Andrea Calcese

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Il carro di Pulcinella durante la festa di Piedigrotta a Napoli

Andrea Calcese (Napoli o Acerra, 1595Napoli, 10 maggio 1656[1]) è stato un attore teatrale italiano del Seicento, il primo a vestire la maschera di Pulcinella.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Napoli o ad Acerra Andrea Calcese, soprannominato "Ciuccio", può essere considerato il primo vero rappresentante della maschera di Pulcinella nella storia del teatro napoletano, anche se il suo maestro Silvio Fiorillo fu l'ideatore della maschera. Calcese iniziò a recitare verso il 1615 alla stanza di San Giorgio De' Genovesi presso la chiesa omonima nel quartiere di San Giuseppe, con la compagnia di Antonio De Mase e Bartolomeo Zito, rivestendo piccole parti comiche. Solo nel 1618 Calcese indossò per la prima volta la maschera di Pulcinella.

A scoprire Andrea fu Ambrogio Buonomo, il quale vedendolo recitare ed intuitone le superbe capacità ed il potenziale artistico divenne, prima suo affettuoso maestro e poi impareggiabile collaboratore, rivestendo magistralmente i panni di "Coviello" altra maschera del repertorio della commedia dell'arte napoletana. Il loro stile recitativo era tutto impostato sulla improvvisazione, sulla recitazione "A braccia", il che consisteva nell'inventare continuamente lazzi e battute senza alcuna scrittura preordinata. Inventando un genere "Il comico e la spalla" che sarà negli anni a venire la base del teatro comico napoletano e non solo.

Andrea Calcese morì a Napoli il 10 maggio 1656[1]. Oltre a lasciare di sé un ricordo bellissimo, lasciò anche un'eccezionale eredità: il suo allievo Michelangelo Fracanzani.

La sua fama arrivò in Spagna.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Vincenzo Palmisciano, Sui due attori napoletani Ambrogio Buonomo e Andrea Calcese, in Studi secenteschi, vol. LXI (2020), pp. 304-305.
  2. ^ Relatione delle feste fatte in Napoli dall'eccellen[tissi]mo signor duca di Medina de las Torres, viceré del regno, per la nascita della serenissima infa[n]ta di Spagna, Napoli, Egidio Longo, 1639.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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