Antonio Boselli

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Antonio Boselli (San Giovanni Bianco, 1475 circa – 1532) è stato un pittore italiano attivo durante il Rinascimento, prevalentemente nella bergamasca.

Pala di Ognissanti-Basilica di Santa Maria Maggiore

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Non si conosce il suo anno di nascita ma dai documenti del 1514 nel quale dichiara d'essere trentenne si presume sia nato nel decennio 1470-1480. Nel 1490 risulta, infatti, che avesse avuto un ruolo di arbitro per il pagamento di un'ancora realizzata per la chiesa di Serina dai pittori Giovanni e Angelo Mirofoli da Seregno,[1] mentre nel 1514 in un atto si dichiara di aver trent'anni, e nell'atto del 27 dicembre 1521 risulta essere quarantenne.[2]

Figlio di Pietro originario San Giovanni Bianco in Val Brembana e fratello di Lorenzo anche lui pittore[3], come indicato in un atto conservato nell'archivio di Stato di Bergamo: «Cessio Laurentio q. petri de Bosellis pictori habit. C. Johannis Albis», rogato dal notario Francesco Zanchi. Firmò il suo primo contratto nel 1495, per la realizzazione dell'affrescoː La Vergine con i santi Pietro e Maddalena che doveva far parte del coro della chiesa di Ponteranica poi scomparso, mentre l'affresco Madonna della Misericordia è collocato nel Museo Bagatti Valsecchi, sala dell'affresco[4].

In un atto del 1496 viene indicato come “habitator Bergomi”, che indicherebbe la sua presenza nella città orobica ma non ancora la sua cittadinanza.[5] Nel 1501 sposò una certa Margherita de Muzo che gli diede un figlio, Pietro citato molte volte negli atti notarili. Il Boselli con la famiglia abitava presso la vicinia di San Michele al Pozzo Bianco.[2]

La pittura del Boselli, che era già conosciuto alla fine del XIV secolo[6], manteneva quello stile più simile all'arte del Quattrocento, mentre già nella bergamasca l'arrivo del Rinascimento portato dai pittori veneti in particolare del Lotto aveva rivoluzionato l'arte figurativa[7].
A Seriate, è ricordato per aver dipinto San Pietro, san Paolo e san Luca (1509) per la chiesa di San Cristoforo[8].
Nel 1503 viene chiamato in Santa Maria Maggiore a giudizio delle pitture di Jacopino Scipioni. I due artisti si troveranno a lavorare spesse volte nelle medesime chiese tanto che in alcuni lavori si creò non poca confusione nell'aggiudicarne l'autore. Si considera che il Boselli possa aver lavorato un poco anche come scultore; secondo la testimonianza del Tassi il polittico conservato nella pinacoteca dell'Accademia Carrara del 1515, proveniente dalla nella chiesa di Santa Maria Consolatrice di Almenno San Salvatore, aveva al centro una statua raffigurante san Rocco dove sul piedistallo era presente la sua firma: Opus Antonii de Boselis 1515[9].
La pala di Ognissanti presente nella basilica di Santa Maria Maggiore in Bergamo non venne catalogata tra le sue opere fino alla metà del Novecento, anche se il Tassi nel suo Vite dei pittori, scultori e architetti bergamaschi riporta la commissione del 1514, il quadro è posto sopra l'altare di san Marco a destra dell'altare maggiore.

Pala Ognissanti-Basilica di Santa Maria Maggiore - Antonio Boselli

L'artista probabilmente godeva di una discreta quantità di immobili da quanto si possa dedurre dai molti atti notarili che lo citano.[2] Non si conosce la sua data di morte ma risulterebbe morto nel 1532 da un documento del 10 giugno

«Et hoc uti de bonis nune q. M.ti Antoni de Bosellis pictoris et etiam in prejudicium Petri de Bosellis uti in hac parte in effectu heredis spr.ti q. N.ti Antonii de Bosellis»

Ultimo lavoro che gli venne pagato risale al 1527, per la chiesa di Curno. Il documento annullerebbe quanto indicato dal Lanzi che lo vorrebbe presente nel 1532 a lavorare a Ceneda nella loggia dei giudici e la cattedrale.[10]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mina Gregori (a cura di), Pittura a Bergamo dal Romanico a neoclassico, Cariplo, 1991, p. 230.
  2. ^ a b c Cinquecento.
  3. ^ Antonio Boselli, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 18 luglio 2016.
  4. ^ Sala dell'affresco, su museobagattivalsecchi.org, Museo Bagatti Valsecchi. URL consultato il 18 luglio 2016 (archiviato dall'url originale il 22 agosto 2016).
  5. ^ Per i cittadini veniva indicato il termine civis
  6. ^ Antonia Abbasttista Finocchiaro, La pittura a Bergamo nel primo decennio del cinquecento, n. 16, La rivista di Bergamo, 2001.
  7. ^ Luigi Lanzi, Scrittodi di belle Arti, su books.google.it, Per Nicolò Bettoni. URL consultato il 18 luglio 2016.
  8. ^ Francesco Maria Tassi p. 50, Vite de' pittori, scultori e architetti bergamaschi, 1793.
  9. ^ Facchinetti, p. 30.
  10. ^ Luigi Antonio Lanzi, Storia pittorica della Italia, Venezia, 1838, pp. 69, 104.
  11. ^ Il Cristo Risorto (PDF), su parrocchiazogno.it, Parrocchia Zogno notizie, 2010. URL consultato il 18 luglio 2016.
  12. ^ AA VV (Amalia Pacia, Mariolina Olivari), Scultori e intagliatori del legno in Lombardia nel Rinascimento, Milano, Electa, 2002, ISBN 88-435-9826-0.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesco Maria Tassi, Vite de' pittori, scultori e architetti bergamaschi, 1793.
  • Cenni intorno agli intagliatori e intarsiatori bergamaschi, Bergamo, Bergamo e le sue notizie patrie, 1873.
  • Luigi Lanzi, Francesco Algarotti, Scrittori di Belle Arti, Milano, 1831, p. 276.
  • A. Pinetti, Storia di Bergamo, Bergamo, 1959.
  • Antonia Abbasttista Finocchiaro, La pittura a Bergamo nel primo decenno del cinquecento, n. 16, La rivista di Bergamo, 2001.
  • Simone Facchinetti, L'ancona dell'Immacolata in sant'Agata nel Carmine, 2015.
  • Mirella Argenti, Giovanni Barachetti, Antonio Boselli, in I pittori bergamaschi-Cinquecento, I, 1976.

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