Marmota sibirica

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Marmotta tarbagan
Marmota sibirica
Stato di conservazione
In pericolo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
SuperphylumDeuterostomia
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
InfraphylumGnathostomata
SuperclasseTetrapoda
ClasseMammalia
OrdineRodentia
FamigliaSciuridae
GenereMarmota
SpecieM. sibirica
Nomenclatura binomiale
Marmota sibirica
Radde, 1862

La marmotta tarbagan (Marmota sibirica Radde, 1862) è una specie di roditore nella famiglia degli Sciuridi. Si trova in Cina (Mongolia Interna ed Heilongjiang), Mongolia settentrionale ed occidentale e Russia (Siberia del sudovest, Tuva e Transbaikalia).[2] Nei Monti Altaj della Mongolia ha la stessa distribuzione rispetto alla marmotta grigia.[3] Nel 2008, l'IUCN ha classificato la specie come in pericolo.[1]

Se ne riconoscono due sottospecie: la M. s. sibirica e la M. s. caliginosus.[2]

Rapporti con l'uomo[modifica | modifica wikitesto]

La marmotta tarbagan è stata consumata per secoli nella cucina nativa della Mongolia, in particolare in un piatto chiamato boodog, che prevede che la carne venga cucinata inserendo delle pietre pre-riscaldate nell'addome della marmotta priva di ossa, mentre in seguito la pelle viene legata a sacchetto dove la carne viene cucinata.[4] Queste marmotte vengono cacciate soprattutto in autunno, dove questi animali ingrassano in quanto si preparano all'ibernazione.[5]

Inoltre la marmotta tarbagan è indirettamente responsabile di alcune malattie presenti nella Mongolia e nella Cina nordorientale, tra cui la peste della Manciuria tra il 1910 e il 1911.[6][7] Una simile epidemia è di forma pneumonica, in quanto si diffonde dalla loro tosse[8], e può saltare dalle marmotte agli umani tramite il morso della pulce tarbagan (o Ceratophyllus silantievi) o il consumo della carne, in generale quello della marmotta (nel 2019, infatti, due persone mongole sono morte dopo aver mangiato carne di marmotta cruda[9]).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Batbold, J., Batsaikhan, N., Tsytsulina, K. e Sukchuluun, G., Marmota sibirica, su iucnredlist.org, 2008. URL consultato il 6 gennaio 2009.
  2. ^ a b (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Marmota sibirica, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Konstantin A. Rogovin, Habitat use by two species of Mongolian marmots (Marmota sibirica and M. baibacina) in a zone of sympatry' (PDF), in Acta Theriologica, vol. 37, n. 4, 1992, pp. 345–350, DOI:10.4098/at.arch.92-35. URL consultato il 21 maggio 2020 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2018).
  4. ^ (EN) Boodog: Hot Stones in Stomach, in Cuisine of Mongolia. URL consultato il 27 novembre 2009.
  5. ^ (EN) Pegg Carole, Mongolian music, dance, and oral narrative, University of Washington Press, 2001, p. 294, ISBN 0-295-98030-3.
  6. ^ Lien-teh Wu, A further note on Natural and Experimental Plague in Tarbagans, in Journal of Hygiene, vol. 22, n. 3, 1924, pp. 329–334, DOI:10.1017/s0022172400008263, PMC 2167504, PMID 20474813.
  7. ^ C.S. Elton, Plague and the Regulation of Numbers in Wild Mammals, in Journal of Hygiene, vol. 24, n. 2, 1925, pp. 138–163, DOI:10.1017/S0022172400008652, PMC 2167669, PMID 20474858.
  8. ^ John Kelly, The Great Mortality: An Intimate History of the Black Death, the Most Devastating Plague of All Time, HarperCollins, 2006, p. 300, ISBN 0-06-000693-5, OCLC 68437303.
  9. ^ Mongolian couple die of bubonic plague after eating marmot, in The Guardian, 6 maggio 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • R. W. Thorington Jr. e R. S. Hoffman, Family Sciuridae, in Mammal Species of the World a Taxonomic and Geographic Reference, Johns Hopkins University Press, D. E. Wilson and D. M. Reeder eds., Baltimore, 2005, pp. 754–818.

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