Megalito

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Tomba megalitica harhoog (un tipo di dolmen esteso) situata a Keitum sull'isola di Sylt, nello Schleswig-Holstein, in Germania. Risale probabilmente a circa il 3000 a.C. Nel 1954 è stato spostato dalla sua posizione originale.

Un megalito è una grande pietra o un insieme di pietre usate per costruire una struttura o monumento senza l'uso di leganti come calce o cemento. [1]

Il termine fu coniato nel 1849 dall'antiquario inglese Algernon Herbert, che unì due parole del greco antico: μέγας, traslitterato mégas, cioè "grande", e λίθος, líthos, che significa "pietra". [2]

Tipologie[modifica | modifica wikitesto]

I megaliti presentano forme e strutture diverse, anche se si possono individuare alcune tipologie fondamentali:[1]

  • il menhir, un masso grezzo o appena sbozzato, conficcato nel terreno;[3]
  • il dolmen, caratterizzato da due o più pietre verticali e una orizzontale posta come architrave;[4]
  • il cerchio di pietre, pietre poste verticalmente nel terreno in forma più o meno circolare;[1][5]
  • l'allineamento di pietre, pietre poste verticalmente nel terreno in una o più file regolari;[1]
  • corridoio coperto, che si presenta come un dolmen allungato;[6]
  • la cista, pietre poste a formare una scatola o cassone, con funzioni funerarie;[1]
  • la trilite, una struttura formata da due pietre disposte in verticale (piedritti) e una terza appoggiata orizzontalmente sopra di esse (architrave).[7]

Distribuzione dei megaliti[modifica | modifica wikitesto]

Europa[modifica | modifica wikitesto]

Il complesso megalitico di Stonehenge, in Inghilterra
Dolmen di Monte Bubbonia, Caltanissetta
Dolmen di Sa Coveccada, Mores

In Europa si contano circa 35.000 strutture megalitiche, distribuite lungo la cosiddetta facciata atlantica, e comprendono quelle presenti in Svezia, Danimarca, Germania settentrionale, Paesi Bassi, Belgio, Scozia, Inghilterra, Galles, Irlanda, Francia nord-occidentale, Spagna settentrionale e Portogallo, e quelle presenti nella regione del Mediterraneo, comprendendo quelle presenti nella parte meridionale e sud-orientale della Spagna, Francia meridionale, Corsica, Sardegna, Sicilia, Malta e Baleari, Italia continentale e Svizzera.[8]

In Danimarca, sull'isola di Møn, si trovano 119 tombe megalitiche, la più particolare delle quali è Klekkende Høj, risalente circa al 2.500 a.C., l'unica ad avere un doppio ingresso.[9][10]

Nel sito archeologico dei tumuli di Bougon in Nuova Aquitania in Francia, nel 1840 sono stati scoperti cinque tumuli sepolcrali, il più antico dei quali risalente al V millennio a.C. .[11] A Locmariaquer in Bretagna si trova il grande menhir spezzato, che oggi giace a terra diviso in quattro parti, ma che originariamente, intorno al 4.500 a.C., con i suoi 20 metri di altezza, era uno dei più alti menhir in Europa.[12][13]

In Corsica si trova il sito archeologico di Filitosa, uno dei più importanti risalenti al Neolitico, dove sono stati scoperti una ottantina di menhir, risalenti al III secolo a.C. .[14][15][16]

I templi megalitici di Malta, sette dei quali sono stati dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, risalgono ad un periodo compreso tra il IV e il III millennio a.C..[17]


In Italia tali monumenti si trovano in maniera copiosa in Sardegna. I più antichi megaliti dell'isola sono i circoli funerari della Gallura, di cui è giusto ricordare la necropoli di Li Muri ad Arzachena, simili a quelli della vicina Corsica e dell'area provenzale e pirenaica; numerosi anche i menhir, 100 solo nel piccolo comune di Laconi (uno tra i più alti in Italia, circa 6 metri, si trova a Villa Sant'Antonio, va ricordato per la sua forma fallica e per la sua lavorazione, ma vi sono menhir anche superiori ai 7 metri[senza fonte]); più di 200 menhir nel comune di Sorgono, dove è forte il richiamo della loro posizione alle costellazioni; più di 100 dolmen situati prevalentemente nel settentrione dell'isola di cui ricordiamo il dolmen di Sa Coveccada nel comune di Mores. Oltre ai già citati nuraghi realizzati dalla civiltà nuragica in numero superiore a 7.000, nell'isola sarda possiamo trovare le Tombe dei giganti, sempre di epoca nuragica (circa 800 tombe) aventi struttura e forme differenti: la cosiddetta forma taurina è la più diffusa. Occorre però ricordare che alcuni studiosi[chi ?] definiscono i nuraghi non "opere megalitiche" ma "opere ciclopiche", cioè realizzate con l'incastro di pietre di varie dimensioni, anche molto piccole.

Megaliti dell'Argimusco, Sicilia

Altri megaliti sono presenti in Puglia (Bisceglie, Ceglie Messapica, Giurdignano, Minervino di Lecce, Maglie, Melendugno, Racale zona Ospina), in Calabria (Nardodipace) e in Sicilia (Monte Bubbonia, Cava dei Servi, Cava Lazzaro, Avola e Montalbano Elicona, sull'Argimusco). In Sicilia, la scoperta di architetture dolmeniche (risalenti a circa il 2200 a.C.) è abbastanza recente.[18]

La prima descrizione di un megalito (Carnac) si deve al Conte di Caylus, nel XVIII secolo. Legrand d'Aussy introdusse i termini menhir e dolmen, presi dal linguaggio bretone, e interpretò i megaliti come tombe galliche. In Bretagna le prime ricerche sui megaliti furono condotte dagli antiquari Aubrey e Stukeley. Nell'anno 1805, Jacques Cambry pubblicò un libro intitolato "Monuments celtiques, ou recherches sur le culte des Pierres, précédées d'une notice sur les Celtes et sur les Druides, et suivies d'Etymologie celtiques" in cui propose un culto celtico di queste strutture. Questa ipotesi che collegava i druidi ai megaliti si è poi rivelata priva di fondamento, ma ha avuto un largo seguito, fino ai giorni nostri.

Un'ipotesi che prende in considerazione più analiticamente i dati archeologici disponibili, riferita più in particolare ai contesti delle regioni costiere e planiziali dell'Europa atlantica, della Manica e del Mare del Nord e proposta da Colin Renfrew, vede il megalito come segno di demarcazione e controllo territoriale tra comunità confinanti, e di prestigio e potere, di rappresentazione della coesione sociale (più o meno coatta o spontanea) interna alle comunità stesse. Alla sfera prettamente cultuale è invece legata l'ipotesi suggerita dallo studioso Salvatore Piccolo, che individua la genesi di queste "architetture" nella fortunata coincidenza di più fattori spontanei: la vista di "composizioni" trilitiche davvero straordinarie, originatesi in modo del tutto casuale (per opera di terremoti, inondazioni, venti), sollecitò talmente l'immaginario religioso di talune comunità preistoriche che finirono per attribuire a quelle conformazioni un significato mistico eccezionale, replicandole artificialmente[19].

La datazione di più di 2.000 dei 35.000 megaliti presenti in Europa suggerirebbe che la cultura megalitica si sarebbe diffusa in Francia occidentale per diffondersi successivamente sulle coste continentali e mediterranee, diversamente da precedenti ipotesi in base alle quali la sua origine sarebbe da ricondurre al vicino oriente. Sarebbe erronea anche l'ipotesi che tale cultura si fosse sviluppata indipendentemente da una regione a un'altra.[20]

Asia[modifica | modifica wikitesto]

Nell'attuale Turchia meridionale, presso Göbekli Tepe, è stato rinvenuto il più antico esempio di tempio in pietra (11500-8000 a.C. circa), la cui erezione dovette interessare centinaia di uomini nell'arco di tre o cinque secoli. In Europa occidentale i megaliti sono solitamente riconducibili al periodo neolitico o all'età del bronzo (4500 - 1500 a.C.).

Poco conosciuti ma molto numerosi sono i monumenti megalitici in Russia e Ucraina. Molto numerosi e imponenti sono i dolmen nell'area caucasica e quelli nel continente asiatico: in Cina e Corea, ma anche in India e Giappone[21] dove alcuni templi induisti e scintoisti sono stati costruiti su precedenti siti megalitici e in alcuni casi le pietre sono ancora oggetto di culto.

America meridionale[modifica | modifica wikitesto]

Sono stati scoperti dei megaliti in Brasile, vicino alla città di Calçoene, da cui il sito archeologico prende il nome. Le rocce sono disposte secondo un certo ordine, e probabilmente avevano la funzione di osservatorio astronomico.

La struttura venne scoperta per la prima volta dal naturalista Emilio Goeldi[22], che notò le pietre verso la fine del XIX secolo. L'interesse scientifico per questi monumenti comparve nel 1920, con Curt Nimuendajú che descrisse 9 gruppi di megaliti.

Il primo programma di ricerca vero e proprio incominciò nel 2005, con scavi e ricerca di informazioni nella zona. Gli scienziati chiamano questi megaliti con il nome di "struttura AP-CA-18".

Megaliti e astronomia[modifica | modifica wikitesto]

È stato ipotizzato che alcuni megaliti avessero la funzione di misura o di indicazione di importanti eventi astronomici, come i solstizi o gli equinozi (vedi anche Archeoastronomia). Alcune incisioni su queste pietre sono state talvolta interpretate come rappresentazioni di specifiche stelle e si ritiene che indicassero quindi l'orientamento astronomico della struttura.

Megaliti e religione[modifica | modifica wikitesto]

Mircea Eliade evidenzia la valenza religiosa dei megaliti. Egli scrive: "È importante sottolineare questo fatto: l'uomo spera che il proprio nome sarà ricordato grazie alla pietra; in altre parole, il vincolo con gli antenati è garantito dalla memoria dei loro nomi e delle loro gesta, memoria "fissata" nei megaliti. [....] Ciò che caratterizza le religioni megalitiche è il fatto che le idee di perennità e di continuità tra la vita e la morte sono colte mediante l'esaltazione degli antenati identificati, o associati, alle pietre".[23]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Megaliti, su treccani.it. URL consultato il 29 maggio 2024.
  2. ^ (EN) Europe’s Mighty Megaliths "Rock" the Winter Solstice, su nationalgeographic.com. URL consultato il 29 maggio 2024.
  3. ^ (EN) Menhir, su britannica.com. URL consultato il 29 maggio 2024.
  4. ^ (EN) Dolmen, su britannica.com. URL consultato il 29 maggio 2024.
  5. ^ (EN) Stone circle, su dictionary.cambridge.org. URL consultato il 29 maggio 2024.
  6. ^ (EN) Barbara Ann Kipfer, Encyclopedic Dictionary of Archaeology, Plenum Pub Corp, 2000, p. 14, ISBN 0306461587.
  7. ^ Trilite, su treccani.it. URL consultato il 29 maggio 2024.
  8. ^ (EN) Schulz Paulsson B., Radiocarbon dates and Bayesian modeling support maritime diffusion model for megaliths in Europe, in Proc Natl Acad Sci U S A., 116(9), 2019, pp. 3460-3465, DOI:10.1073/pnas.181326811, PMID 30808740.
  9. ^ (EN) Klekkende Høj Passage Tomb, Mons, Denmark, su www2.stetson.edu. URL consultato il 30 maggio 2024.
  10. ^ (EN) Klekkende Høj, su insula-moenia.dk. URL consultato il 30 maggio 2024 (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2007).
  11. ^ L'archeologia delle pratiche funerarie. Europa tra preistoria e protostoria, su treccani.it. URL consultato il 31 maggio 2024.
  12. ^ Le Grand Menhir Brisé, su megalithia.com. URL consultato il 31 maggio 2024.
  13. ^ Le Grand Menhir Brisé, su ancient-wisdom.com. URL consultato il 31 maggio 2024.
  14. ^ Corsica, su treccani.it. URL consultato il 31 maggio 2024.
  15. ^ In Corsica a tu per tu con le stele menhir del parco di Filitosa, su ilcorriereapuano.it. URL consultato il 31 maggio 2024.
  16. ^ I Menhir di Filitosa, il più importante sito preistorico della Corsica, su corsicaoggi.com. URL consultato il 31 maggio 2024.
  17. ^ (EN) Megalithic Temples of Malta, su whc.unesco.org. URL consultato il 30 maggio 2024.
  18. ^ Salvatore Piccolo, Antiche Pietre. La cultura dei dolmen nella Preistoria della Sicilia sud-orientale, Morrone ed., 2007.
  19. ^ Salvatore Piccolo, ibidem, p. 15.
  20. ^ Le origini della cultura megalitica in Europa, su lescienze.it, l'espresso, 12 febbraio 2019.
  21. ^ Megaliths in Japan, su megaliths.net.
  22. ^ Calçoene megalithic observatory - Amazon Stonehenge, su wondermondo.com.
  23. ^ Storia delle idee e delle credenze religiose, saggi BUR, 2008, vol. 1, pag. 141-142.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alberto Pozzi, MEGALITISMO Architettura Sacra della Preistoria, Como, Società Archeologica Comense, 2009, ISBN 9788885643444.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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