Acinonyx pardinensis

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Acinonyx pardinensis
Cranio di A. pardinensis
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Ordine Carnivora
Famiglia Felidae
Sottofamiglia Felinae
Genere Acinonyx
Specie A. pardinensis
Nomenclatura binomiale
Acinonyx pardinensis
Croizet & Joubert, 1828

Il ghepardo gigante (Acinonyx pardinensis Croizet & Joubert, 1828) è un mammifero carnivoro estinto della famiglia dei felini vissuto oltre 1,5 milioni di anni fa, nel Pleistocene inferiore, in Eurasia e Nord Africa.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Si trattava di un animale di grande stazza, con dimensioni quasi doppie rispetto a quelle del ghepardo attuale, con un peso medio compreso tra 60 e 120 kg.[2][3]

Il felide presentava peculiarità tipiche del ghepardo attuale, come un cranio relativamente arrotondato, un muso corto, denti premolari e molari con cuspidi alte e appuntite, ma anche caratteri tipici delle pantere, come il giaguaro e il leopardo,[4][5][6] tra cui i canini massicci,[2] le suture del palato e la stessa massa corporea, che in genere superava gli 80 chili.

Aveva un'architettura dello scheletro tale da consentirgli di raggiungere picchi di velocità forse paragonabili a quelli di un ghepardo.[7] Aveva uno scheletro esile dalle dimensioni contenute, con un piccolo cranio tondeggiante dotato di ampie cavità nasali, che favoriscono un maggior flusso d'aria durante la corsa.

In Italia sono stati ritrovati resti fossili a Monte Argentario[8] e nell'unità faunistica di Triversa.[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ National Geographic Italia, su nationalgeographic.it. URL consultato il 2 giugno 2018 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2018).
  2. ^ a b Helmut Hemmer, Ralf-Dietrich Kahlke e Abesalom K. Vekua, The cheetah Acinonyx pardinensis (Croizet et Jobert, 1828) s.l. at the hominin site of Dmanisi (Georgia) – A potential prime meat supplier in Early Pleistocene ecosystems, in Quaternary Science Reviews, vol. 30, 19–20, Elsevier, 2011, pp. 2703–2714, Bibcode:2011QSRv...30.2703H, DOI:10.1016/j.quascirev.2011.05.024. Ospitato su Science Direct.
  3. ^ Anne Schmidt-Kuentzel, Laurie Marker, Lorraine K. Boast, Cheetahs: Biology and Conservation, Elsevier Science, 2017, pp. 30, ISBN 9780128041208. URL consultato il 4 settembre 2022.
  4. ^ (EN) Marco Cherin, Dawid Adam Iurino, Raffaele Sardella e Lorenzo Rook, Acinonyx pardinensis (Carnivora, Felidae) from the Early Pleistocene of Pantalla (Italy): predatory behavior and ecological role of the giant Plio–Pleistocene cheetah, in Quaternary Science Reviews, vol. 87, marzo 2014, pp. 82–97, Bibcode:2014QSRv...87...82C, DOI:10.1016/j.quascirev.2014.01.004.
  5. ^ (EN) Denis Geraads, How old is the cheetah skull shape? The case of Acinonyx pardinensis (Mammalia, Felidae), in Geobios, vol. 47, 1–2, gennaio 2014, pp. 39–44, Bibcode:2014Geobi..47...39G, DOI:10.1016/j.geobios.2013.12.003.
  6. ^ (EN) Marco Cherin, Dawid A. Iurino, Marco Zanatta, Vincent Fernandez, Alessandro Paciaroni, Caterina Petrillo, Roberto Rettori e Raffaele Sardella, Synchrotron radiation reveals the identity of the large felid from Monte Argentario (Early Pleistocene, Italy), in Scientific Reports, vol. 8, n. 1, 29 maggio 2018, p. 8338, Bibcode:2018NatSR...8.8338C, DOI:10.1038/s41598-018-26698-6, ISSN 2045-2322 (WC · ACNP), PMC 5974229, PMID 29844540.
  7. ^ (EN) Mauricio Anton, Sprint of the giant cheetah, su chasing sabretooths, 16 dicembre 2016. URL consultato il 23 luglio 2023.
  8. ^ "Scoperto" il ghepardo gigante dell'Argentario/ANSA, su ansa.it. URL consultato il 2 giugno 2018.
  9. ^ Appunti di Scienze Naturali - Vademecum del Naturalista [collegamento interrotto], su books.google.it. URL consultato il 2 giugno 2018.

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