Saimiri

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Saimiri[1]
Saimiri comune (Saimiri sciureus)
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
OrdinePrimates
SottordineHaplorrhini
InfraordineSimiiformes
FamigliaCebidae
SottofamigliaSaimirinae
Miller, 1912
GenereSaimiri
Voigt, 1831
Nomenclatura binomiale
Saimiri sciureus
(Linnaeus, 1758)
Sinonimi
  • Laventiana (Rosenberger, 1991)[2]
  • Neosaimiri (Stirton, 1951)[2]
Specie

Saimiri Voigt, 1831 è un genere di platirrine appartenente alla famiglia Cebidae, nell'ambito della quale costituisce l'unico genere ascritto alla sottofamiglia Saimirinae Miller, 1912.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Le dimensioni di questi animali variano dai 60 ai 75 cm, con la coda solitamente più lunga del corpo di almeno 15 cm, per un peso compreso fra gli 800 ed i 1200 g: curiosamente, il rapporto cervello/massa totale di questi animali è di 1:17, il che ne fa i primati col cervello più grande in proporzione (nell'uomo tale rapporto è 1:35).
Al genere sono ascritte le scimmie conosciute col nome comune collettivo di scimmie scoiattolo, saimiri , crisotrici (ossia "pelo d'oro") o teste di morto: quest'ultimo nome deriva dalla colorazione della faccia, che presenta muso e occhi neri con una caratteristica mascherina bianca attorno agli occhi. Il pelo è corto e folto, di colore verde oliva sulle spalle e giallo-arancio su dorso e zampe; la gola, il cranio (dalla nuca alla fronte) e le orecchie sono neri. Le proporzioni dei vari colori fra loro sono variabili a seconda della specie presa in considerazione.
Le femmine possiedono uno pseudo-pene che utilizzano nelle manifestazioni di dominanza nei confronti dei subordinati.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

Questi animali sono diurni ed arboricoli: utilizzano la lunga coda per bilanciarsi durante i loro movimenti fra i rami. Vivono in gruppi formati da maschi e femmine in proporzione variabile, che possono contare fino a 500 membri ed a volte si frazionano in sottogruppi.
Per comunicare fra loro, utilizzano una serie di richiami, che includono suoni di allarme per proteggersi dagli uccelli rapaci, che sono i loro predatori naturali assieme ai serpenti e ai felini, ma possono anche strofinare la propria urina sulla coda o sul corpo, per dare ad altri esemplari delle informazioni immediate su età, sesso e ricettività dell'esemplare.

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Sono animali onnivori, che si nutrono fondamentalmente di frutta e insetti: occasionalmente predano anche piccoli vertebrati e uova.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

La riproduzione ha cadenza stagionale: le femmine si accoppiano in modo tale che la gravidanza, che dura dai cinque ai cinque mesi e mezzo, finisca durante la stagione delle piogge. La femmina è l'unica a prendersi cura dell'unico cucciolo che solitamente nasce, e che viene svezzato a 4 mesi in Saimiri oerstedii, non prima dell'anno e mezzo in Saimiri boliviensis. La maturità sessuale viene raggiunta attorno ai tre anni nelle femmine ed i cinque anni nei maschi: in cattività, questi animali vivono oltre vent'anni, mentre in natura non oltrepassano la soglia dei quindici anni di vita.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questi animali sono abitatori della foresta tropicale di America Centrale e Meridionale, dove le varie specie hanno areali parapatrici od allopatrici in Amazzonia, mentre S. oerstedii ha areale discontinuo in Costa Rica e Panama.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Saimiri sciureus

Fino al 1984, tutte le specie viventi in Sudamerica venivano considerate sottospecie di Saimiri sciureus, mentre Saimiri oerstedii veniva generalmente considerata una specie a sé stante[3]: attualmente, vengono ascritte cinque specie, divise in due gruppi definiti a seconda della forma della mascherina attorno agli occhi. Nel gruppo S. boliviensis, tale mascherina ha il margine superiore piegato ad arco a tutto sesto, mentre nel gruppo sciureus tale margine è a sesto acuto[4].

Specie fossili:

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Due delle specie appartenenti a questo genere sono, a vario titolo, inserite dalla IUCN tra le specie minacciate: Saimiri oerstedii, classificata come in pericolo di estinzione, e Saimiri vanzolinii, classificata come vulnerabile.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Saimiri, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, 138–139, ISBN 0-8018-8221-4.
  2. ^ a b c d Saimiri – Paleobiology Database
  3. ^ Michael Kavanagh, A Complete Guide to Monkeys, Apes and Other Primates, 1983, p. 84, ISBN 0-224-02168-0.
  4. ^ Rowe, N., The Pictorial Guide to the Living Primates, Pogonia Press, Charlestown, Rhode Island, 1996, ISBN 0-9648825-0-7.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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