Oranit

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Oranit
insediamento israeliano
אֳרָנִית, אורנית
Oranit – Veduta
Oranit – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera della Palestina Palestina
Bandiera d'Israele Israele de facto
RegioneCisgiordania
GovernatoratoQalqilya
Amministrazione
SindacoNir Bartal (de facto)
Data di istituzione1983
Territorio
Coordinate32°07′45.5″N 34°59′42.76″E / 32.129306°N 34.995211°E32.129306; 34.995211 (Oranit)
Altitudine140 m s.l.m.
Superficie4 500 km²
Abitanti8 955 (2019)
Densità1,99 ab./km²
Altre informazioni
Fuso orarioUTC+2
Cartografia
Mappa di localizzazione: Stato di Palestina
Oranit
Oranit
Sito istituzionale

Oranit (in ebraico אֳרָנִית?) è un insediamento israeliano organizzato come consiglio locale situato in Cisgiordania, Palestina nei pressi della Linea Verde. Confina con la foresta di Horshim a ovest, Rosh HaAyin e Kfar Qasim a sud-ovest, Sha'arei Tikva a est e Khirbet Abu Salman a nord-est.

La comunità internazionale considera gli insediamenti israeliani in Cisgiordania illegali secondo il diritto internazionale; il governo israeliano contesta questa posizione[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La storia di Oranit inizia nell'aprile 1983, quando il governo israeliano ne approvò la costituzione assieme ad altri due insediamenti nella Samaria occidentale. I primi coloni giunsero nel 1985. Nel 1990 raggiunse lo status di consiglio locale.

Secondo l'Applied Research Institute-Jerusalem, Israele confiscò territori a due villaggi palestinesi per costruire Oranit. La maggior parte del terreno fu sottratto a Azzun Atma[2] e il restante a ‘Izbat Salman[3].

Secondo Amnesty International la maggior parte dei terreni del villaggio confinante di 'Izbat Salman fu annesso ad Oranit quando fu fondata. Il resto delle terre del villaggio palestinese fu di fatto perduta quando fu costruita la barriera di separazione israeliana per accogliere Oranit e le terre per la futura espansione[4]. L'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione ha stimato che i tre villaggi palestinesi nelle vicinanze persero oltre 3 000 dunum di terreno a favore di Oranit, dalla sua fondazione. A trenta contadini palestinesi fu inizialmente dato accesso alle proprie coltivazioni all'interno dell'insediamento. Questo diritto fu presto revocato per "ragioni di sicurezza". I terreni appartenuti a questi contadini furono, di fatto, annessi a Oranit[5].

Nel 2009 il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu impose uno stop di 10 mesi all'espansione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania[6].

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2018 Oranit contava 8 807 abitanti. Secondo un sondaggio del 2009, la popolazione è giovane e equamente divisa tra uomini e donne. Circa il 15% è ortodosso, due terzi dei quali vivono nel quartiere religioso della città.

Secondo Zvika Ma-Yafit, ex sindaco di Oranit, la città intrattiene buoni rapporti con il vicino villaggio di Kafr Qasim. Le due città hanno collaborato a progetti ambientali come lo sviluppo di un sistema fognario comune. Molti residenti di Kafr Qasim lavorano ad Oranit come giardinieri e tuttofare. Zvika Ma-Yafit sostiene che il motivo che spinge i coloni a trasferirsi a Oranit non è ideologico ma riguarda la qualità di vita[7].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) The Geneva Convention, BBC News, 10 dicembre 2009. URL consultato il 2 aprile 2020.
  2. ^ (EN) ‘Azzun ‘Atma Village Profile (PDF), in ARIJ, p. 16.
  3. ^ (EN) The Western ‘Izab Locality Profile (including ‘Izbat Jal’ud, ‘Izbat Salman, ‘Izbat al Mudawwar & ‘Izbat al Ashqar) (PDF), in ARIJ, p. 20.
  4. ^ (EN) Enduring occupation Palestinians under siege in the West Bank (PDF), su amnesty.ie, Amnesty International, 3 aprile 2020. URL consultato il 30 giugno 2007.
  5. ^ (EN) Impact of the First Phase of the Security Barrier on the Qalqiliya, Tulkarmand Jenin districts, su unispal.un.org, Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione, 1º luglio 2003. URL consultato il 3 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 2 dicembre 2020).
  6. ^ (EN) Joshua Mitnick, In Israeli settlements, residents and builders push back on 10-month freeze, Christian Science Monitor, 1º dicembre 2009.
  7. ^ (EN) Dreams of land collide as Israeli settlers grow in number, The New York Times, 3 luglio 2002. URL consultato il 3 aprile 2020.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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