'Ilm

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'Ilm o I'lm (traslitterazione dall'arabo علم ) è un termine arabo che significa conoscenza, apprendimento o scienza. Sebbene il termine ‘’Al'ilm’’ possa significare "scienza" in arabo moderno, negli ambienti religiosi designa quasi esclusivamente la conoscenza del Corano . Il Corano incoraggia l'acquisizione di ogni tipo di conoscenza e, in particolare, la lettura e lo studio personali, secondo un principio di circolarità e autoreferenzialità caratteristico del pensiero islamico.

Il termine ricorre nella Sura 6, verso 148 e nella Sura 7, verso 7. All’interno del Corano si trovano anche i termini 'arafa e faqiha che sono quasi sinonimi.[1]

Nella tradizione[modifica | modifica wikitesto]

Il Corano insegna che la conoscenza di Dio è superiore a quella degli uomini e quest'ultima viene da Dio stesso per grazia divina (Q:12;76 e Q:3;7, per esempio). Più volte chiama i credenti: "uomini dotati di intelligenza". Così si opera una distinzione tra coloro che possiedono la conoscenza e coloro che negano i segni.[1] Analogamente, la Sura 13 precisa che, secondo Chebel, «solo Dio possiede l'autentica scienza, matrice di ogni conoscenza quaggiù».[2]

In generale, nella tradizione islamica, si è cercato di sintetizzare la ragione con la rivelazione, favorendo lo studio della natura. Le conoscenze acquisite dalla ragione umana e quelle fornite dal Corano sono state considerate complementari: entrambe sono "segni di Dio" che consentono agli uomini di studiare e comprendere la natura.[3] Se nel mondo occidentale "conoscenza" significa informazione su qualcosa, di divino o corporeo, dal punto di vista islamico 'ilm è un termine onnicomprensivo che copre teoria, azione ed educazione, non si limita all'acquisizione della sola conoscenza, ma abbraccia anche aspetti sociopolitici e morali.[4] Richiede intuizione, impegno per gli obiettivi dell'Islam e perché i credenti agiscano in base alle proprie convinzioni. Inoltre, negli hadith è riportato che «la conoscenza non è un apprendimento approfondito; piuttosto, è una luce che Dio getta nel cuore di chi vuole».[5]

Secondo Allameh Muzaffar, Allah conferisce agli esseri umani la facoltà della ragione e dell'argomentazione. Inoltre Allah ordina all'uomo di dedicare del tempo a pensare attentamente alla creazione, mentre si riferisce a tutte le cose create come ai segni della sua potenza e gloria. Questi segni abbracciavano tutto l'universo. Inoltre, esiste una somiglianza tra l'umano come piccolo mondo e l'universo come grande mondo. Allah non accetta la fede di coloro che lo seguono senza pensare e solo con l'imitazione, bensì li incolpa per tale azione. In altre parole, gli esseri umani sono chiamati a pensare all'universo con la ragione e l’intelletto, una facoltà conferitaci da Allah. IL Corano richiede l’acquisizione della conoscenza[6] e spiega lo studio e lo sviluppo delle scienze durante l’epoca d'oro islamica.

Gli Sciiti enfatizzano il ruolo dell’intelletto, fino al punto di ricondurre la profezia all’uso di questa facoltà.[7][8]

Secondo il Corano, la scienza divina è stata data in modo particolare ai profeti[1] Il Corano associa la conoscenza al cuore., "organo sottile e divino e non [...] fisico". Questa relazione tra il cuore e la conoscenza si trova nel sufismo [1]

Secondo alcuni studiosi, esiste un significato di Ilm che muove al di là della ragione. Ad esempio, il mistico sufi ben Arabi (1165-1240) distingueva tre livelli di conoscenza.[9] In primo luogo, c'è la conoscenza basata sulla ragione ('ilm al-'aql), ottenuta mediante riflessione[10]; in secondo luogo, c'è una conoscenza basata sugli stati ('ilm al-ahwal), che si potrebbe chiamare empirica: ben Arabi esemplifica a dolcezza del miele, l'amarezza dell'aloe e il piacere del rapporto sessuale, qualità che non si possono conoscere senza "assaggiarle"; da ultimo, esiste la conoscenza dei misteri ('ulum al-asrar), talvolta chiamati gnosis (ma'rifa), che è specifica dei profeti e dei santi. Risulta del tutto inutile cercare di acquisire questo terzo tipo di conoscenza poiché essa rimane nascosta per la maggior parte dei mortali, e poiché si riceve solamente quando una luce divina viene infusa nei cuori di coloro che sono predisposti a riceverla. Questa conoscenza include la conoscenza del primo grado, ad eccezione del fatto che non è acquisita per riflessione, mentre la conoscenza del secondo grado copre tutto tranne l'essenza inconoscibile.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Kh. A., Connaissance, in Dictionnaire du Coran, 2007, Parigi, p. 182 e ss.
  2. ^ Malek Chebel, Dictionnaire des symboles musulmans, Editions Albin Michel, p.379
  3. ^ Science in Islamic philosophy, in Routledge Encyclopedia of Philosophy, Londra e New York, 1999.
  4. ^ https://www.al-islam.org/journal/vol-12-no3/islamic-concept-knowledge
  5. ^ Bihar-ul-Anwar, p. 225, Vol. 1
  6. ^ https://www.al-islam.org/al-tawhid/vol-12-no3/islamic-concept-knowledge/islamic-concept-knowledge
  7. ^ Allamah Muhammad Rida Al Muzaffar, The faith of Shia Islam, Ansariyan Qum, 1989, p. 1.
  8. ^ http://www.introducingislam.org/info/muzaffar/chapter1.php
  9. ^ Cfr. al-Futuhat al-makkiya, I, 31
  10. ^ Piuttosto che di proposizioni auto-evidenti delle matematiche, qui si tratta dei principi della teologia musulmana.
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