Achillea macrophylla

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Millefoglio delle radure
Achillea macrophylla
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Euasteridi II
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Anthemideae
Sottotribù Matricariinae
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Anthemideae
Sottotribù Achilleinae
Genere Achillea
Specie A. macrophylla
Nomenclatura binomiale
Achillea macrophylla
L., 1753
Sinonimi

Achillea latifolia Salisb. (1796)
Ptarmica macrophylla (L.) DC.

Nomi comuni

Achillea a foglie grandi

Il Millefoglio delle radure (nome scientifico Achillea macrophylla L., 1753) è una piccola pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Asteraceae simile alle “margherite”.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

La tradizione (trasmessa a noi da Plinio) vuole che Achille curò alcune ferite dei suoi compagni d'arme, nell'assedio di Troia, con tale pianta; da qui il nome del genere (Achillea). Sembra che sia stato Chirone (suo maestro) ad informarlo delle capacità cicatrizzanti della pianta.[1] L'epiteto specifico (macrophylla) si riferisce alle foglie a lamina larga di questa pianta[2].

Il binomio scientifico attualmente accettato (Achillea macrophylla) è stato proposto da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione Species Plantarum del 1753.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portamento

I “Millefoglio delle radure” sono piante alte da 3 a 10 dm. La forma biologica viene definita come emicriotifita scaposa (H scap), ossia sono piante erbacee perenni con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve; sono inoltre dotate di un asse fiorale eretto e con poche foglie.

Radici[modifica | modifica wikitesto]

Le radici sono secondarie da rizoma.

Fusto[modifica | modifica wikitesto]

  • Parte ipogea: la parte sotterranea consiste in un rizoma orizzontale lignificato.
  • Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta e ascendente; è inoltre pubescente con peli lunghi 0,3 mm.

Foglie[modifica | modifica wikitesto]

Le foglie

Le foglie sono di colore verde scuro e del tipo divise con lamina 1-2-pennatosetta con porzione indivisa centrale larga quanto le lacinie (o segmenti) stesse; i segmenti per ogni foglia sono da 5 a 13, ed hanno una forma lanceolata, con bordi acutamente dentellati. La disposizione delle foglie lungo il caule è alterna. Dimensione delle foglie: larghezza 3 – 6 cm; lunghezza 5 – 10 cm. Dimensione dei segmenti: larghezza 4 – 8 mm; lunghezza 15 – 35 mm.

Infiorescenza[modifica | modifica wikitesto]

I capolini

Le infiorescenze sono dei relativamente grossi capolini (da 3 a 15) terminali, peduncolati e raccolti in corimbi. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro a forma emisferica composto da più squame (o brattee) con margine scarioso[3] e bordo nero che fanno da protezione al ricettacolo piatto a pagliette trasparenti[1] sul quale s'inseriscono due tipi di fiori: quelli esterni ligulati (da 5 a 7) di colore bianco o roseo, disposti in un unico rango e quelli interni tubulosi di colore ocra chiaro-pallido. Dimensione dell'involucro: larghezza 5 mm; lunghezza 5 mm. Dimensione del capolino: 10 – 13 mm.

Fiore[modifica | modifica wikitesto]

I fiori sono simpetali, zigomorfi (quelli ligulati) e attinomorfi (quelli tubulosi); sono inoltre tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre ermafroditi, più precisamente i fiori del raggio (quelli ligulati) sono femminili; mentre quelli del disco centrale (quelli tubulosi) sono bisessuali.

  • Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
* K 0/5, C (5), A (5), G (2), infero, achenio[4]
  • Calice: i sepali sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: i fiori periferici sono sub-rotondi a disposizione raggiante; iniziano alla base con una corolla tubulosa che termina poi con una ligula allargata con 3 denti ottusi. La ligula è lunga quanto l'involucro. Quelli del disco centrale hanno delle corolle tubulari a 5 denti. Dimensione delle ligule: larghezza 3 mm; lunghezza 4 mm.
  • Androceo: gli stami sono 5 con dei filamenti liberi; le antere invece sono saldate fra di loro e formano un manicotto che circonda lo stilo.
  • Gineceo: lo stilo è unico con uno stimma bifido giallo (sporgente dalla fioritura) con le estremità troncate[3] e linee stigmatiche disposte marginalmente[3]; l'ovario è infero e uniloculare formato da due carpelli concresciuti e contenente un solo ovulo.
  • Fioritura: da luglio ad agosto.

Frutti[modifica | modifica wikitesto]

I frutti sono degli acheni privi di pappo.[1] La forma è compressa quasi appiattita.[5] Dimensione degli acheni: 2,5 mm.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[6] – Distribuzione alpina[7])
  • Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Alpico - Boreoappenninico
  • Distribuzione: in Italia è considerata rara e si trova solamente al nord. Nelle Alpi, dalla parte italiana è abbastanza distribuita come anche oltreconfine a parte l'Austria orientale.
  • Habitat: l'habitat tipico per queste piante sono le radure, i cedui, le forre umide, i cespuglieti subalpini; ma anche gli ontaneti, i saliceti subalpini, lariceti, peccete, abetine e betuleti. Il substrato preferito è sia calcareo che siliceo con pH neutro, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.
  • Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 1000 fino a 2000 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: subalpino e in parte montano.

Fitosociologia[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale[7]:

Formazione: delle comunità arbustive
Classe: Betulo carpaticae-Alnetea viridis
Ordine: Veratro-Salicetalia
Alleanza: Alnion viridis

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza della Achillea macrophylla (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[8] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[9]). Il genere di appartenenza (Achillea) è composto da circa un centinaio di specie, delle quali due dozzine circa fanno parte della flora spontanea italiana.

Il numero cromosomico di A. macrophylla è: 2n = 18[10][11]

Ibridi[modifica | modifica wikitesto]

Questa pianta facilmente si può ibridare con le seguenti specie:[11][12]

Specie simili[modifica | modifica wikitesto]

Tutti i Millefoglie sono molto simili tra di loro. Questa specie (Achillea macrophylla) può essere distinta per i suoi capolini più grandi (anche le ligule sono più lunghe) e soprattutto per le foglie che si presentano più larghe.

Altre notizie[modifica | modifica wikitesto]

Il Millefoglio delle radure in altre lingue viene chiamata nei seguenti modi:

  • (DE) Großeblättige Schafgarbe
  • (FR) Achillée à grandes feuilles

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Motta 1960, Vol. 1 – pag. 25.
  2. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 26 aprile 2011.
  3. ^ a b c Judd 2007, pag. 522.
  4. ^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 20 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2011).
  5. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 7.
  6. ^ Conti et al. 2005, pag. 45.
  7. ^ a b Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 488.
  8. ^ Judd 2007, pag. 520.
  9. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  10. ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 27 aprile 2011.
  11. ^ a b Index synonymique de la flore de France, su www2.dijon.inra.fr. URL consultato il 27 aprile 2011.
  12. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 80.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Funk V.A., Susanna A., Stuessy T.F. and Robinson H., Classification of Compositae (PDF), in Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009, pp. pp.171-189. URL consultato il 27 aprile 2011 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2016).
  • Christoph Oberprieler, Sven Himmelreich & Robert Vogt, A new subtribal classification of the tribe Anthemideae (Compositae) (PDF) [collegamento interrotto], in Willdenowia 37 – 200, pp. pp.102-103.
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 1, 1960, p. 24.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume 3, Bologna, Edagricole, 1982, p. 80, ISBN 88-506-2449-2.
  • D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume 2 anno=2004, Bologna, Zanichelli, p. 488.
  • 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
  • Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 45, ISBN 88-7621-458-5.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

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