Antonio Ongaro

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Copertina dell'Alceo (1819) con ritratto di Antonio Ongaro

Antonio Ongaro (Venezia, 1560 circa[1]Valentano, 1593) è stato uno scrittore italiano del Rinascimento.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Questo poeta trae le sue origini dalla città di Padova ove è nato, nel 1560. Nell'Università patavina ha studiato in "legale", così si chiamava la giurisprudenza e, quindi ha soggiornato a Roma, presso la famiglia dei fratelli Ruiz, cui ha dedicato l'Alceo, un poemetto pescatorio, ambientato "nei lidi dove fu Anzio e dove oggi è Nettuno" ed edito a Venezia, da F. Ziletti, nel 1582. Alcuni vogliono che il poemetto s'ispirasse all'Aminta di Torquato Tasso.

Attorno al 1581, per circa un anno, Antonio Ongaro ha vissuto a Nettuno, presso i Colonna, per tornare poi a Roma, ove l'amico fraterno Tiberio Palello - detto il "cupo" - lo presentò a Mario Farnese, signore del ducato di Latera e Farnese. Di lui divenne segretario, spesso sostituendolo negli incarichi amministrativi e penali, per la reggenza di quel territorio, specialmente quando Mario Farnese si recava nelle Fiandre a combattere a fianco del cugino, il duca Alessandro Farnese. Visse a Valentano, ove si sposò - con Armenia Mascijna, e ove nacquero tre figli Costantino Pollonio, Camilla e Isabella, (frorse quest'ultima morta in tenera età). Nel luglio 1593 dettò il proprio testamento e la morte dovrebbe essere avvenuta in quei giorni.

Fu sepolto nella Chiesa Collegiata di Valentano e sulla sua pietra tombale in basalto locale è riportata la scritta che lui aveva dettato per la sua sepoltura. Era scritta in un distico latino ed esattamente così fu incisa: "D.O.M. ONGARUS HIC / IACEO ME ANNIS / PERYSSE VIATOR / DIC IVVENEM FAMA / SED PERIISSE SENEM". (Io Ongaro sono qui sepolto, o viandante, dì che sono morto giovane d'anni, vecchio per fama).

La sua opera principale l'ALCEO fu pubblicata a Venezia dallo Zanetti nel 1582. Le RIME, patrocinate dalla marchesana di Soragna Isabella Pallavicini, apparvero in stampa presso la Tipografia Mariani di Farnese, nel 1600.

Col nome di Affidato fu accolto nell'Accademia degli Illuminati, creata da Isabella Pallavicini, suocera di Mario Farnese. . Nonostante la breve vita, Antonio Ongaro riuscì a crearsi una grande fama, così come volle fosse scritto sulla lapide tombale sopra riportata.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Alceo favola pescatoria di Antonio Ongaro. Recitata in Nettuno Castello de' signori Colonnesi et non più posta in luce, Venezia, Francesco Ziletti, 1582.
  • Rime d'Antonio Ongaro, detto l'Affidato Accademico Illuminato, Farnese, Nicolò Mariani, 1600.
  • Alceo: favola pescatoria recitata in Nettuno castello dei signori Colonnesi / Antonio Ongaro; cura e note di Rocco Paternostro; prefazione di Franca Angelini; saggio critico di Daniela Quarta, Ugo Magnanti, Nettuno- Lithos, Roma, 2010.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Donatella Manzoli, ONGARO, Antonio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 79, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2013. Modifica su Wikidata

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • AA. VV., Dizionario Letterario Bompiani. Autori, Milano, Bompiani, 1957, vol. III, O-Z, p. 18.
  • Romualdo Luzi, Nacque a Nettuno la prima favola pescatoria della letteratura italiana, in V. Cerri, Nettuno, 1986.
  • Romualdo Luzi, I Diletti delle muse. Antonio Ongaro: poeta perfacetus ac dulcis. Padova 1560 - Valentano 1593, Arcidosso, Ed. Effigi, 400 pp., + 16° a colori, 2020

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Controllo di autoritàVIAF (EN54281785 · ISNI (EN0000 0000 8133 0909 · SBN LO1V089388 · BAV 495/262159 · CERL cnp01145066 · LCCN (ENnr93029154 · GND (DE135711894 · BNF (FRcb13016474w (data) · WorldCat Identities (ENlccn-nr93029154
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