Osmoderma eremita

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Scarabeo eremita
Esemplare fotografato a Tønsberg (Norvegia)
Stato di conservazione
Prossimo alla minaccia (nt)[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
RamoBilateria
PhylumArthropoda
SubphylumTracheata
SuperclasseHexapoda
ClasseInsecta
SottoclassePterygota
CoorteEndopterygota
SuperordineOligoneoptera
SezioneColeopteroidea
OrdineColeoptera
SottordinePolyphaga
InfraordineScarabaeiformia
SuperfamigliaScarabaeoidea
FamigliaScarabaeidae
SottofamigliaCetoniinae
TribùTrichiini
SottotribùOsmodermatina
GenereOsmoderma
SpecieO. eremita
Nomenclatura binomiale
Osmoderma eremita
(Scopoli, 1763)
Sinonimi

Cetonia cremiticum Knoch, 1801
Osmoderma eremita semirufum Pic, 1915
Osmoderma socialis Horn, 1871
Scarabaeus variabilis Linnaeus, 1758[2]
Scarabaeus eremita Scopoli, 1763[3]

Lo scarabeo eremita o eremita odoroso (Osmoderma eremita (Scopoli, 1763)) è un insetto dell'ordine dei coleotteri e della famiglia degli scarabeidi[1][2][3][4][5].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Particolare del capo

L'adulto, grande dai 25 ai 37 mm, è di colore bruno-bronzato, e presenta punteggiatura brillante sulle elitre e zigrinature più chiare sul protorace[4][5].

La specie ha un lieve dimorfismo sessuale, con il maschio che presenta un maggiore pronunciamento del solco longitudinale mediano del pronoto[5]. È in grado di volare[5].

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Larva

Si tratta di una specie saproxilofaga (ossia che si nutre di legno morto): il suo ciclo vitale si compie nelle sostanze organiche in decomposizione che si trovano alla base di alberi antichi, specie durame marcescente e funghi morti[1]; la pianta ospite prediletta è la quercia, ma si adatta anche a diverse altre caducifoglie, fra cui tiglio, frassino, salice, faggio, olmo, pioppo, platano, pruno, castagno, noce, ontano, betulla, acero, carpino bianco, melo, pero, gelso; rare sono invece le segnalazioni riguardo alle conifere[1][4][5].

La larva si sviluppa nel giro di due-tre anni, scavando e nutrendosi dei detriti organici, ma può metterci più tempo se la situazione non è ottimale[1][5]; a ciclo completo, in autunno, la larva s'impupa in un bozzolo ovale formato da pezzi di legno e proprie feci[5]. L'adulto emerge all'inizio dell'estate, ma è visibile quasi solo al crepuscolo[4]. Il maschio emette un feromone dal profumo di frutta per attirare le femmine, e muore dopo un mese; la femmina vive una-due settimane in più, deponendo le uova nella corteccia prima di morire[5].

Diffusione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Esemplare fotografato a Tønsberg (Norvegia)

È una specie endemica d'Europa[1], ed è diffuso in gran parte del territorio continentale[3]. È assente nell'Islanda e nelle isole britanniche; riguardo alle isole del Mediterraneo, invece, non vi sono dati[1].

A dispetto dell'ampio areale, la specie occupa una nicchia ecologica molto ristretta, ossia il durame in disfacimento degli alberi più vecchi, un habitat in costante riduzione; per tale motivo, è classificata come "prossima alla minaccia"[1] ed è ormai rara in gran parte dei paesi europei[4].

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

O. eremita è considerata specie prossima alla minaccia al rischio di estinzione. Tuttavia le popolazioni italiane sono ridotte ed è valutato come specie vulnerabile.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h (EN) Nieto, A., Mannerkoski, I., Putchkov, A., Tykarski, P., Mason, F., Dodelin, B. & Tezcan, S. 2010, Osmoderma eremita, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b (EN) Osmoderma eremita (Scopoli, 1763), su Catalogue of Life. URL consultato il 24 agosto 2017.
  3. ^ a b c (EN) Osmoderma eremita (Scopoli, 1763), su Fauna Europaea. URL consultato il 24 agosto 2017.
  4. ^ a b c d e Osmoderma eremita, su Aree protette del Trentino. URL consultato il 24 agosto 2017.
  5. ^ a b c d e f g h Osmoderma eremita s.l., su Life+ Natura MIPP. URL consultato il 24 agosto 2017.
  6. ^ Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Lista rossa dei coleotteri saproxilici italiani (PDF), su iucn.it, Comitato IUCN.

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