Ada Michlstaedter Marchesini

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Ada Michlstaedter Marchesini (Trieste, 5 gennaio 1890Auschwitz, 8 agosto 1944) è stata una deportata ebrea, autrice di un importante carteggio[1] con il marito Giuseppe Marchesini, che testimonia la quotidianità dell'internamento nel campo di transito di Fossoli, in cui fu rinchiusa prima di essere inviata ad Auschwitz.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlia di Anna Camerini e Isacco Michlstaeder, cresce con i numerosi fratelli e sorelle a Trieste, città sede di una comunità ebraica multietnica integrata nella società. Si converte al cattolicesimo e poco dopo, nel 1921, si sposa con rito cattolico con Giuseppe Marchesini. La vita della famiglia inizia ad essere condizionata dalle leggi razziali del 1938 con il licenziamento del cognato Massimo, ebreo, marito della sorella di Ada, Ida. Anche il marito di Ada, Giuseppe pur essendo ariano, perde il lavoro. Anche per questo motivo i coniugi si trasferiscono nel novembre 1942 a Milano, dove il 15 febbraio 1944 viene arrestata e rinchiusa nel carcere di San Vittore; il 27 aprile 1944 viene trasferita nel campo di transito di Fossoli dove rimane fino all’agosto dello stesso anno. Il giorno stesso del suo arrivo nel campo, Ada si preoccupa di avviare contatti epistolari con la famiglia. Riuscirà così ad inserirsi in una rete di scrittura clandestina già preesistente al suo arrivo, e a far pervenire oltre 40 lettere, tra lettere ufficiali di posta regolamentare del Campo e messaggi clandestini.[2].

Martedì 1 agosto 1944 insieme ad altre 333 persone parte da Fossoli e il 6 agosto dello stesso anno arriva ad Auschwitz. Nina Neufeld Crovetti, Flora Recanati e Alba Valech Capozzi nell’ottobre del 1946 dichiararono la morte di Ada in data 8 agosto 1944 per eliminazione.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ada Michlstaedter Marchesini, Con l'animo sospeso : lettere dal campo di Fossoli, 27 aprile-31 luglio 1944 (PDF), a cura di Dino Renato Nardelli, collana QF : Quaderni di Fossoli, Torino, EGA, 2003, ISBN 88-7670-490-6.
  2. ^ Il Fondo documentario originale è conservato nell’Archivio del Centro studi e documentazione Primo Levi della Fondazione Fossoli, a cui è stato donato il 27 gennaio 2002 da Ada Marchesini Giustolisi, nipote di Ada Marchesini. L'epistolario è costituito da 48 lettere originali manoscritte, alcune clandestine altre regolamentari, scritte su carta intestata del Campo. Completano il fondo alcune lettere scritte dal marito alla moglie Ada e alcune carte dell'immediato dopoguerra relative alla certificazione di decesso di Ada.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alba Valech Capozzi, A. 24029, Istituto storico della Resistenza senese, Nuova Immagine Editrice, Siena 2001 (II ristampa).
  • G. - M. - G. Cardosi, Sul confine. La questione dei “matrimoni misti” durante la persecuzione antiebraica in Italia e in Europa (1935-1945), Ed. Zamorani, Torino 1998.
  • Liliana Fargion Picciotto, Il libro della memoria. Gli Ebrei deportati dall’Italia (1943-1945), Mursia, Milano 2011.
  • LilianaFargion Picciotto, L'alba ci colse come un tradimento: gli ebrei nel campo di Fossoli 1943-1944, Milano, Mondadori, 2010.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN34172931 · ISNI (EN0000 0000 4881 328X · LCCN (ENno2004085021 · WorldCat Identities (ENlccn-no2004085021