Utente:Jacklab72/Altro
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Mamma,
sono uscita con amici. Sono andata ad una festa e mi sono ricordata quello che mi avevi detto: di non bere alcolici. Mi hai chiesto di non bere visto che dovevo guidare, cosi ho bevuto una Sprite. Mi son sentita orgogliosa di me stessa, anche per aver ascoltato il modo in cui, dolcemente, mi hai suggerito di non bere se dovevo guidare, al contrario di quello che mi dicono alcuni amici. Ho fatto una scelta sana ed il tuo consiglio è stato giusto. Quando la festa e finita, la gente ha iniziato a guidare senza essere in condizioni di farlo. Io ho preso la mia machina con la certezza che ero sobria. Non potevo immaginare, mamma, ciò che mi aspettava... Qualcosa di inaspettato! Ora sono qui sdraiata sull'asfalto e sento un poliziotto che dice:"Il ragazzo che ha provocato l'incidente era ubriaco".
Mamma, la sua voce sembra così lontana... Il mio sangue è sparso dappertutto e sto cercando,con tutte le mie forze, di non piangere. Posso sentire i medici che dicono:
"Questa ragazza non ce la farà".
Sono certa che il ragazzo alla guida dell'altra macchina non se lo immaginava neanche, mentre andava a tutta velocita. Alla fine lui ha deciso di bere ed io adesso devo morire... Perchè le persone fanno tutto questo, mamma?
Sapendo che distruggeranno delle vite? Il dolore è come se mi pugnalasse con un centinaio di coltelli contemporaneamente.
Dì a mia sorella di non spaventarsi, mamma, di a papà di essere forte.
Qualcuno doveva dire a quel ragazzo che non si deve bere e guidare...
Forse, se i suoi glielo avessero detto, io adesso sarei viva...
La mia respirazione si fa sempre piu debole e incomincio ad avere veramente paura...
Questi sono i miei ultimi momenti,e mi sento così disperata...
Mi piacerebbe poterti abbracciare mamma, mentre sono sdraiata, qui, morente.
Mi piacerebbe dirti che ti voglio bene per questo... Ti voglio bene e.... addio.
Queste parole sono state scritte da un giornalista che era presente all'incidente.
La ragazza, mentre moriva, sussurrava queste parole ed il giornalista scriveva...scioccato.
Questo giornalista ha iniziato una campagna contro la guida in stato di ebbrezza.
Se questo messaggio è arrivato fino a te e lo cancelli... Potresti perdere l'opportunità, anche se non bevi, di far capire a molte persone che la sua e la tua stessa vita è in pericolo.
Questo piccolo gesto può fare la differenza.
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Il Polizeiregiment "Bozen" (Reggimento di polizia "Bolzano"), già Polizeiregiment "Südtirol" (dal 1º al 29 ottobre 1943) e in seguito SS-Polizeiregiment "Bozen" (dal 16 aprile 1944), era un reparto militare della Ordnungspolizei (polizia d'ordine) creato in Alto Adige nell'autunno 1943, durante l'occupazione tedesca della regione. La truppa era formata da coscritti altoatesini mentre gli ufficiali e i sottufficiali provenivano dalla Germania. Composto da tre battaglioni, è noto principalmente in quanto il terzo fu impiegato con compiti di guardia e sorveglianza nella Roma occupata, dove il 23 marzo 1944 l'11ª Compagnia fu colpita dall'attentato di via Rasella compiuto da partigiani gappisti, riportando trentatré caduti e cinquantacinque feriti. Per rappresaglia, il giorno seguente i tedeschi perpetrarono l'eccidio delle Fosse Ardeatine, alla cui esecuzione i sopravvissuti della compagnia attaccata non parteciparono, nonostante in base alla consuetudine militare germanica spettasse a loro "vendicare" i commilitoni caduti. Le caratteristiche del "Bozen" rappresentano uno dei vari aspetti controversi dell'attentato di via Rasella: per questo motivo, nell'ambito delle pluridecennali polemiche sull'argomento, sono state tratteggiate descrizioni del reggimento tra loro notevolmente difformi, in cui la capacità offensiva e il grado di adesione al nazismo dei suoi uomini sono enfatizzati o al contrario minimizzati, rispettivamente per affermare o negare la legittimità morale e l'efficacia militare dell'azione partigiana. Il primo battaglione fu operativo in Istria e il secondo nel Bellunese (dove fu coinvolto nella strage della valle del Biois dell'agosto 1944), svolgendo entrambi prevalentemente attività antipartigiane, compito a cui fu adibito anche il terzo battaglione dopo il suo ritiro da Roma e trasferimento al nord. Tutti e tre si arresero negli ultimi giorni di guerra agli eserciti alleati o ai partigiani. |