Affreschi del monastero di San Giacomo

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Affreschi del convento di San Giacomo Maggiore
AutoreAntonio Marinoni e Ambrogio e Francesco Marinoni
Datasconosciuta
Tecnicaaffresco
UbicazioneAbbazia di Pontida, Pontida

Gli affreschi del convento di San Giacomo Maggiore sono un ciclo di pitture eseguite da Antonio Marinoni e dal figlio Ambrogio nella sala capitolare, nel chiostro e nella sagrestia dell'abbazia di Pontida e nell'attiguo monastero di San Giorgio.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1504 il priorato cluniacense di San Giacomo, entrò a far parte della Congregazione cassinese, portando un rinnovamento dei locali della chiesa e del monastero. Furono rivisitati il presbiterio con la costruzione di un nuovo coro, la formazione della sagrestia settentrionale e la ristrutturazione dei due chiostri[1].

Le pitture, per caratteristiche similari in alcune parti con quelli presenti nella chiesa di Santa Maria Assunta in Borgo di Nembro di cui si è rinvenuta la documentazione, sono databili nel biennio 1537-1538, e eseguite dall'Antonio Marinoni con i figli, sicuramente attivi in quegli anni.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Gli affreschi presenti nelle diverse parti del monastero non mettono dubbi sull'esecuzione di un'unica bottega identificata in quella dei Marinoni.

Sagrestia[modifica | modifica wikitesto]

Gli affreschi dell'altare della sagrestia

Sul lato destro del presbiterio si trova l'aula quadrata originariamente adibita a sagrestia[3]. La pittura eseguita dai Marinoni segue un filone prospettico illusionistico coronato dalla parte centrale del soffitto dove in un grande occhio, quattro paffuti piccoli angeli stanno a guardare.
Sulla parete di fondo, vi è l'affresco raffigurante la Natività databile nella seconda metà del XVI secolo, stilisticamente differente dagli altri affreschi per plasticità e naturalezza. L'apertura, con volta a botte, presenta decorazioni a rosetta che creano lo sfondato illusionistico di un vano absidale[4] e che proseguono incastonate nella linea borchiata creando sui lati quattro nicchie definite ad arcate centinate che nell'intradosso ripetono il motivo a rosetta e che contengono le raffigurazione di san Benedetto vestito dagli abiti scuri con il pastorale[5], santa Giustiniana patrona della congregazione, san Sebastiano e santa Caterina d'Alessandria. I quattro santi si presentano con la statutaria staticità tipica della bottega marinoniana, anche se il fondo dorato cambia in quello poco profondo e dai colori freddi.
Sulla lunetta posta sopra l'affresco della Natività vi è la raffigurazione di Cristo fra gli angeli. Cristo è posto seduto sul rosso sepolcro, vi è un accenno delle gambe e del busto con un adattamento degli spazi piuttosto limitato ma con una ricerca dello studio dell'anatomia rappresentata dal nudo del Redentore. L'immagine deve essere un chiaro riferimento a Cristo simbolo dell' estia e quindi Hallegoria della Messa[6].

Cristo fra gli angeli


L'arco superiore presenta la raffigurazione di Dio Padre benedicente avente ai lati l'Annunciazione, mentre i pennacchi e la fascia con le grottesche presenta una sequenza di angeli, evangelisti e apostoli[7]. La raffigurazione dei lineamenti segnati da rughe d'espressione e da capigliature insolite che sono assonanti con quelle dipinte nella chiesa di San Rocco a Gazzaniga.

Sala capitolare[modifica | modifica wikitesto]

La sala capitolare si affaccia sul lato del chiostro superiore, presenta sulla parete opposta all'ingresso, l'affresco della Compianto su Cristo morto raffigurante la deposizione di Cristo morto nel sepolcro. Centrale è l'ideale diagonale composta dal corpo disteso tra le braccia di Maria mentre san Giovanni evangelista ne sostiene il busto e Maria Maddalena che idealmente la ridisegna. A fianco vi sono rappresentanti san Benedetto vestito di scuro e la sorella santa Scolastica che indossa gli abiti monacali con il giglio e la colomba[8] fondatori dell'ordine cassiniano. Il dipinto mostra le caratteristiche tipiche moranoniane, la mancata plasticità degli elementi e la fisionomia dei volti, presentano assonanze con numerose opere presenti nel bergamasco. Il Cristo è raffigurato con assonanze con quello presente nella sagrestia.

Affresco del Compianto e di un Evangelista della Sala Capitolare

L'aula presenta nelle curvature delle pareti al soffitto una fascia raffigurata a grottesche su fondo azzurro, e una con motivi decorati sempre a rosette, tra queste vi sono raffigurati i quattro evangelisti. Questi presentano assonanze con i medesimi presenti nella chiesa di San Giuliano ad Albino, e degli stessi presenti nel presbiterio della chiesa di Sant'Antonio di Breno da un altro artista[9].

I quattro evangelisti sono raffigurati con gli attributi che li identificano: San Giovanni, indicato come santo scrivente, è dipinto con una pergamena srotolata sulle ginocchia, simile a san Luca raffigurato nella chiesa albinese; san Marco nel gesto di intingere il pennino simile a san Giovanni di Albino; san Matteo e l'angelo hanno la sola variante nel trattenere con la destra un lembo del mantello, questo a indicare che non vi era ricerca di rinnovamento ma solo di miglioria ma una conferma della padronanza della tecnica pittorica, che a Pontida rivela una maggior capacità di forma plastiche composte in spazi raccolti.

Il soffitto presenta la raffigurazione di Cristo risolto racchiuso in una mandorla luminosa che mostra i segni della crocifissione, iconografia riscontrabile delle pale di Ognissanti di Nembro e di Gromo[10].

Le pareti della sala capitolare presentano iscrizioni con motti morali e con citazioni dei salmi.[11].

Chiostro superiore[modifica | modifica wikitesto]

|Il chiostro superiore dell'abbazia realizzato su disegno di Pietro Isabello presenta nelle venti lunette la raffigurazione di un papa proveniente dall'ordine monastico cassinese. Nei quattro angoli, dove gli spazi sono maggiori, i Marinoni hanno raffigurato i monaci dell'abbazia con vicino il simbolo della dignità a cui rinunciarono entrando nell'ordine. Vi sono raffigurati san Benedetto in corrispondenza dell'ingresso alla sala capitolare, con i suoi discepoli san Placido e san Mauro inseriti in un paesaggio lussureggiante. Sulla lunetta ve è l'epigrafe rivolta ai monaci del convento in memoria della congregazione MEMOR ESTO CONCREGATIONIS TUE. Sulla lunetta posta frontalmente vi è la raffigurazione di san Giacomo il Maggiore patrono della città fra san Giovanni evangelista e san Marco. Questi lavori sono avvicinabili ad altri sempre della bottega di Desenzano al Serio, in particolare al Polittico di Sant'Egidio di Fontanella[12].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ G. Spinelli, Il monastero di Pontida in due relazioni inedite ai Procuratori di San Marco, 1994.
  2. ^ Paratico, p. 278.
  3. ^ Ebbe un ruolo particolare durante la visita pastorale di san Carlo Borromeo, venendo usata come cappella.
  4. ^ Abbazia di Pontida, su lombardiabeniculturali.it, Lombardia Beni Culturali. URL consultato il 1º novembre 2018.
  5. ^ San Benedetto è stato abate di Montecassino e della congregazione cassinese.
  6. ^ Hans Berling, Giovanni Bellini-La Pietà, 1996, p. 23.
  7. ^ I santi raffigurati sono Pietro, Andrea, Giovanni Battista, Paolo, Giovanni evangelista, e Bartolomeo inseriti nella perfetta composizione prospettica. Paratico, p. 11.
  8. ^ La colomba riporta la leggenda della sua apparizione al fratello sotto questa forma.
  9. ^ Questo porterebbe a presupporre la presenza di cartoni, copie di artisti più noti replicate in un gioco iconografico differente. Paratico, p. 282.
  10. ^ Simone Facchinetti, La pala di Ognissanti a Gromo San Giacomo, videocompːit, 2009.
  11. ^ Paratico, BEATUS HOMO QUEM TU ERUDIERIS DOMINE ET DE LEGE TUA DOCUERIS EUM-ARS ARUM EST ET DISCIPLINA DISCIPLINARUM HOMINEM REGFERE QUI INTER OMNIA ANIMANTIA MAXIME MORINUS VARIUS EST ET VOLUNTATE DIVERSUS-QUEM PENITET PECCASSE PENE INNOCENS EST- IUSTUS IN PRINCIPIO SERMONIS ACCUSATOR SUI-SEMEL LOCUS EST DEUS DUO HAEC AUDIVI QUIA POTESTAS DEI EST ET TIBI DOMINE MISERICORDIAE QUIA TU REDDES UNICUIQUE IUXTA OPERA SUA-P 272.
  12. ^ Politico di Sant'Egidio, su santegidioinfontanella.it, Annazia di sant'Egidio di Fontanella al Monte. URL consultato il 1º novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 24 ottobre 2018).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Chiara Paratico, La bottega dei Marinoni, pittori di Desenzano al Serio, sec. XV-XVI, Bolis, 2008, ISBN 978-88-7827-168-5.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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