Matteo Sereni

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Matteo Sereni
Nazionalità Bandiera dell'Italia Italia
Altezza 186 cm
Peso 80 kg
Calcio
Ruolo Portiere
Termine carriera 1º maggio 2011
Carriera
Giovanili
Petrarca[1]
Sampdoria
Squadre di club1
1993-1994Sampdoria0 (0)
1994-1995Crevalcore0 (0)
1995-1997Sampdoria10 (-15)
1997-1998Piacenza34 (-38)
1998-1999Empoli30 (-57)
1999-2001Sampdoria75 (-76)
2001-2002Ipswich Town25 (-37)
2002-2003Brescia26 (-23)
2003-2006Lazio31 (-35)
2006Treviso7 (-12)
2006-2007Lazio0 (0)
2007-2010Torino98 (-119)
2010-2011Brescia15 (-22)
Nazionale
1995-1997Bandiera dell'Italia Italia U-213 (0)
1997Bandiera dell'Italia Italia U-231 (0)
Palmarès
 Giochi del Mediterraneo
Oro Bari 1997
1 I due numeri indicano le presenze e le reti segnate, per le sole partite di campionato.
Il simbolo → indica un trasferimento in prestito.
 

Matteo Sereni (Parma, 11 febbraio 1975) è un ex calciatore italiano, di ruolo portiere.

Durante la sua carriera ha giocato oltre 370 partite tra i professionisti vestendo i colori di Sampdoria, Brescia, Lazio e Torino. Ha vinto due edizioni della Coppa Italia (1994 con la Sampdoria e 2004 con la Lazio) e i Giochi del Mediterraneo 1997 con l'Italia Under-23.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

È figlio di Giorgio Sereni, allenatore negli anni '70 e '80.[2]

Caratteristiche tecniche[modifica | modifica wikitesto]

Abile nell'opporsi ai calci di rigore, secondo un parere di Pietro Battara aveva caratteristiche fisiche simili a quelle di Angelo Peruzzi, mentre dal punto di vista tecnico era più vicino a Gianluca Pagliuca.[3]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Sampdoria e vari prestiti[modifica | modifica wikitesto]

Sereni ha giocato nelle file della Sampdoria dal 1993 fino all'anno seguente, per poi essere ceduto in prestito per una stagione al Crevalcore, dove non è mai sceso in campo.[4] Tornato alla Samp, ha esordito in Serie A a 20 anni, nel 1995:[4] nel campionato 1995-1996 è stato il terzo portiere dietro Walter Zenga e Angelo Pagotto,[4] mentre nella stagione successiva è stato la riserva di Fabrizio Ferron.

Dal 1997 al 1999 ha giocato in prestito in Serie A in altre due squadre: Piacenza ed Empoli. Nel 1999, a 25 anni, Sereni è tornato a giocare a Genova, questa volta da titolare, in Serie B.

Ipswich, Brescia, Lazio, Treviso[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2001 è stato ceduto per motivi di bilancio agli inglesi dell'Ipswich Town,[5] con cui ha giocato in Coppa UEFA,[6] retrocedendo, però, a fine stagione.

Nel 2002 è tornato a giocare in serie A, al Brescia, con cui ha disputato la stagione 2002-2003. L'anno successivo è stato acquistato dalla Lazio.[7] Nell'esperienza laziale, alle spalle di Angelo Peruzzi, dopo alcune prestazioni poco convincenti[8][9] è scivolato indietro nelle gerarchie dei portieri,[10] disputando un massimo di 20 partite nella stagione 2004-2005. Nella stagione 2005-2006 il rapporto con la Lazio si è deteriorato definitivamente, a causa della scelta di Delio Rossi di puntare su Peruzzi come titolare[11] e per motivi contrattuali.[12] Nel gennaio 2006 si è trasferito in prestito al Treviso,[13] dove ha disputato poche partite nel campionato concluso dai veneti all'ultimo posto in Serie A. Ritornato alla Lazio, è stato messo fuori rosa dalla squadra biancoceleste.

Torino e ritorno al Brescia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2007 si è trasferito a parametro zero al Torino.[14] In maglia granata ha ritrovato il posto da titolare, risultando uno dei migliori portieri della stagione 2007-2008[15] e diventando un beniamino dei tifosi.[16] Nella partita Torino-Siena del 23 settembre 2007 riuscì a neutralizzare due rigori all'attaccante Massimo Maccarone, anche se quest'ultimo poi realizzò lo stesso un gol sfruttando la ribattuta del secondo penalty.[17] Rimase al Torino anche nelle due stagioni successive, una in Serie A e una in Serie B, senza poter evitare la retrocessione il primo anno e mancando la promozione ai playoff il secondo.

Il 5 luglio 2010 ha cambiato maglia, firmando un biennale con opzione per il terzo anno con il neopromosso Brescia,[18] squadra nella quale aveva già militato in prestito nella stagione 2002-2003. Il 19 maggio 2011, con un comunicato apparso sul suo sito ufficiale, il Brescia comunicò la separazione consensuale con il portiere.[19]

In carriera ha totalizzato complessivamente 216 presenze in Serie A e 110 in Serie B.

Nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Ha fatto parte della rappresentativa azzurra nei Giochi del Mediterraneo 1997, come riserva di Gianluigi Buffon, a cui è subentrato nel corso della finale vinta per 5-1 sulla Turchia.[20] Conta anche 3 presenze nella Nazionale Under 21, tra il 1995 e il 1997.[21]

Dopo il ritiro[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la sua seconda esperienza al Brescia ha lasciato il calcio per motivazioni legate al divorzio dalla moglie Silvia Cantoro e al conseguente affidamento dei figli[22]. La ex moglie lo ha accusato di abusi sui figli[22]. Il 30 giugno 2015 il Tribunale di Tempio Pausania lo ha condannato in primo grado a 3 anni e sei mesi di reclusione al termine del processo con rito abbreviato[23]. Gli è stata revocata inoltre la potestà genitoriale[23]. Il 13 luglio 2017 la Corte di Appello di Sassari ha disposto l'annullamento della sentenza di primo grado e la restituzione della completa potestà sui figli[24]. Nel dicembre 2019 il gip di Torino ha archiviato il caso[25]. Il 4 marzo 2021 anche Tribunale di Cagliari ha archiviato l’inchiesta a suo carico per i presunti abusi nei confronti dei figli[26].

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

Presenze e reti nei club[modifica | modifica wikitesto]

Stagione Squadra Campionato Coppe nazionali Coppe continentali Altre coppe Totale
Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Comp Pres Reti Pres Reti
1993-1994 Bandiera dell'Italia Sampdoria A 0 0 CI 0 0 - - - - - - 0 0
1994-1995 Bandiera dell'Italia Crevalcore C1 0 0 CI-SC 0 0 - - - - - - 0 0
1995-1996 Bandiera dell'Italia Sampdoria A 4 -8 CI 0 0 - - - - - - 4 -8
1996-1997 A 6 -7 CI 0 0 - - - - - - 6 -7
1997-1998 Bandiera dell'Italia Piacenza A 34 -38 CI 1 -3 - - - - - - 35 -41
1998-1999 Bandiera dell'Italia Empoli A 30 -57 CI 0 0 - - - - - - 30 -57
1999-2000 Bandiera dell'Italia Sampdoria B 37 -38 CI 0 0 - - - - - - 37 -38
2000-2001 B 38 -38 CI 0 0 - - - - - - 38 -38
Totale Sampdoria 85 -91 - - - - - - 85 -91
2001-2002 Bandiera dell'Inghilterra Ipswich PL 25 -37 FACup+CdL 0 0 CU 6 -7 - - - 31 -44
2002-2003 Bandiera dell'Italia Brescia A 26 -23 CI 0 0 - - - - - - 26 -23
2003-2004 Bandiera dell'Italia Lazio A 9 -12 CI 2 -2 UCL 1 -4 - - - 12 -18
2004-2005 A 20 -21 CI 0 0 CU 4 -3 SI 0 0 24 -24
2005-gen. 2006 A 2 -2 CI 0 0 Int 4 -5 - - - 6 -7
gen.-giu. 2006 Bandiera dell'Italia Treviso A 7 -12 CI 0 0 - - - - - - 7 -12
2006-2007 Bandiera dell'Italia Lazio A 0 0 CI 0 0 - - - - - - 0 0
Totale Lazio 31 -35 2 -2 9 -12 - - 42 -49
2007-2008 Bandiera dell'Italia Torino A 32 -37 CI 1 -4 - - - - - - 33 -41
2008-2009 A 31 -53 CI 1 -1 - - - - - - 32 -54
2009-2010 B 35 -29 CI 2 -2 - - - - - - 37 -31
Totale Torino 98 -119 4 -7 - - - - 102 -126
2010-2011 Bandiera dell'Italia Brescia A 15 -22 CI 0 0 - - - - - - 15 -22
Totale Brescia 41 -45 - - - - - - 41 -45
Totale carriera 351 -434 7 -12 15 -19 - - 373 -465

Palmarès[modifica | modifica wikitesto]

Club[modifica | modifica wikitesto]

Competizioni nazionali[modifica | modifica wikitesto]

Sampdoria: 1993-1994
Lazio: 2003-2004

Nazionale[modifica | modifica wikitesto]

Bari 1997

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Padova, se n’è andato Lucio Bruto storico allenatore dell’Antonianum Mattinopadova.gelocal.it
  2. ^ È morto Giorgio Sereni, ex allenatore della Salernitana Archiviato il 16 dicembre 2012 in Internet Archive. Solosalerno.it
  3. ^ Filippo Grimaldi, Sereni vuole essere un modello per i giovani, in La Gazzetta dello Sport, 30 settembre 1999.
  4. ^ a b c I blucerchiati costretti a lanciare il terzo portiere, su archivionews.it.
  5. ^ Sereni cede: il futuro è Ipswich, in la Repubblica, 17 agosto 2001.
  6. ^ Ipswich, difesa colabrodo ma il pericolo è Stewart, in la Repubblica, 3 novembre 2001.
  7. ^ Giallo Fadiga per l'Inter ci sono problemi medici, in la Repubblica, 17 luglio 2003, p. 51.
  8. ^ Sereni, storia di un esordio sfortunato, in la Repubblica, 22 settembre 2003.
  9. ^ Champions League, in la Repubblica, 5 novembre 2003, p. 51.
  10. ^ Di Canio fino al 2007. Sereni via a gennaio, in la Repubblica, 13 novembre 2005.
  11. ^ Rossi lancia Bonanni: "Proviamo il colpo", in la Repubblica, 2 febbraio 2006.
  12. ^ Sereni contro Lotito: "Non accetto ricatti", in la Repubblica, 11 gennaio 2006.
  13. ^ Bonanni, la sfida dell'ex: "E ora batto la Roma", in la Repubblica, 1º febbraio 2006.
  14. ^ Sensi-Moratti, incontro per Chivu, in la Repubblica, 28 giugno 2007, p. 54.
  15. ^ Fonte: Best 11 di Televideo
  16. ^ Matteo Sereni, il ritratto di un portiere che non mantenne le promesse, su affaritaliani.libero.it (archiviato dall'url originale il 26 novembre 2011).
  17. ^ Giovanni Pellicci, Due rigori falliti da Maccarone: "Serve un rito scaramantico", in la Repubblica, 24 settembre 2007, p. 2.
  18. ^ Ufficiale: MATTEO SERENI è un giocatore del Brescia, su bresciaonline.it. URL consultato il 5 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2011).
  19. ^ UFFICIALE: Matteo Sereni lascia il Brescia, su tuttomercatoweb.com.
  20. ^ Bari, gran finale con l'oro, in la Repubblica, 26 giugno 1997, p. 49.
  21. ^ Convocazioni e presenze in Nazionale di Matteo Sereni, su FIGC.it, FIGC.
  22. ^ a b Pedofilia, abusi sulla figlia. Indagato l'ex calciatore Sereni affaritaliani.it, 24 novembre 2011.
  23. ^ a b Sereni, abusi su una minore: condannato a 3 anni e mezzo gazzetta.it, 30 giugno 2015.
  24. ^ Giustizia per Matteo Sereni, potrà rivedere i suoi figli, in sampnews24.com, 13 luglio 2017. URL consultato il 28 maggio 2018.
  25. ^ Matteo Sereni, archiviata l'accusa di abusi. Ma i legali dell'ex moglie: "Vicenda non si è conclusa", su ilfattoquotidiano.it, 5 dicembre 2019. URL consultato il 13 dicembre 2020.
  26. ^ Archiviata l'indagine sull'ex calciatore Sereni per abusi sui figli, su huffingtonpost.it, 7 marzo 2021. URL consultato l'8 marzo 2021.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]