Alleanza della Nazione

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Alleanza della Nazione
(TR) Millet İttifakı
LeaderKemal Kılıçdaroğlu (CHP)
Meral Akşener (İYİ)
Ali Babacan (DEVA)
Ahmet Davutoğlu (GP)
Temel Karamollaoğlu (SP)
Gültekin Uysal (DP)
StatoBandiera della Turchia Turchia
Fondazione5 Maggio 2018
Dissoluzione4 Luglio 2023
PartitoPartito Popolare Repubblicano,
Buon Partito,
Partito della Democrazia e del Progresso,
Partito del Futuro,
Partito della Felicità,
Partito Democratico
IdeologiaAnti-Erdoğanismo
Parlamentarismo
CollocazioneGrande tenda
Seggi massimi Grande Assemblea Nazionale Turca
175 / 600
(2018)

L'Alleanza della Nazione (in turco Millet İttifakı) è un'alleanza elettorale formatasi nel maggio 2018 in Turchia, a partire dalle elezioni presidenziali e parlamentari del giugno 2018, tra il Partito Popolare Repubblicano (CHP), il Buon Partito (İYİ), il Partito Democratico (DP) e il Partito della Felicità (SP). L'alleanza vuole essere una continuazione della cooperazione di coloro che si sono opposti a un sistema presidenziale nel referendum del 2017 e successivamente garantire un'ulteriore azione comune.

Il 26 gennaio 2023, il Partito della Democrazia e della Prosperità (DEVA) e il Partito del Futuro (GELECEK) del "Tavolo dei Sei" si sono uniti all'Alleanza della Nazione. I sei partiti partecipano uniti alle elezioni presidenziali turche del 2023 presentando come candidato unico il leader del CHP Kemal Kılıçdaroğlu.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Elezioni 2018[modifica | modifica wikitesto]

L'obiettivo delle elezioni parlamentari del 2018 era quello di schierare nelle province e nelle contee alcuni candidati di partiti che avessero maggiori possibilità di conquistare un seggio in parlamento, al fine di ottenere una maggioranza in parlamento.[1] Partecipando a questa alleanza, il DP e l'SP volevano "riportare indietro" i propri elettori che altrimenti a causa della soglia minima vigente del dieci per cento per l'entrata in parlamento avrebbero votato per altri partiti (il cui oltrepassamento della soglia era certo; soprattutto l'AKP). Inoltre, l'alleanza è stata sostenuta dal Demokratik Sol Parti.[2].

Il Partito della Felicità ha così portato due candidati alla Grande Assemblea Nazionale di Turchia attraverso le liste elettorali del CHP; questi sono passati al loro vero partito dopo il giuramento.[3] Il leader del Partito Democratico è riuscito a fare lo stesso attraverso il Partito İyi.[4]

Al contrario, nelle elezioni presidenziali che si sono svolte contemporaneamente, ogni partito avrebbe dovuto schierare il proprio candidato al primo turno (con il DP che avrebbe appoggiato Akşener), massimizzando così la possibilità di un ballottaggio in cui il candidato dell'opposizione avrebbe ricevuto il sostegno di tutti i partiti. Questo non è poi accaduto in quanto il presidente uscente Erdoğan ha vinto le elezioni al primo turno.[5]

Elezioni locali 2019[modifica | modifica wikitesto]

Il CHP e l'İYİ hanno concordato un'altra alleanza in vista delle elezioni locali del 31 marzo 2019. Di conseguenza, l'İYİ non ha presentato propri candidati a sindaco in città come İstanbul, Ankara e İzmir, sostenendo così il CHP. Da parte sua, il CHP non ha presenteto propri candidati a Balıkesir, Trabzon e Denizli, tra le altre. Inoltre, ci fu anche un candidato comune nelle circoscrizioni di molte città. In totale, la cooperazione è stata concordata in 51 città/province.[6][7]

CHP e İYİ sono così riusciti a conquistare la carica di sindaco in quattro delle cinque città più grandi del Paese (Istanbul, Ankara, Izmir e Adana).

Il "Tavolo dei Sei"[modifica | modifica wikitesto]

In seguito alla formazione di un "tavolo dei sei" (in turco Altılı Masa) e a una serie di incontri congiunti in corso tra i membri dell'Alleanza e i non membri dei partiti DEVA e GELECEK per lavorare insieme alla creazione di una nuova costituzione e al ritorno a un nuovo sistema parlamentare, sono emerse nei media e nella sfera pubblica speculazioni e l'idea di una "alleanza allargata delle nazione".[8]

Nell'ambito delle riunioni di cooperazione congiunta tra 6 partiti in corso sotto il nome di "Tavolo dei Sei" (turco: Altılı Masa) con i membri dell'Alleanza İYİ, CHP, SP, DP, ma anche insieme a non membri come il Partito della Democrazia e del Progresso (DEVA) e il Partito del Futuro (GP). Il tavolo sta lavorando su una nuova proposta di sistema parlamentare "migliorato e rafforzato", modellato su altre democrazie parlamentari e considerato più democratico e stabile rispetto al precedente sistema parlamentare turco, compresa una nuova costituzione che garantisca i suddetti fondamenti e non solo.

Il 26 gennaio 2023, anche i restanti partiti membri del "Tavolo dei Sei" hanno aderito all'Alleanza della Nazione.[9]

Il 3 marzo 2023, la leader di İYİ Meral Akşener ha annunciato di aver preso la decisione di ritirarsi dal Tavolo dei Sei e dall'Alleanza Nazionale e ha dichiarato che il suo partito non avrebbe sostenuto il leader del principale partito di opposizione CHP Kemal Kılıçdaroğlu come candidato comune alle elezioni presidenziali turche del 2023.[10] Tuttavia, il 6 marzo, lei e il suo partito sono rientrati nel Tavolo dei Sei dopo intense critiche pubbliche e dopo l'annuncio che Ekrem İmamoğlu e Mansur Yavaş sarebbero stati nominati vicepresidenti in caso di vittoria di Kemal Kılıçdaroğlu alle elezioni presidenziali.[11] Quest'ultimo è stato così designato come candidato unico dell'alleanza alle elezioni presidenziali del 2023.

Ideologia[modifica | modifica wikitesto]

In generale, la piattaforma pone particolare enfasi sull'istituzione di un sistema parlamentare rafforzato, sull'inversione dell'attuale tendenza all'arretramento democratico, sul ripristino dello stato di diritto e della separazione dei poteri, nonché sul miglioramento della situazione dei diritti umani in Turchia.[12][13]

L'attuale formato dell'Alleanza Nazionale presenta forti differenze rispetto al 2018, quando tutti i partiti avevano nominato i loro singoli candidati alla presidenza e l'alleanza aveva più un obiettivo elettorale che politico, collegando partiti con precetti vagamente definiti.[14] A differenza del passato, i partiti ora si sforzano di agire con consenso, gettando le basi di una potenziale transizione democratica nella Turchia post-Erdoğan.[15][16]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (TR) Erken seçim 2018: Muhalefet ittifakı nasıl işleyecek?, su haberturk.com. URL consultato il 5 maggio 2018.
  2. ^ (TR) DSP'den Millet İttifakı'na destek, in Yeni Çağ Gazetesi. URL consultato il 27 maggio 2018.
  3. ^ (TR) 2 milletvekili CHP'den istifa ederek Saadet Partisi'ne geçti, su yeniasya.com.tr. URL consultato il 22 febbraio 2019.
  4. ^ (TR) Yeni Şafak, Demokrat Parti İyi Parti’den 1 vekil çıkardı, su yenisafak.com, 25 giugno 2018. URL consultato il 22 febbraio 2019.
  5. ^ (DE) Erdogans Gegner bringen sich in Stellung, su news.ORF.at, 4 maggio 2018. URL consultato il 5 maggio 2018.
  6. ^ (TR) Son dakika: CHP ve İYİ Parti’nin ortak adayları belli oldu!, su sozcu.com.tr. URL consultato il 22 febbraio 2019.
  7. ^ (TR) İYİ Parti'den CHP ile işbirliği açıklaması, su haberturk.com. URL consultato il 22 febbraio 2019.
  8. ^ (EN) IACL-AIDC Blog, Opposition Alliance in Turkey: Can it Restore Democracy?, su blog-iacl-aidc.org. URL consultato il 27 novembre 2022.
  9. ^ (TR) Altılı Masa, Millet İttifakı oldu: Meclis karar almadıkça Erdoğan aday olamaz, su birgun.net. URL consultato il 28 gennaio 2023.
  10. ^ (EN) Akşener parts ways with ‘Table of Six’ - Türkiye News, su Hürriyet Daily News, 3 marzo 2023. URL consultato il 3 marzo 2023.
  11. ^ (TR) Akşener altılı masaya döndü – DW – 06.03.2023, su dw.com. URL consultato il 6 marzo 2023.
  12. ^ (TR) Millet İttifakı'nın hükümet programında neler var? – DW – 30.01.2023, su dw.com. URL consultato l'8 febbraio 2023.
  13. ^ (EN) Opposition Alliance in Turkey: Can it Restore Democracy?, su IACL-IADC Blog, 22 febbraio 2022. URL consultato il 19 novembre 2022.
  14. ^ (TR) Seçim 2018: Millet İttifakı nasıl işleyecek?, in BBC News Türkçe. URL consultato l'8 febbraio 2023.
  15. ^ (EN) Berk Esen, The Opposition Alliance in Turkey: A Viable Alternative to Erdoğan?, su Stiftung Wissenschaft und Politik (SWP), 9 gennaio 2022. URL consultato il 19 novembre 2022.
  16. ^ (EN) Post-2023 Election Scenarios in Turkey, su Stiftung Wissenschaft und Politik (SWP), 22 settembre 2022. URL consultato il 19 novembre 2022.