Talamone (1503);
  • Duomo di Siena:
    • Coro nella cappella di San Giovanni nel duomo di Siena (1483-1502);
    • Banchi della libreria Piccolomini (1496);
    • Armadi della sagrestia dell'Osservanza (1497);
    • Stalli del coro (1506);
    • Organo della sagrestia e la cantoria a destra dell'abside (1509-1510);
  • Sculture per la certosa di Maggiano (1511) e per il chiostro del Santuccio di Siena (1511).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Barili, Antonio di Neri, in le muse, II, Novara, De Agostini, 1964, p. 54.
  2. ^ a b c d e f g h i Antonio di Neri Barili, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 12 maggio 2019.
  3. ^ a b c d Barili o Barrile, Antònio di Nèri, su sapere.it. URL consultato il 12 maggio 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Leonardo Benevolo, Storia dell'architettura del Rinascimento, Bari, 1968.
  • Renato De Fusco, Mille anni d'architettura in Europa, Bari, Laterza, 1999, ISBN 978-88-420-4295-2.
  • G. Della Valle, Lettere senesi, III, Roma, 1786.
  • G. Milanesi, Documenti per la storia dell'arte senese, II, Siena, 1854.
  • P. Murray, Architettura del Rinascimento, Milano, Electa, 2000.
  • C. Ricci, La mostra d'arte antica senese, Siena, 1904.
  • Manfredo Tafuri, L'architettura del Manierismo nel Cinquecento, Roma, 1966.
  • (DE) Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, II, Lipsia, 1908.
  • A. Venturi, Storia dell'arte italiana, VIII, Milano, 1923.
  • David Watkin, Storia dell'architettura occidentale, Bologna, 1990.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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