Utente:Egidio24/Sandbox/Sandbox9

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Coordinate: 43°34′02.18″N 10°18′36″E / 43.567272°N 10.31°E43.567272; 10.31
Centrale termoelettrica Marzocco
Centrale termoelettrica Marzocco
Centrale termoelettrica Marzocco

La centrale termoelettrica Marzocco, al tempo della sua costruzione, era una grande centrale per la produzione di energia elettrica sita a Livorno, alle spalle del porto industriale della città. La centrale, che fino alla sua dismissione, è stata gestita dalla società Enel, funzionava ad olio combustibile ed era caratterizzata da una potenza produttiva di 310 MW.[1]

La storia[modifica | modifica wikitesto]

La nascita del sistema elettrico nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Il forte sviluppo dell'industria elettrica in Italia nel primo decennio del '900 è stato caratterizzato dalla preminenza della produzione idroelettrica rispetto a quella termoelettrica. Nel 1908 il 69% della potenza installata e l'85% dell’energia elettrica prodotta risultavano essere di origine idroelettrica. Come avvenuto in passato con l’individuazione dell'acqua come forza motrice dell'industria manifatturiera, la stessa fonte di energia condizionò profondamente la localizzazione dei primi impianti di produzione di energia elettrica, risultando economicamente alternativa al carbone, i cui costi di approvvigionamento e trasporto ne rendevano meno competitivo l’impiego nei grandi impianti termici. Una diretta conseguenza del massiccio impiego dell’energia di origine idrica fu il progressivo affermarsi di grandi imprese produttrici finalizzate alla successiva commercializzazione dell’energia, a scapito dei produttori di energia elettrica di origine termica e dei piccoli autoproduttori. Solo le prime infatti possedevano i capitali e le risorse necessarie per la costruzione e la gestione di grandi impianti idroelettrici. Inoltre, risultando per sua stessa natura stabilito in modo univoco il luogo di produzione dell’energia elettrica presso il bacino idrico, si rendeva necessaria la realizzazione di grandi linee di trasporto dell’energia elettrica presso i luoghi di utilizzo, escludendo di fatto i piccoli produttori impossibilitati all’immobilizzo di grandi capitali

La peculiarità toscana[modifica | modifica wikitesto]

Anche l’industria elettrica toscana contribuì a questo processo di sviluppo, seppur come vedremo con modalità diverse, con l’affermarsi di due grandi società che avrebbero assunto nel tempo il totale controllo del settore: la Società mineraria ed elettrica del Valdarno e la Società ligure toscana di elettricità. La prima con interessi principalmente orientati nelle provincie di Firenze e di Arezzo, la seconda concentrata con la produzione e la distribuzione di energia elettrica sul litorale tirrenico, in particolare nella città di Livorno. Contrariamente però a quanto avvenuto nel resto del paese, lo sviluppo dell’industria elettrica in Toscana seguì un percorso in controtendenza, risultando addirittura atipico e tale da configurare un vero e proprio “caso di studio” meritevole di essere attentamente analizzato. La peculiarità del modello di sviluppo del sistema elettrico toscano risiedeva nella netta prevalenza della produzione termica rispetto alla produzione di origine idrica, l’opposto quindi della tendenza a livello nazionale (Nota) Con la sola eccezione della Campania dove si realizzò un fenomeno simile. Nel 1908 i quattro quinti della potenza installata in Toscana erano infatti ubicati negli impianti termici e solo una quota irrisoria, inferiore a 4.000 kw, in quelli idroelettrici. (NOTA)L’attivazione, negli anni successivi, degli impianti di produzione di energia elettrica di Larderello, ad una prima analisi avrebbero ulteriormente incrementato il peso della componente di produzione termica, ma nel caso specifico si trattava di generazione termica di natura endogena e non di produzione da combustibile fossile. I motivi che spiegano questa anomalia hanno alcune caratteristiche comuni alle due aree geografiche nelle quali operavano le società sopradette e altre specifiche per ciascuna di esse. Le centrali idroelettriche toscane, nel periodo storico preso in esame, risultavano collocate esclusivamente sul versante toscano dell’appennino tosco emiliano, solo alcuni decenni più tardi sono state costruite centrali idroelettriche anche sul fiume Arno, sul versante toscano dell’Appennino Tosco romagnolo. Le caratteristiche estremamente variabili, in alcuni casi torrentizie, della portata dei corsi d’acqua che le alimentavano, rendevano necessaria la realizzazione di grandi bacini di accumulo d’acqua per estendere la produzione di energia elettrica anche nei periodi di magra. Inoltre la collocazione geografica avrebbe reso indispensabile la costruzione di nuove linee di trasporto dell’energia prodotta, a causa della relativa lontananza dei centri di produzione idroelettrica dai due poli industriali principali, Firenze e Livorno. Queste due considerazioni accompagnate dalle valutazioni degli allora modesti volumi di consumo di energia elettrica, scoraggiarono, in Toscana, massicci investimenti in campo idroelettrico. Ma un elemento determinante per la preferenza accordata alla produzione termoelettrica in Toscana è stata individuato nelle relativamente favorevoli, seppur diverse, condizioni di approvvigionamento del combustibile fossile per entrambe le società. La disponibilità di lignite proveniente dalla miniera a cielo aperto in prossimità di Castelnuovo dei Sabbioni in provincia di Arezzo fu determinante per la Società mineraria ed elettrica del Valdarno che costruì in prossimità della miniera una centrale termoelettrica che nei decenni successivi è stata più volte modificata e ampliata fino a divenire l’attuale Centrale Termoelettrica Santa barbara. Per la zona costiera ove operava la Società ligure toscana di elettricità, le condizioni favorevoli furono determinate dalla possibilità di poter costruire un impianto di produzione termoelettrica sul canale navigabile detto Dei navicelli, nell’immediata prossimità del Porto di Livorno, al tempo uno dei più importanti scali carboniferi d’Italia, raggiungendo così tre obiettivi strategici: grande disponibilità di combustibile, carbone, a prezzi competitivi, spese di trasporto praticamente nulle, disponibilità di acqua di raffreddamento necessaria per il funzionamento del ciclo termico. Per questi stessi motivi, nel corso dei decenni successivi, nella stessa area, sono state costruite, nel raggio di poche centinaia di metri quasi sovrapponendosi, ben tre centrali l’ultima delle quali è la Centrale del Marzocco (Dalla Valdarno)


Edificata occupando parzialmente il sito della ex Centrale Turbogas Luigi Orlando, fu progettata dal celebre Riccardo Morandi, autore di altri impianti analoghi in Italia; il nome del complesso industriale deriva da quello della vicina Torre del Marzocco, costruita nel XV secolo a breve distanza dalla più antica Torre del Magnale.

Nel 1959 la Selt-Valdarno, poi ENEL, commissionò a Riccardo Morandi il progetto di una centrale termoelettrica capace di soddisfare il fabbisogno energetico di buona parte delle province livornese e pisana. L'ingegnere romano si avvalse, per la progettazione tecnologica e la fornitura dei materiali, dell'impresa svizzera BBC Brown Boveri Ltd di Baden, e venne coadiuvato da alcuni tecnici della committenza.

I lavori furono avviati nel 1960 e conclusi in poco più di due anni: il primo gruppo termoelettrico entrò ufficialmente in servizio il 6 maggio del 1963. Il complesso, sorto nell'area di una preesistente centrale attiva sin dal 1907[2], fu concluso in ogni sua parte nel 1965. La centrale ha funzionato a pieno regime fino agli anni 2000. Successivamente, a causa delle mutate condizioni di mercato derivanti dalla liberalizzazione del mercato elettrico e ai mancati investimenti di rinnovamento degli impianti, ha prodotto energia elettrica a regime ridotto. Dopo aver operato a regime produttivo ridotto e in particolari momenti di crisi energetica fino al 2012,[3] dall'anno 2014 la centrale ha cessato completamente l'attività produttiva.[4][5] Nell'ambito di un piano di riorganizzazione del parco delle centrali termoelettriche ENEL,[6] è stata dichiarata definitivamente fuori servizio a marzo 2015.[7]

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

La centrale, gestita oggi dalla società Enel, funzionava ad olio combustibile ed era caratterizzata da una potenza produttiva di 310 MW.[8]

Ubicazione[modifica | modifica wikitesto]

La centrale è situata nell'area industriale di Livorno, a nord del centro cittadino e attigua al porto industriale, in un ampio lotto delimitato, a est, da via Salvatore Orlando (un importante asse di collegamento della città con il sistema autostradale), a nord ovest, dalla Calata del Magnale del Porto di Livorno, a sud ovest dal Canale dei Navicelli nel tratto che dal porto si collega con la Dogana d'Acqua. Il complesso costituisce una rilevante emergenza nel circostante paesaggio, interamente costituito da opifici e attrezzature industriali e portuali, grazie soprattutto alla mole svettante delle due ciminiere, alte circa ottanta metri.

Il complesso progettato da Morandi, a sud del quale è situata l'edifico principale della suddetta vecchia centrale (oggi sottoposta a vincolo), si articola nella centrale vera e propria e in alcuni annessi (gli uffici, le officine, il magazzino, il portierato) attestati in prossimità del muro di cinta e articolati lungo l'asse longitudinale, sottolineato, all'epoca della costruzione e per molti anni a seguire, dalla presenza di un viale di pini.

La cessazione dell'attività produttiva e la dismissione[modifica | modifica wikitesto]

Dopo aver operato a regime produttivo ridotto e in particolari momenti di crisi energetica fino al 2012,[9] dall'anno 2014 la centrale ha cessato completamente l'attività produttiva.[10][11] Nell'ambito di un piano di riorganizzazione del parco delle centrali termoelettriche ENEL,[12] è stata dichiarata definitivamente fuori servizio a marzo 2015.[13] Fino agli ultimi mesi del 2015, all'interno dell'area della centrale erano operative anche l'area sperimentale di Enel Ricerca e l'IFRF, Fondazione Internazionale di Ricerca sulla Combustione, che svolgevano attività di ricerca sulla riduzione dell'impatto ambientale di impianti a fonti convenzionali e sui sistemi di storage di energia elettrica e reti intelligenti. Nel 2016 sono iniziate le procedure di vendita dell'intero sito.[14]

  1. ^ www.primapagina.regione.toscana.it, Centrale termoelettrica Marzocco e fonti rinnovabili in Toscana, su primapagina.regione.toscana.it. URL consultato il 31-07-2007.
  2. ^ In precedenza, sin dal 1888 era attiva una officina dell'elettricità in via Paolo Emilio Demi.
  3. ^ LaNazione.net, Emergenza gas, avviate le centrali termoelettriche di Livorno e Piombino, su lanazione.it. URL consultato il 21-04-2016.
  4. ^ Jacopo Giliberto, La grande revisione da Nord a Sud, su ilsole24ore.com, Il Sole 24 Ore - Commenti&Inchieste - Scenari, 23 ottobre 2014. URL consultato il 21/04/2016.
  5. ^ Mauro Zucchelli, Chiude la centrale Enel: occhi sulle aree d'oro in porto, su iltirreno.gelocal.it, Quotidiano Il Tirreno Edizione livorno, 6 novembre 2014. URL consultato il 21 aprile 2016.
  6. ^ ENEL SpA, ENEL e la strada verso il rilancio, su futur-e.enel.it. URL consultato il 21-04-2016.
    «La rivoluzione energetica portera a una forte crescita nel fotovoltaico domestico e alla diffusione dei dispositivi di stoccaggio dell'energia.»
  7. ^ ENEL SpA, Dépliant "Centrale di Livorno" (PDF), su futur-e.enel.it. URL consultato il 21/04/2016.
    «Impianto non più disponibile all'esercizio»
  8. ^ www.primapagina.regione.toscana.it, Centrale termoelettrica Marzocco e fonti rinnovabili in Toscana, su primapagina.regione.toscana.it. URL consultato il 31-07-2007.
  9. ^ LaNazione.net, Emergenza gas, avviate le centrali termoelettriche di Livorno e Piombino, su lanazione.it. URL consultato il 21-04-2016.
  10. ^ Jacopo Giliberto, La grande revisione da Nord a Sud, su ilsole24ore.com, Il Sole 24 Ore - Commenti&Inchieste - Scenari, 23 ottobre 2014. URL consultato il 21/04/2016.
  11. ^ Mauro Zucchelli, Chiude la centrale Enel: occhi sulle aree d'oro in porto, su iltirreno.gelocal.it, Quotidiano Il Tirreno Edizione livorno, 6 novembre 2014. URL consultato il 21 aprile 2016.
  12. ^ ENEL SpA, ENEL e la strada verso il rilancio, su futur-e.enel.it. URL consultato il 21-04-2016.
    «La rivoluzione energetica portera a una forte crescita nel fotovoltaico domestico e alla diffusione dei dispositivi di stoccaggio dell'energia.»
  13. ^ ENEL SpA, Dépliant "Centrale di Livorno" (PDF), su futur-e.enel.it. URL consultato il 21/04/2016.
    «Impianto non più disponibile all'esercizio»
  14. ^ Futur - e Il futuro è un impegno condiviso, su enel.it. URL consultato il 6 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 7 marzo 2017).