Angelo Casarino

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Angelo Casarino, O.P.
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiVescovo di Caorle (1593-1600)
 
Nato1529-1530 a Treviso
Nominato vescovo5 luglio 1593 da papa Clemente VII
Consacrato vescovo15 agosto 1593
Deceduto1º marzo 1600 a Treviso
 

Angelo Casarino detto anche Casarini[1] o Casalino[2] (Treviso, 1529-1530[3]Treviso, 1º marzo 1600) è stato un vescovo cattolico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Treviso[2] nel XVI secolo, entrò nell'Ordine dei frati predicatori di San Domenico. Fu studioso ed esperto di matematica ed astronomia molto apprezzato nella Treviso dell'epoca[4][5]. Poche notizie, tuttavia, si trovano di lui nelle fonti storiche prima della sua elezione a vescovo di Caorle, quale successore di Girolamo Righetto, anch'egli originario di Treviso, avvenuta il 5 luglio 1593 per volere di papa Clemente VII. Ricevette l'ordinazione episcopale nella chiesa di San Niccolò della sua stessa città il successivo 14 agosto[6].

In qualità di vescovo di Caorle, riconsacrò la chiesa di San Giobbe il 13 luglio 1595, in seguito alla profanazione che seguì ad un fatto di sangue[4][5] e fu chiamato a consacrare l'altare della chiesa di San Sebastiano a Venezia il 18 ottobre 1598, dedicandolo a Sant'Onofrio[1]. Inoltre, come annota il Musolino, partecipò alla solenne traslazione del dipinto della Madonna delle Grazie, detta Ortocosta, dalla chiesa di Santo Stefano a quella dei santi Rocco e Margherita a Venezia[4] (oggi conservata nella chiesa di San Samuele).

Nel 1595 consacra inoltre la statua di San Michele arcangelo, patrono della città di Caorle, opera dello scultore Andrea dell'Aquila, che fa porre nell'omonima chiesa. Di ciò resta un'iscrizione, ancor oggi conservata, che recita:

«B. MICHAELI ARCANGELO
PRINCIPI GLORIOSISS
DE CAPRVLEN. OMNIB.
OPT. MERITO
CIVITAS CAPRVLANA
A. N. M. D. XCV
EPO F. ANGELO CASARINO
ET PRÆTORE ALOYSIO RIVA
VIRO SANE CL.MO ATQ
INNOCENTISS.»

Ai lati della lapide, che un tempo formava un tutt'uno con la statua di San Michele, si trovano lo stemma del podestà Luigi Riva e quello del vescovo Casarino, che si presenta bipartito, nel registro superiore con un leone rampante che tiene in mano un giglio e nel registro inferiore cappato semplice, proprio dell'ordine dei predicatori domenicani.

Muore a Treviso il 1º marzo 1600. Diversi autori riportano l'«ingegnosa» epigrafe sepolcrale apposta sulla sua tomba[7], nell'atrio della chiesa di San Nicolò di Treviso[2][5], aperta da cinque M e chiusa da cinque S, il cui senso è svelato dall'Ughelli[8][9]:

(LA)

«M[ortalis] M[onumenta] M[onent] M[entem] M[oriendum]
QUID VIS VIVE? LOQUI DEFUNCTO SISTE, QUID URGES?
QUIS SIT HIC? EXCELSI PARS QUOTACUMQUE POLI.
QUIS FUERIT? FUIT ANGELUS: EX QUO STEMMATE NATUS?
EX CASARINIS CIVIBUS. UNDE? SOLO.
QUALIS? MYTRATUS. CUJUS? CAPRULENSIS. AN ISTIC
VIXERIT? HAUD VIXIT. QUOMODO? VIVIT ADHUC.
QUID SIC? QUOD FATO NIL DIGNUM GESSERIT. OEVO
GRANDIS? DIC QUATUOR LYSTRA, SED ADDE DECEM.
QUA FUERIT VITA? SANCTA. QUA VESTE PROFESSUS?
HAC, QUÆ FERT SUMMI MYSTICA VERBA DEI.
AN TIBI SIT PRÆSENS? PRÆSENS QUID NAM VELIT? UNUM,
UT MORIENS DISCAS VIVERE. LECTOR ABI
FR. JO. FRANCISCUS MARCHETTI TAR. ORDIN.
PRAEDIC. OBSERVANTIÆ ERGO.
S[uo] S[umpto] S[epulchrum] S[tatuendum] S[tuduit]»

(IT)

«Le tombe ammoniscono la mente mortale sulla morte
Cosa vuoi vivente? Fermati a parlare al defunto, perché passi?
Chi c'è qui? Una pur piccola parte dell'eccelso cielo.
Chi era? Fu Angelo: da che ramo è nato?
Dalla famiglia Casarini. Da dove? Solo.
Come? Mitrato. Di chi? Di Caorle. È forse ivi
morto? Non è morto. In che modo? Vive tuttora.
Perché così? Poiché condotto da un destino indegno. In età
avanzata? Conta quattro lustri, ma aggiungi dieci.
Come fu la vita? Santa. Che veste professò?
Quella che conduce alle mistiche parole del Sommo Dio.
Sei ancora qui? Sono qui cos'altro vuoi?
Una cosa, che morente impari a vivere. Lettore allontanati.
Fra Giovanni Francesco Marchetti Ordinario di Treviso
dunque dell'osservanza dei predicatori.
A sue spese si occupò di collocare il sepolcro.»

Il Bottani riporta che la tomba del vescovo si trova sotto una statua che ne ritrae le sembianze[2]. Si apprende in altra fonte che un ritratto del vescovo Casarino fu realizzato da Bernardino Castelli[10], al quale è ascritta come prima opera, tratta dal Marmo (ossia probabilmente la statua a cui si riferisce il Bottani). Quest'opera è probabilmente tra quelle commissionate al pittore veneziano dai domenicani di Treviso, e distrutte nei bombardamenti del 1944. Gusso e Gandolfo riportano anche che al vescovo Casarino furono riportati alcuni sonetti dal maestro Giovanni Battista Donato di Gruaro[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Emmanuele Antonio Cicogna, Delle Iscrizioni Veneziane (Volume IV), 1834, Presso Giuseppe Picotti Stampatore, Venezia
  2. ^ a b c d Trino Bottani, Saggio di Storia della Città di Caorle, 1811, nella Tipografia di Pietro Bernardi, Venezia
  3. ^ Così si evince dall'epigrafe sepolcrare pubblicata dal Bottani
  4. ^ a b c Giovanni Musolino, Storia di Caorle, 1967, La Tipografica, Venezia
  5. ^ a b c d Paolo Francesco Gusso e Renata Candiago Gandolfo, Caorle Sacra, 2012, Marcianum Press, Venezia
  6. ^ Bishop Angelo Casarino O.P., su catholic-hierarchy.org.
  7. ^ Giovanni Michele Cavalieri, Galleria de'Sommi Pontefici, patriarchi, arcivescovi, e vescovi dell'Ordine de' Predicatori (Tomo II), 1696, Benevento
  8. ^ Ferdinando Ughelli, Italia sacra sive de episcopis Italiæ, et insularum adjacentium (Tomo V), 1720, apud Sebastianus Coleti, Venezia
  9. ^ Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da S. Pietro sino ai nostri (Vol. 93), 1859, Tipografia Emiliana, Venezia
  10. ^ Domenico Maria Federici, Memorie Trevigiane sulle Opere di Disegno Dal mille e cento al mille ottocento (Volume I), 1803, Francesco Andreola, Venezia

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Caorle Successore
Girolamo Righetto 5 luglio 1593 – 1º marzo 1600 Lodovico de Grigis