Vittore Pelli

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Vittore Pelli (Aranno, 27 settembre 1798Pura, 11 febbraio 1874) è stato un pittore e scenografo svizzero.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Cipriano e di Orsola Ruggia da Morcote, nasce ad Aranno (Canton Ticino, Svizzera) il 27 settembre 1798. Viene inviato a studiare dai Padri Somaschi nel Collegio Sant'Antonio a Lugano, poi nel collegio dei Serviti a Mendrisio, infine all'Imperial Regia Accademia di Belle Arti di Venezia dove apprende il mestiere di scenografo. Suoi insegnanti sono, in pieno periodo neoclassico, i professori Giuseppe Borsato e Tranquillo Orsi. Di quel periodo restano molti disegni scolastici ed esercitazioni accademiche, e un suo ritratto a matita eseguito dall'amico Antonio Viviani. A Venezia vive probabilmente con lo zio Antonio Ruggia, ingegnere civile, che più tardi influirà in modo decisivo sul suo destino. Alla fine degli studi esercita per qualche tempo il mestiere di scenografo, probabilmente in teatri secondari come quelli di San Benedetto e San Samuele. A 25 anni firma un contratto per un posto di pittore al Teatro Municipale di Odessa per una durata di tre anni, ma l'artista resterà sul Mar Nero fino al 1831. Nel marzo 1824 parte dunque, al seguito di una compagnia teatrale, per un avventuroso viaggio di due mesi, via Lubiana, Graz, Vienna, Brno, Leopoli - raccontato in modo dettagliato e pittoresco in un diario intitolato "Memorie di me Vittore Pelli d'Aranno", che riporta anche una accurata descrizione del viaggio di ritorno, sette anni dopo.

Del lungo periodo a Odessa invece non scrive purtroppo quasi niente: una paginetta di presentazione della città, nella quale ricorda che negli anni 1825-1826, per la morte dello zar Alessandro I, il teatro restò chiuso nove mesi, durante i quali venne rinnovato. Vittore annota lapidariamente: l'incarico di pittura, ed il lavoro fu mio, frase che permette di supporre che la sua abilità di scenografo fosse stimata al punto da fargli assegnare anche la decorazione pittorica dell'edificio. La rivista "Cenni Storici intorno alle lettere invenzioni arte commercio e spettacoli teatrali", Tomo 6 n.128 (1826-1827) a pag. 53 ricorda in effetti che il teatro riaprì il 31 agosto 1826, in occasione dell’incoronazione di Nicola I: “... L’elegante riforma della sala egregiamente dipinta dal sig. Luigi Guidi di Jesi e sig. Vittore Pelli di Lugano, non che lo sfarzo, e la precisione con cui fu montato ed eseguito lo spettacolo La Semiramide di Rossini, e le nuove Decorazioni dipinte dal prelodato sig. Pelli, ottennero il più brillante successo...”. Del periodo russo sono conservati due disegni a matita per un'altra messa in scena della Semiramide, firmati e datati in Odessa 15 e 16 luglio 1829.

Nel 1830 lo zio Antonio, malato, gli chiede di tornare per accudire ai suoi affari. Vittore lascia per nave Odessa il 16 aprile 1831, e giunge a Venezia, via Istanbul e Trieste, il 7 luglio, appena in tempo per ritrovare lo zio ancora in vita. Sposa Orsola Avanzini di Curio nel 1832 a Venezia e vi rimane domiciliato dal 1831 al 1845, svolgendo un'attività di scenografo a livello professionale; sappiamo che gli furono affidate diverse scenografie per opere liriche: nel 1833, "Gli esiliati in Siberia" (Cinque mesi in due ore), melodramma storico spettacoloso di Domenico Gilardoni con musica di Gaetano Donizetti; nel 1840: "Il giuramento", melodramma in tre atti di Gaetano Rossi, musicato da Saverio Mercadante. Di suoi altri lavori per ora non si è trovata documentazione, ma il corpus dei suoi disegni scenografici suggerisce che la sua fu un'attività regolare.

Il pittore certamente incrementa le sue entrate con la vendita di vedute veneziane. L'ipotesi che i suoi dipinti fossero destinati anche a turisti e altri amatori d'arte di passaggio a Venezia ha trovato conferma una ventina di anni fa con la vendita all'asta, a Parigi, di due sue vedute acquarellate. A due riprese affida anche a un amico delle opere con l'incarico di venderle a Firenze. Di lui si conservano più di un centinaio di disegni preparatori per scenografie e vedute, e una trentina di dipinti compiuti su tela o carta, di varie dimensioni.

Con il ritorno in patria termina probabilmente la sua attività artistica "professionistica", anche se l'artista continua saltuariamente a dipingere. Nel salone di casa Avanzini a Curio si conservano quattro paesaggi sul tema delle quattro stagioni. Diventa municipale e sindaco di Aranno. Negli anni 1847-1848 ristruttura una casa a Pura, portandovi i suoi quadri, i disegni e molta documentazione sui suoi anni di studio. Nel 1869 l'intera famiglia abbandona Aranno a causa, dice la tradizione, di dissapori politici. Vittore Pelli muore a Pura l'11 febbraio del 1874.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Maria Ida Biggi, Giuseppe Borsato scenografo alla Fenice 1809-1823, Venezia 1995.
  • Maria Ida Biggi, Tranquillo Orsi, Venezia Arti, 11, Roma 1997, 153-158.
  • Maria Ida Biggi, Vettor Pelli di Aranno. Pittore di scenografie a Venezia, in Giorgio Mollisi (a cura di), "Svizzeri a Venezia nella storia nell'arte nella cultura nell'economia dalla metà del Quattrocento ad oggi", Arte&Storia, anno 8, numero 40, Lugano settembre-ottobre 2008, 442-447.
  • Maria Ida Biggi, M. R. Corchia, M. Viale Ferrero, A. Sanquirico, Il Rossini della pittura scenica, Pesaro 2008.
  • G. Damerini, Scenografi veneziani dell'Ottocento, catalogo della mostra Fondazione Giorgio Cini, Venezia-Vicenza 1962.*F. Mancini, La scenografia italiana dal Rinascimento all'età romantica, Milano 1966.*F. Mancini, Il Teatro di San Carlo 1737-1987, la scene, i costumi, Napoli 1987.*N. Mangini, I teatri di Venezia, Milano 1974.
  • Enzo Pelli, Inventario delle opere di Cipriano e Vittore Pelli, inedito, 1996 (aggiornato 2008).
  • F. Mancini, M. T. Muraro, E. Povoledo, I teatri del Veneto. Venezia, Venezia 1995/1996.
  • Enzo Pelli, Gian Giacomo Carbonetti, Vittore Pelli (Aranno 1750 - 1822), in Giorgio Mollisi (a cura di), "Svizzeri a Venezia nella storia nell'arte nella cultura nell'economia dalla metà del Quattrocento ad oggi", Arte&Storia, anno 8, numero 40, Lugano settembre-ottobre 2008, 450-451.
  • Vittore Pelli, "Memorie di me Vittore Pelli di Aranno", in "Bollettino storico della Svizzera italiana", 1932, 3, luglio settembre, Bellinzona 1932.
  • C. Palumbo-Fossati, "L'architetto militare Domenico Pelli ed i Pelli di Aranno", in "Bollettino storico della Svizzera italiana", 1972, LXXIV, fascicolo II e III, 51-107.
  • C. Palumbo-Fossati, "Aranno ed alcuni episodi della sua emigrazione artistica", in"Almanacco Malcantonese", 1973, Bernasconi & Co, Agno 1973, 117-133.
  • R. Grassi, Lucia Pedrini Stanga, "La formazione accademica. I Pelli di Aranno, un caso emblematico", in "Arte in Ticino 1803-2003", (catalogo della mostra), Lugano 2003, 67-104.
  • Paola Piffaretti, "Cipriano e Vittore Pelli. Due generazioni di artisti a Venezia: 1767-1848", in "Arte&Storia", anno 4, numero 18, Ticino Management S. A., Lugano 2003, 94-97.
  • V. Vergerio-Guerra, "Due generazioni di artisti malcantonesi nella Venezia di fine Settecento: Cipriano Pelli e Vittore Pelli", Museo Cantonale d'arte, (catalogo della mostra), Lugano 1998.
  • M. Viale Ferrero, La scenografia della Scala nell'età neoclassica, Milano 1983.
  • M. Viale Ferrero, Luogo teatrale e spazio scenico, in Storia dell'opera italiana, la spettacolarità, (a cura di) L. Bianconi e G. Pestelli, volume 5, Torino 1998, 3-122.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN59944063 · ISNI (EN0000 0000 6683 3348 · BAV 495/367939 · CERL cnp00565477 · ULAN (EN500064721 · LCCN (ENnb2001030158 · GND (DE121592243