Angela Nogarola

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Angela Nogarola

Angela Nogarola (Verona, 13801436) è stata una letterata, poetessa e scrittrice italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlia del cavaliere Antonio Nogarola divenne moglie nel 1396 del conte Antonio d'Arco; era zia delle filosofe Isotta e Ginevra. Visse a Verona e a Vicenza.

Ricevette formazione da Antonio Loschi, divenendo probabilmente sua pupilla. Si dedicò alla scrittura e alla poesia in particolare su tema religioso e in lingua latina, anche dopo il matrimonio, componendo alcune egloghe e ottenendo discreto successo e meraviglia poiché di sesso femminile. Si scambiò corrispondenza in tono informale con Pandolfo III Malatesta, Giangaleazzo Visconti, Niccolò Facino, Matteo Orgian e Francesco Barbavara.[1]

Il suo stile, influenzato da Francesco Petrarca, venne apprezzato ma considerato lontano dal classico.[2]

Un suo ritratto in olio su tela del XVIII secolo è custodito presso il rettorato dell'Università di Bologna.[3]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Opera
  • Epistolae et carmina
  • Angelæ et Zeneveræ Nogarolæ Epistolæ et carmina[4]
  • Dominus Angelus Veronensis de Nogarolis ad dominum Antonium de Luscis[5]
  • L'egloga di Angela Nogarola a Francesco Barbavara[1]
  • Liber de Virtutibus

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Libro Di Messer Giovanni Boccaccio Delle Donne Illustri, di Giovanni Boccaccio, ed. Filippo Giunti, 1596, pp. 340–341.
  • Women Latin Poets, di Jane Stevenson, ed. Oxford University Press, 2005, p. 158, ISBN 9780198185024.
  • Women's Writing in Italy, 1400–1650, di Virginia Cox, ed. Johns Hopkins University Press, 2008, p. 12, ISBN 9780801888199.
  • Cenni biografici di alcune donne illustri italiane, di Giuseppe Spallicci, ed. L. Pedone Lauriel, 1873, pp. 31–32.
  • Angela Nogarola, das Buch der Tugend in Humanistinnen, di Ursula I. Meyer, ein-FACH-verlag, 2014, pp. 73–76, ISBN 9783928089630.
  • Un'egloga "viscontea" di Angela Nogarola, capitolo pp. 113-129 di Studi Umanistici Piceni XXXIII 2013 di Angelo Piacentini, Istituto Internazionale di Studi Piceni.

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