Anna Grassetti

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Ritratto di Anna Grassetti Zanardi di C. Dal Poggetto (1844)

Anna Grassetti, nota anche come Anna Grassetti Zanardi (Bologna, 25 giugno 1815Bologna, 9 settembre 1896), è stata un'infermiera, patriota e politica italiana, amica di Livio Zambeccari e moglie del cospiratore Carlo Zanardi. Figura di rilievo del mazzinianesimo bolognese, ebbe un ruolo chiave nei moti insurrezionali in Emilia[1].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Anna Grassetti nacque a Bologna il 25 giugno 1815 da Giovan Battista Grassetti, in una famiglia benestante.[2] Sposò giovanissima Carlo Zanardi da cui ebbe dei figli.[1]

Iniziò la sua attività politica a ventotto anni, cospirando a favore dell'Unità italiana assieme al marito durante i moti di Savigno del 1843, raccogliendo viveri e vestiti per i rivoltosi, nascondendo nella sua casa di campagna tra porta Castiglione e porta Santo Stefano[2] Saverio Muratori e altri cospiratori e aiutandoli poi a fuggire in Corsica a seguito del fallimento dell'insurrezione. Carlo riuscì a sfuggire alle condanne a morte e all'incarcerazione scappando in Toscana con l'aiuto della moglie. Lo Zanardi poté rientrare a Bologna nel 1846, dopo l'amnistia di Pio IX, prendendo poi parte alla prima guerra d'indipendenza[3][4][2]

L'8 agosto 1848, la Grassetti fu tra le protagoniste della battaglia della Montagnola, dove «combatté come un fante».[5] Come infermiera e addetta alle ambulanze accompagnò il marito, capitano nei Cacciatori dell'Alto Reno comandati dal bolognese Livio Zambeccari, durante i moti del 1848 in Veneto e nel 1849 a Roma, per la difesa della Repubblica romana.[4]

Mentre i Francesi entravano a Roma, decretando la sconfitta dei patrioti, Giuseppe Mazzini gettava le basi per una nuova società politica, l'Associazione Nazionale, che avrà a Londra un centro collegato a comitati locali in Italia di almeno dieci membri corrispondenti. A Bologna, la riorganizzazione della cospirazione mazziniana fu affidata ad Anna Grassetti Zanardi, ormai svincolata dalle sorti del marito che, troppo compromesso, era dovuto fuggire in esilio in Spagna, e poi in altri paesi, fino alla morte. Rimasta vedova con quattro figli, Anna fu incaricata da Mazzini di costituire comitati in diverse città emiliane, venendo sorvegliata e subendo frequenti perquisizioni[5][4][6]. La Grassetti fondò quindi i comitati di Bologna, Ferrara, Comacchio e Spoleto, diventando «la prima mazziniana attivista».[7]

Tra il 1852 e il 1854 gli Austriaci procedettero a una serie di arresti, processi e condanne che disorganizzarono l'attività cospirativa.[2] Accusata di alto tradimento per aver tenuto corrispondenza segreta, diffuso scritti rivoluzionari e ospitato incontri tra i capi dei comitati[2], l'8 settembre 1852 fu arrestata a Ferrara, dove scontò trenta mesi di dura reclusione in attesa del processo, dei quali diciotto in assoluto isolamento. Nel 1853 devette assistere alla fucilazione, da parte degli Austriaci, dei mazziniani Giacomo Succi, Domenico Malagutti e Luigi Parmeggiani, suoi corrispondenti. Il 18 gennaio 1855[2] venne finalmente emessa la sentenza: vent'anni, poi ridotti a otto, che scontò in varie carceri, dalla fortezza di Ferrara al carcere di Civita Castellana e poi alle carceri di Roma. Durante il trasporto da Bologna a Civita Castellana, di passaggio nelle città romagnole, ricevette l'omaggio da tante signore «in carrozza, a cavallo, o a piedi» e fu acclamata dal popolo con lodi e fiori, come testimoniato tra gli altri da Zellide Fattiboni.[5]

«La popolarità di Anna, donna coraggiosa che interpretò l'emancipazione femminile come libertà morale sia nella lotta risorgimentale, sia nell'ambito coniugale - fu infatti sempre associata e complice del marito -, va ricercata tanto nell'adesione alla causa del riscatto nazionale quanto nell'affermazione straordinaria di patriota fedele agli ideali mazziniani.[1]»

Dopo due anni di carcere a Roma, per il peggioramento delle sue condizioni di salute le furono concessi i domiciliari, che scontò in una casa via Due Macelli.[4] Nel 1858 ottenne la grazia, «per intercessione presso il Pontefice di tre nobildonne bolognesi, Maria Hercolani, Teresa Simonetti e Olimpia Hercolani»[1], e rientrò a Bologna, dove fu sorvegliata dalla polizia pontificia.[4]

Nel 1860 e poi nel 1867, partecipò alla spedizione dei Mille e seguì Garibaldi «nel Napoletano, nel Lombardo-Veneto, nel Tirolo, a Mentana e a Monterotondo».[1]

Dopo l'Unità d'Italia rivestì incarichi nel Partito Democratico Italiano di Unità Monarchica[1], continuando fin in tarda età a partecipare ai cortei patriottici dei reduci delle guerre d'indipendenza e dei garibaldini, «(…) e com'essi indossare la gloriosa camicia rossa (...) una donna anziana, di bassa statura e alquanto pingue, coperta il petto di numerose medaglie (…)».[5][4]

Anna Grassetti Zanardi morì il 9 settembre 1896 a Bologna; è sepolta nel cimitero monumentale della Certosa di Bologna, nella Sala delle Tombe al pozzetto 341.[8][3]

A lei è stata intitolata una via nel 2006 a Bologna.[9]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Memorie ed appunti intorno alla vita politica di Anna Grassetti Zanardi, manoscritto autografo, 1984-1985, parzialmente pubblicato nel Bollettino del Museo civico del Risorgimento di Bologna

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Jadranka Bentini (a cura di), La voce delle donne. Guida al Risorgimento dell'Emilia Romagna, Torino, Allemandi, 2011, pp. 31-32
  2. ^ a b c d e f Giuseppina Lupi, Anna Grassetti, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 58, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2002. URL consultato il 20 aprile 2021.
  3. ^ a b Museo civico del Risorgimento (a cura di), Grassetti Anna, su Storia e Memoria di Bologna, Istituzione Bologna Musei. URL consultato il 18 aprile 2021.
  4. ^ a b c d e f Marco Poli, Donne bolognesi nel Risorgimento (1), su radiomarconi.com, Comitato Guglielmo Marconi International. URL consultato il 18 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 22 giugno 2013).
  5. ^ a b c d 8 settembre 1851 - Arrestata Anna Grassetti Zanardi, su bibliotecasalaborsa.it, Biblioteca Salaborsa, 1º febbraio 2020. URL consultato il 18 aprile 2021.
  6. ^ Mirtide Gavelli, Il ruolo femminile nel Risorgimento italiano, in Noi donne, ottobre 2010, pag. 37
  7. ^ A. Berselli, I mazziniani a Bologna dall'8 maggio 1849 al 6 febbr. 1853, in Nuova Rivista storica, XXXVI, 1952, p. 472, cit. in Giuseppina Lupi, Anna Grassetti, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 58, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2002. URL consultato il 20 aprile 2021.
  8. ^ Eroine in Certosa: la storia al femminile > Visita guidata virtuale, Museo Civico del Risorgimento
  9. ^ Delibera di Giunta 27 giugno 2006, cfr. Toponimi femminili, Comune di Bologna, consultato il 20 aprile 2021

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • * Jadranka Bentini (a cura di), La voce delle donne. Guida al Risorgimento dell'Emilia Romagna, Torino, Umberto Allemandi & C., 2011, pp. 31-32, ISBN 9788842220312. (fonte utilizzata)
  • Alfredo Cavara, Anna Grassetti ved. Zanardi, in Rivista mensile del Comune di Bologna, marzo 1934, p. 53
  • Centenario della morte dei martiri ferraresi Giacomo Succi, Domenico Malagutti, Luigi Parmeggiani. Note intorno al processo dei Ferrara del 1853, Ferrara, Comune di Ferrara, 1953
  • Mirtide Gavelli, Il ruolo femminile nel Risorgimento italiano, in Noi donne, ottobre 2010, p. 37.
  • Costantino Panigada, Ferrara dopo il 1848 ed i martiri del '53, Ferrara, Tipografia Sociale, 1916
  • Serena Bersani, 101 donne che hanno fatto grande Bologna, Roma, Newton Compton, 2012 (fonte utilizzata)
  • Aldo Berselli, Da Napoleone alla Grande Guerra, in Storia di Bologna, vol. 4, tomo 1, Bologna, Bononia University Press, 2010, pp. 58-59
  • Aldo Berselli, La situazione politica a Bologna e nelle Legazioni dal 1849 al 1856, in Il 1859-60 a Bologna, Bologna, Edizioni Calderini, 1961, pp. 66-67
  • Giuseppe Brini, Artigiani a Bologna. Cenni di storia e attualità, Bologna, Tamari, 1978, p. 84, 96
  • Giulio Cavazza, Anna Grassetti Zanardi e la cospirazione mazziniana nelle Legazioni, in Bollettino del museo civico del Risorgimento, 1984-1985, pp. 159-192
  • Giulio Cavazza, Bologna dall'età napoleonica al primo Novecento, in Antonio Ferri e Giancarlo Roversi (a cura di), Storia di Bologna, Bologna, Bononia University Press, 2005, p. 318
  • Umberto Marcelli, Le vicende politiche dalla Restaurazione alle annessioni, in Aldo Berselli (a cura di), Storia della Emilia Romagna, Imola, University Press Bologna, 1980, vol. 3., p. 95
  • Ugo Pesci, I bolognesi nelle guerre nazionali, a cura della Federazione fra le Società militari della città e Provincia di Bologna, Bologna, Zanichelli, 1906, pp. 120-121
  • Fiorenza Tarozzi, I giorni e le notti dalle lunghe ore. Nel carcere di San Giovanni in Monte nell'Ottocento, in Giovanni Greco (a cura di), Criminalità e controllo sociale a Bologna nell'Ottocento, Bologna, Patron, 1998, pp. 57-59
  • Liviana Gazzetta, Nella cospirazione, la vita politica di Anna Grassetti, in Il paese delle donne, 19 dicembre 2010.
  • Federico Comandini (a cura di), Conspirazioni di Romagna e Bologna: nelle memorie di Federico Comandini e di altri patriotti del tempo (1831-1857), N. Zanichelli, 1899

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