Abbazia di Sant'Apollinare

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Abbazia di Sant'Apollinare
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneMarche
LocalitàPianello Vallesina (Monte Roberto)
Coordinate43°29′00.71″N 13°11′03.77″E / 43.48353°N 13.18438°E43.48353; 13.18438
Religionecattolico di rito romano
TitolareSant'Apollinare
Stile architettonicoRomanico
Inizio costruzioneVII-VIII secolo

L'abbazia di Sant'Apollinare sorge nella frazione di Pianello Vallesina, comune di Monte Roberto, in provincia di Ancona, nelle Marche.

È probabilmente la più antica abbazia della Vallesina[1], e sorge sull'area ipotizzata dell'antica Planina[1][2] raccontata da Plinio il Vecchio nella Naturalis historia, in una zona circondata dal verde e da dolci colline puntellate di antichi paesi medievali, i Castelli di Jesi.

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

L'Abbazia venne fondata nel VII-VIII secolo dai monaci benedettini migrati nella Vallesina. Quest'ultimi utilizzarono come materiale da costruzione, i resti dell'antica Planina[2], andata distrutta dalle incursioni barbariche. Venne dedicata a Sant'Apollinare, vescovo di Ravenna, come eco del dominio ravennate-bizantino del VI-VII secolo che vedeva in queste terre la zona di confine tra Bizantini e Longobardi.

Conobbe il massimo splendore nei secoli XIII-XIV, quando i loro abati riscuotevano le decime della Diocesi per la Santa Sede[1]. Il XIII secolo vide, infatti, anche la ricostruzione della chiesa attuale[2], dalle semplici forme, con facciata a capanna tripartita e corpo leggermente aggettante incentrato sul portale gotico. L'interno è a unica navata con copertura a capriate e abside piatta.

Nel Quattrocento iniziò quel lento decadimento che portò al definitivo abbandono dei monaci nel XVI secolo[1].

La struttura della chiesa, pressoché rimasta intatta, venne restaurata una prima volta nel 1928, quando furono ricostruiti gli archetti pensili della facciata e aggiunto il campanile. Ancora una volta nel 1973-74. In quell'occasione, smontando la pala settecentesca, emerse l'affresco absidale del 1508 attribuito ad Arcangelo di Andrea di Bartolo da Jesi[3][1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Sito ufficiale del Turismo delle Marche
  2. ^ a b c Loretta Mozzoni e Gloriano Paoletti, Jesi: città bella sopra un fiume, Jesi, Comune di Jesi/Associazione culturale teatrale e cinematografica Teatro G. Pirani, 1994, SBN IT\ICCU\UMC\0057379.
  3. ^ Sito I Luoghi del Silenzio

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • L. Mozzoni e G. Paoletti, Jesi "Città bella sopra un fiume", Jesi, Ed. Comune di Jesi, 1994.
  • G. Re, Le abbazie: architettura abbaziale nelle Marche, Ancona, Edizioni Tecnoprint, 1987.
  • A. Cherubini, Arte medievale nella Vallesina: una nuova lettura, Lodi, Effeci Edizioni, 2001.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]