Antonia Pinelli

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Autoritratto (1614), conservato presso il Conservatorio del Baraccano di Bologna.

Antonia Pinelli, nota anche come Antonia Pinelli Bertusi, Antonia Pinelli Bertusio o Antonia Bertucci Pinelli (Bologna, ... – Bologna, luglio 1644), è stata una pittrice italiana attiva nel primo quarto del XVII secolo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Un miracolo di San Giovanni Evangelista (1614), Pinacoteca Nazionale di Bologna.

Antonia Pinelli nacque a Bologna, a una data tuttora sconosciuta.[1][2]

È stata tra le prime donne artiste di cui si abbia notizia in ambito bolognese.[3] Allieva di Lodovico Carracci, «da lui prediletta per la singolare modestia di lei, e per la particolare inclinazione, e disposizione per la pittura», intrattenne sempre un rapporto di collaborazione e stima reciproca con il maestro. Carracci fu anche suo mentore e protettore, mentre Antonia Pinelli lo considerò sempre un punto di riferimento artistico, e non smise mai «di coltivarlo, venerarlo, ed imitarlo».[4][5] È descritta da Carlo Cesare Malvasia e Luigi Crespi come una «donna sapiente»[4] e «donna intendente e saputa»[6].

Come pittrice fu attiva soprattutto nel primo quarto del XVII secolo, o negli anni venti per altre fonti, e godette di ottima reputazione.[4]

Dipinse per committenze pubbliche e private, «con molto suo credito e profitto»,[4] ma la sua opera è documentata con difficoltà.
Tra i suoi quadri, le fonti storiche ne citano in particolare due. Nel 1613[7] o 1614[8] dipinse e firmò una storia di San Giovanni Evangelista nella Cappella Sampieri della chiesa dell'Annunziata fuori porta San Mammolo, lavoro giovanile su disegno di Lodovico Carracci. Nella tavola dedicata al San Giovanni inserì un autoritratto e la figura del suo futuro marito Giovanni Battista Bertusio.[4][5][6][8]

Un altro autoritratto del 1614, conservato nel Conservatorio del Baraccano e molto danneggiato, era stato descritto nel 1780 da Jacopo Alessandro Calvi come facente parte della collezione di Filippo Hercolani.[9]

Dipinse inoltre un Angelo custode per la chiesa parrocchiale di San Tommaso in Strada Maggiore,[10] che fu conservato in Pinacoteca secondo l'Almanacco bolognese del 1831.[7]

Forse si tratta dello stesso Angelo custode che mostra ad un putto la strada della virtù, conservato nella chiesa di San Giuseppe sposo e di proprietà statale, parte delle collezioni della Pinacoteca Nazionale di Bologna, un tempo Pinacoteca della Pontificia Accademia di Belle Arti.[11][12][13][14]

Suoi anche i Santi Filippo e Giacomo dipinti per la chiesa omonima.[1] Una sua tavola d'altare si trovava nella chiesa di San Francesco della Riccardina.[15]

Un altro dipinto raffigurante la nascita di Maria Vergine, proprietà di un ente religioso, è conservato a Imola. Attribuito da Marcello Oretti al Bertusio, fu poi attribuito dal Villa ad Antonia Pinelli su disegno di Lodovico Carracci, che avrebbe dipinto anche i due angeli; l'attribuzione finale alla Pinelli si deve a Buscaroli, che individuò la firma dell'artista e la data (1626) su una mattonella: ANTON. PINELLIS VIRGO BONONIENSIS PINGEBAT MDCXXVI.[16][17] È probabilmente il dipinto firmato a cui si riferiva l'Almanacco bolognese, presente nella Chiesa di Santa Maria in Regola nel 1831.[7]

Antonia Pinelli collaborò non solo con il Carracci, ma anche con il Bertusio. Una loro opera è stata riscoperta nella Pieve dei Santi Gervasio e Protasio, probabilmente databile al 1619.[18]

«Altre pitture che sono presso diversi particolari condusse a fine assistita dal Carracci: ed alcuni dipinti ritratti, tra quali due suoi da se stessa dipinti: uno nella Galleria Hercolani, l'altro di recente acquistato dal Signor Giuseppe Sedazzi, pittore e raccoglitore di molti quadri.[7]»

Antonia Pinelli Bertusio si spense a Bologna nello stesso anno del marito, il 24 luglio 1644[4] oppure il 29 luglio.[13][14][19]

Fu sepolta nella chiesa di San Domenico a Bologna.[4][14]

Vita privata[modifica | modifica wikitesto]

Sposò Giovanni Battista Bertusio, da cui non ebbe figli.[20]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Michael Bryan 1886, p. 120.
  2. ^ Come anno di nascita, alcune fonti indicano il 1613 (sic), ma è riportato da altre fonti il 1613 o 1614 come anno di esecuzione di un suo dipinto giovanile. Cfr. Pinelli, Antonia, su CERL Thesaurus. URL consultato il 27 luglio 2021. e Giovanni Rosini 1852, p. 35 e Pittrici Bolognesi 1831, p. 53
  3. ^ Julia K. Dabbs 2020.
  4. ^ a b c d e f g Luigi Crespi 1769, p. 26.
  5. ^ a b Pellegrino Antonio Orlandi 1753, p. 64.
  6. ^ a b Carlo Cesare Malvasia 1678, p. 209.
  7. ^ a b c d Pittrici Bolognesi 1831, p. 53.
  8. ^ a b Giovanni Rosini 1852, p. 35.
  9. ^ Babette Bohn 2004, pp. 256-257.
  10. ^ La chiesa di San Tommaso della Braina fu abbattuta tra il 1852 e il 1855.
  11. ^ Strenna storica bolognese, vol. 22, 1972, p. 133.
  12. ^ G. Giordani, Catalogo dei quadri che si conservano nella Pinacoteca della Pontificia Accademia di Belle Arte in Bologna, Bologna, 1842, p. 23.
  13. ^ a b (EN) Pinelli, Antonia later Signora Bertucci, su Benezit Dictionary of Artists, Oxford University Press, 31 ottobre 2011. URL consultato il 27 luglio 2021.
  14. ^ a b c Ignazio Cantù 1844, p. 440.
  15. ^ Antonio Bolognini Amorini 1843, pp. 591-592.
  16. ^ Nascita di Maria Vergine, su Catalogo generale dei Beni Culturali, MiBACT. URL consultato il 27 luglio 2021.
  17. ^ Pinelli A. (1626), Natività di Maria, su BeWeB - Beni Ecclesiastici in web, CEI - Ufficio Nazionale per i beni culturali ecclesiastici e l'edilizia di culto, 21 febbraio 2018. URL consultato il 27 luglio 2021.
  18. ^ Fabio Chiodini 2004, pp. 427-431.
  19. ^ Secondo altre fonti, nel 1640. Cfr. Michael Bryan 1886, p. 120
  20. ^ Pellegrino Antonio Orlandi 1753, p. 269.

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