Alluvione di Firenze del 13 agosto 1547

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Alluvione di Firenze
del 13 agosto 1547
disastro naturale
Incisione su una pietra angolare tra via delle Casine e via Ghibellina dove è indicato il livello dell'Arno raggiunto durante l'alluvione del 13 agosto 1547 (a sinistra) e il 3 novembre 1844 (targa metallica a destra)
TipoAlluvione
Data13 agosto 1547
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Toscana
Provincia  Firenze
Comune
Motivazionestraripamento del fiumi Arno e Sieve
Conseguenze
Morticirca 100
Feritin.d.
Dispersin.d.
DanniPer 300.000 scudi[1])

L’alluvione di Firenze del 13 agosto 1547 fu una delle più disastrose inondazioni dell’Arno, soprattutto per i danni causati al quartiere di Santa Croce, come riportano alcune fonti del tempo[2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo molti cronisti del tempo - tra cui Giovan Battista Adriani, storiografo di Cosimo de’ Medici - l'inondazione fu causata dalle intense precipitazioni che caddero già dalla sera del 12 agosto 1547 sulla città di Firenze, in tutta la zona del Mugello e delle montagne della Verna, in provincia di Arezzo. I fiumi della zona del Mugello strariparono, in particolar modo la Sieve, inondando tutta la città di Pontassieve e distruggendo il suo ponte e il convento dei Francescani. Il livello dell’acqua salì ad un'altezza di quaranta braccia, circa ventitré metri sopra il livello del letto del fiume, allagando di fatto tutti i campi vicini e portando con sé, nella corrente, tronchi di alberi e molti detriti. Alle porte di Firenze, alla confluenza con la Sieve, che aveva inondato la zona del Mugello, il livello del fiume Arno salì presto ad un livello alto: la piana di San Salvi fu sommersa per circa dieci braccia (quasi sei metri) e l'acqua arrivò verso il centro della città, passando attraverso Porta alla Croce all'una del pomeriggio del 13 agosto 1547[3].

Lo straripamento dell’Arno causò l’allagamento di piazza Santa Croce, tanto che il livello del fiume salì fino a coprire le scalinate della chiesa. Successivamente le acque raggiunsero il Canto de’ Pazzi, passando per la piazza di San Pier Maggiore fino a Borgo Pinti e inondando, infine, le attuali aree di Santa Trinita, Borgo Ognissanti fino a raggiungere San Niccolò. Fra il ponte Rubaconte, l’attuale ponte alle Grazie, e ponte Vecchio l’alluvione provocò danni a duecentocinquanta braccia di sponda. Il fiume invase anche la piazza del Grano e la vicina piazza della Signoria, sommergendo gli uffici della Gabella del Sale e quella dei Contratti, che erano allora situati al piano inferiore di palazzo Vecchio[4].

Secondo Giovan Battista Adriani[5] le vittime nella zona del Mugello furono circa cento e più di sessanta furono i corpi ritrovati sopra i greti del fiume, mentre Bernardo Segni stimò i danni in trecentomila scudi[6].

Iscrizioni commemorative[modifica | modifica wikitesto]

Le epigrafi che ricordano questa alluvione si trovano nel centro della città di Firenze[7], in particolar modo nella zona di Santa Croce, quella più soggetta alle esondazioni del fiume[8]. Un'iscrizione si trova all’angolo tra via delle Casine e via Ghibellina, in quella che era già via del Renaio n. 68[9], che indica il livello del fiume Arno a circa due metri di altezza. Un'altra incisione, invece, si trova su una pietra della cantonata della piazza di Santa Croce sulla Casa detta del Diluvio[10].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Scudo
  2. ^ (IT) Ferdinando Morozzi, Dello stato antico e moderno del fiume Arno e delle cause e de' rimedi delle sue inondazioni ragionamento istorico mattematico dell'ingegnere Ferdinando Morozzi di Colle Valdelsa ... Parte prima contenente la storia delle inondazioni 1 Parte prima contenente la storia delle inondazioni. 1, nella stamperia di Gio. Batista Stecchi, all'insegna di S. Ignazio Lojola, 1762. URL consultato il 9 maggio 2023.
  3. ^ Giovan Battista Adriani, Istoria de' suoi tempi di Giovambatista Adriani gentilhuomo fiorentino. Divisa in libri ventidue, di nuovo mandata in luce. Con li sommarii, e tavola delle cose più notabili, Firenze, nella stamperia de i Giunti, 1583. URL consultato il 4 maggio 2023.
  4. ^ Ferdinando Morozzi, Dello stato antico e moderno del fiume Arno e delle cause e de' rimedi delle sue inondazioni ragionamento istorico mattematico dell'ingegnere Ferdinando Morozzi di Colle Valdelsa ... Parte prima contenente la storia delle inondazioni 1 Parte prima contenente la storia delle inondazioni. 1, Firenze, nella stamperia di Gio. Batista Stecchi, all'insegna di S. Ignazio Lojola, 1762. URL consultato il 4 maggio 2023.
  5. ^ (IT) Giovan Battista Adriani, Istoria de' suoi tempi di Giouambatista Adriani gentilhuomo fiorentino. Diuisa in libri ventidue Di nuouo mandata in luce. Con li sommarii, e tauola delle cose piu notabili, nella stamperia de i Giunti, 1583, p. 233. URL consultato il 17 maggio 2023.
  6. ^ Bernardo Segni, Storie fiorentine di Messer Bernardo Segni, gentiluomo fiorentino, dall'anno MDXXVII. al MDLV, Livorno : G. Masi, 1830, pp. 727. URL consultato il 4 maggio 2023.
  7. ^ Le targhe delle alluvioni storiche, su Le targhe delle alluvioni storiche. URL consultato il 4 maggio 2023.
  8. ^ Concetta Bianca e Francesco Salvestrini (a cura di), L'acqua nemica: fiumi, inondazioni e città storiche dall'antichità al contemporaneo: atti del convegno di studio a cinquant'anni dall'alluvione di Firenze (1966-2016): Firenze, 29-30 gennaio 2015, collana Biblioteca del Centro per il collegamento degli studi medievali e umanistici in Umbria, Fondazione Centro italiano di studi sull'alto Medioevo, 2017, ISBN 978-88-6809-152-1.
  9. ^ Francesco Bigazzi, Iscrizioni e memorie della città di Firenze, Firenze, Tipi dell'Arte della Stampa, 1887. URL consultato il 4 maggio 2023.
  10. ^ Ferdinando Morozzi, Dello stato antico e moderno del fiume Arno e delle cause e de' rimedi delle sue inondazioni ragionamento istorico mattematico dell'ingegnere Ferdinando Morozzi di Colle Valdelsa ... Parte prima contenente la storia delle inondazioni: Parte prima contenente la storia delle inondazioni., Firenze, nella stamperia di Gio. Batista Stecchi, all'insegna di S. Ignazio Lojola, 1762. URL consultato il 4 maggio 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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