Alberto Briganti

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Alberto Briganti
Il generale Alberto Briganti durante la seconda guerra mondiale
NascitaUmbertide, 22 dicembre 1896
MorteRoma, 2 luglio 1997
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Bandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Marina
Regia Aeronautica
Aeronautica Militare
Specialitàpilota di idrovolanti
Unità252ª Squadriglia
253ª Squadriglia
264ª Squadriglia
Vittorio Emanuele (nave da battaglia)
Anni di servizio1916-1923 (Regia Marina)
1923-1952 (aeronautica)
Gradogenerale
Guerreprima e seconda guerra mondiale
riconquista della Libia
Campagnecampagna del Dodecaneso
Comandante diStormo Sperimentale B.M. (poi 31º Stormo)
1ª Brigata Aerea da Bombardamento
Aeronautica della Libia
1ª Zona aerea territoriale
1ª Squadra aerea
Aviazione ausiliaria per la Marina
Aeronautica dell'Egeo - AEGE Aereomil Egeo
Decorazionivedi qui
Fonti citate nel corpo del testo
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Alberto Briganti (Umbertide, 22 dicembre 1896Roma, 2 luglio 1997) è stato un generale e aviatore italiano. Inizialmente membro della Regia Marina, volò come pilota di idrovolanti durante la prima guerra mondiale e partecipò all'impresa di Fiume di Gabriele D'Annunzio. Passato alla Regia Aeronautica nel 1923, ricoprì vari incarichi di comando in Libia, in Italia e nell'Egeo, venendo poi catturato dai tedeschi dopo le vicende armistiziali. Nel dopoguerra fu sottocapo di stato maggiore dell'Aeronautica Militare.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

La carriera di Briganti iniziò come guardiamarina di complemento nella Regia Marina nel 1916, assegnato alle stazioni idrovolanti di Venezia, Ancona e Porto Corsini;[1] in questa veste compì varie missioni di bombardamento pilotando idrovolanti L.3 ed FBA e ottenne due medaglie di bronzo al valor militare. Nell'autunno 1917 arriva alla 252ª Squadriglia idrovolanti sull'Isola di Sant'Andrea (Venezia) ed il 16 novembre è nella 253ª Squadriglia. Il 1º giugno 1918 il Sottotenente di Vascello Briganti è in forza alla 264ª Squadriglia di Ancona su FBA. Il 3 giugno due matrosen (marò) austroungarici di origine italiana, decisero di disertare e trafugarono un idrovolante Lohner L con cui attraversarono in volo il Mare Adriatico ammarando nelle vicinanze di Fano. Avvistato dal personale del 2° Treno Armato, l'aereo fu identificato e catturato insieme all'equipaggio. Dalla Stazione Idrovolanti di Ancona egli venne celermente inviato sul posto, a mezzo idrovolante FBA, insieme al tenente di vascello Aldo Pellegrini, con il compito di recuperare il velivolo.[2]

In seguito divenne pilota di idrovolanti della Milizia Legionaria durante l'impresa di Fiume dal 4 febbraio al 12 settembre 1920.[1] Nel 1921 passò in servizio permanente effettivo col grado di sottotenente di vascello. Promosso tenente di vascello prese parte alla riconquista della Libia a bordo della nave da battaglia Vittorio Emanuele. Nel 1923 uscì dai ruoli della Regia Marina per entrare col grado di capitano nella nascente Regia Aeronautica,[1] alla quale era stata passata la competenza di ogni velivolo delle forze armate italiane.

Nel 1926 divenne segretario militare del generale Alberto Bonzani, sottosegretario all'Aeronautica e nel 1927-28 aiutante di volo di Italo Balbo, all'epoca generale e sottosegretario all'Aeronautica dopo Bonzani. Dal 1928 al 1930 era il comandante del Centro Sperimentale Idrovolanti di Vigna di Valle. Dal 1930 al 1933 fu aiutante di campo del re Vittorio Emanuele III.[1] Dal 20 novembre 1933 al 5 marzo 1936 era comandante dello Stormo Sperimentale B.M. (poi 31º Stormo) all'Idroscalo di Orbetello e nel 1936 comanda la 1ª Brigata Aerea da Bombardamento. Dal 1938 al maggio 1940 comandò l'aeronautica della Libia, passando quindi fino al 1941 al vertice della 1ª Zona aerea territoriale e, quindi, per breve tempo al comando ad interim della 1ª Squadra aerea. Dal 1º gennaio 1942 comanda l'Aviazione ausiliaria per la Marina ed avanzato al grado di generale di brigata aerea,[3] nel 1943 divenne comandante di Aereomil Egeo, l'Aeronautica dell'Egeo - AEGE (comando della Regia Aeronautica nelle Isole italiane dell'Egeo).[1]

In seguito all'8 settembre 1943 ed ai combattimenti della campagna del Dodecaneso nella quale tentò inutilmente di indurre l'ammiraglio Inigo Campioni, all'epoca governatore militare delle isole, a combattere i tedeschi con gli stessi metodi da loro utilizzati facendo prigioniero il generale Ulrich Kleemann, comandante della Sturmdivision Rhodos, che si era recato ad un colloquio sotto bandiera bianca. Il 9 settembre ottenne da Campioni il permesso di aprire il fuoco contro le truppe tedesche e i velivoli a terra nell'aeroporto di Marizza, ma già l'11 settembre la resistenza italiana era cessata. I tedeschi gli proposero di collaborare, e con lui tutto il personale dell'aeronautica italiana, ma Briganti respinse la proposta riscuotendo il consenso della maggior parte dei suoi uomini.[4]

Deportato dai tedeschi nel campo di Offizierlager 64/Z a Schokken in Polonia, riuscì a fuggire insieme al generale Francesco Antonio Arena, già comandante della Divisione corazzata "Ariete" durante la campagna d'Africa e la seconda battaglia di El Alamein, alla doppia fucilazione per errore da parte dei sovietici[5] che invece costò la vita al suo compagno di fuga.[1]

Dopo la guerra il capo di stato maggiore dell'Aeronautica Mario Ajmone Cat lo nominò capo di stato maggiore aggiunto dell'Aeronautica Militare, ricoprendo questo incarico tra il 3 agosto 1946 ed il 1º gennaio 1947; immediatamente dopo venne nominato sottocapo di stato maggiore dell'aeronautica e nel novembre 1947 divenne segretario generale dell'aeronautica.[1] Si congedò dopo essere stato dal 1949 presidente del Consiglio superiore dell'aeronautica e dall'inizio del 1952 presidente del Consiglio superiore delle forze armate. Dal febbraio 1952 al febbraio 1953 fu direttore generale dell'Aviazione civile e del Traffico aereo. Morì a Roma il 2 luglio 1997.[1]

Il portale web dell'Aeronautica Militare ha proposto una pagina, intitolata "I grandi aviatori", dove vengono citate le maggiori personalità storiche dell'aviazione italiana, ponendo Briganti tra di esse.[6] Negli anni 80 scrive il libro di memorie Oltre le nubi il sereno. Il suo archivio personale è stato donato dai familiari all'Ufficio storico dell'aeronautica e al Museo storico dell'aeronautica di Vigna di Valle.[7]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine militare d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale Generale di elevati qualità militari ed ottime capacità professionali si distingueva in attività logistiche, organizzative e di esercizio di comando, contribuendo efficacemente alla migliore soluzione delle molte crisi che si presentarono nel corso della guerra. Comandante dell’Aeronautica dell’Egeo, all’atto dell’armistizio teneva contegno esemplare di uomo e di Comandante seguendo personalmente ed indicando ai dipendenti la via dell’onore e del dovere. Egeo 1943.[8]»
— Decreto del Capo Provvisorio dello Stato 24 novembre 1947.
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ardito pilota di idrovolanti, dopo aver mitragliato a bassa quota appostamenti di mitragliere nemiche, benché ferito, visto scendere in palude il suo capo squadriglia, si intratteneva sul posto finché assicuratosi che era stato soccorso da altro idrovolante e, malgrado le sofferenze, riportava poi l’apparecchio alla stazione di partenza dimostrando grande forza d’animo. Basso Piave 16 dicembre 1917
— Decreto Luogotenenziale 24 maggio 1918
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota di idrovolante eseguiva numerose missioni di bombardamento e sistematiche lunghe esplorazioni alturiere senza scorta, nonché alcune ricognizioni su territorio nemico, dimostrando sempre zelo e in varie circostanze critiche, coraggio e calma mirabili. Alto Adriatico, luglio-novembre 1918
— Decreto Luogotenenziale 10 febbraio 1919
Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Biografia di Briganti sul sito dell'Aeronautica Militare italiana (PDF), su aeronautica.difesa.it. URL consultato il 9 giugno 2013.
  2. ^ Il Lohner “L.127” trascorse il resto della guerra negli hangar di Ancona, e successivamente recuperato è oggi esposto presso il Museo Storico dell'Aeronautica Militare Italiana di Vigna di Valle.
  3. ^ Levi 1993, p. 3.
  4. ^ Levi 1993, p. 65.
  5. ^ Il generale che venne fucilato due volte dai russi (PDF), su acciesse.org.
  6. ^ I grandi aviatori, su aeronautica.difesa.it. URL consultato il 31 maggio 2013.
  7. ^ Assemblea dell'Associazione "Trasvolatori Atlantici", su aeronautica.difesa.it. URL consultato il 31 maggio 2013.
  8. ^ a b Le onorificenze di Briganti, su quirinale.it. URL consultato il 9 giugno 2018.
  9. ^ In precedenza nominato grande ufficiale il 30 dicembre 1952.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Roberto Gentilli e Paolo Varriale, I reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1999.
  • Aldo Levi, Avvenimenti in Egeo dopo l'armistizio (Rodi, Lero e isole minori), Roma, Ufficio storico della Marina Militare, 1993, ISBN non esistente.
  • Luigi Mancini (a cura di), Grande Enciclopedia Aeronautica, Milano, Edizioni Aeronautica, 1936.
  • Ordine Militare d'Italia 1911-1964, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1969.
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