Coordinate: 45°27′51.52″N 7°52′19.03″E

Villa Luisa (Ivrea)

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Villa Luisa
Veduta di Villa Luisa
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegionePiemonte
LocalitàIvrea
Coordinate45°27′51.52″N 7°52′19.03″E
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzioneanni 1860
Realizzazione
CommittenteGaspare Borgetti

Villa Luisa è una storica residenza della città piemontese di Ivrea in Italia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

I lavori di costruzione della villa vennero avviati nei primi anni 1860 su commissione di Gaspare Borgetti, un noto e stimato medico, per poi concludersi tra il 1864 e il 1866. Alla sua morte, la proprietà venne ereditata dal figlio Giuseppe, che perseguì la carriera militare divenendo Maggiore Generale nel 1893. Molto probabilmente fu sua moglie, Luisa Cotta Ramusino, a ispirare il nome della villa. Dopo alterne vicende l'immobile venne acquistato nel 1974 dall'Associazione Industriali del Canavese della quale, dopo la conclusione di alcune opere di ristrutturazione, divenne sede a partire dal 1977.[1][2]

Nel 2020 l'edificio è stato nuovamente sottoposto a una ristrutturazione delle facciate.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La villa sorge sul corso Costantino Nigra, di fronte al Palazzo Ravera, con il lato settentrionale a strabiombo sulle veloci acque della Dora Baltea, nel tratto compreso tra il ponte Vecchio e il ponte Nuovo. La proprietà confina quindi a sud con il giardino di Villa Ravera e a ovest con la chiesa di San Grato Vescovo. La villa dispone di due accessi: uno principale sul corso Nigra, preceduto da un giardino alberato, ed uno secondario sul vicolo Giordano, raggiungibile dal Borghetto.[1]

L'edificio, sviluppato su tre piani, presenta un elaborato apparato decorativo composto da cornici, lesene e mensole. L'ultimo piano è caratterizzato dalla presenza in facciata di grandi finestroni, aperti in una delle campagne di ristrutturazione successive alla costruzione dell'edificio.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Roberto D'Angelo, Ivrea - Quelli della riva destra, Ivrea, 2011, pp. 54-55.
  2. ^ Ivrea per tutti (PDF), su isitt.it, p. 11.

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