Discussione:Accidia

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In data 15 marzo 2010 la voce Accidia è stata respinta per la rubrica Lo sapevi che.
commento: Mancanza dei requisiti di curiosità e originalità
Le procedure prima del 2012 non venivano archiviate, perciò possono essere trovate solo nella cronologia della pagina di valutazione.

Davvero buona l'esposizione dell'articolo, complimenti a Filippo e gli altri contributori. Secondo me bisognerebbe specificare meglio a quale cultura o autori fanno riferimento le sezioni "sintomi e conseguenze", "cause" e "rimedi", altrimenti rischiamo di uscire dal punto di vista neutrale, presentando come scienza esatta quello che non lo è. Esiste credo anche una definizione più ristretta di accidia nella cultura cristiana o cattolica, che consiste nel non assolvere i propri impegni, per altri versi anche la chiesa cattolica consente o incoraggia alcune forme di non-azione, come la preghiera, la contemplazione, ecc. Michele Bini 11:36, Lug 19, 2005 (CEST)

Chiedo a Donpi se passa a mettere un paragrafo sul peccato capitale. Ciao, Frieda (dillo a Ubi) 11:55, Lug 19, 2005 (CEST)


Salvo qui sotto la versione originale, che ho pesantemente riscritto.

L'ho riscritta perchè mi pareva che l'articolo non fosse affatto oggettivo, che non spiegasse niente del senso e dell'uso del termine nell'italiano corrente, e ne desse invece solo un'interpretazione moralistica con in più alcuni consigli del tutto opinabili (fervorini?) sulla "cura" di qualcosa che veniva descritto come un oggetto confuso tra malattia (che, se anche lo fosse, dovrebbe allora essere definita depressione) e peccato (che riguarda solo chi è interno ad una confessione religiosa).

Voglio dire che l'ho riscritto solo a caccia di oggettività, e l'ho mantenuto qui (ben sapendo che è comunque possibile un ripristino immediato dell'edizione precedente) per una sora di onore delle armi alla precedente redazione.

(--la_lupa 22:15, 24 nov 2005 (CET))[rispondi]


Accidia <testo precedente>

L'accidia consiste nella paura di affrontare la vita con le sue frustrazioni e le sue prove: è la fuga da noi stessi e da ciò che percepiamo come vuoto, ma anche uno dei sette peccati capitali, secondo la Chiesa Cattolica. I simboli che rappresentano l'accidia sono normalmente un uomo addormentato o lavori eseguiti a metà.

IL TERMINE[modifica wikitesto]

Il termine se riferito alla branca classica del greco, indica l'indifferenza, la negligenza, la mancanza di attenzioni. È spesso usato come sinonimo di noia, vita depressa, indica lo scoraggiamento, l'abbattimento e la stanchezza. Le conseguenze tipiche dell'accidia sono il disprezzo e l'instabilità per la propria vita. L'uomo non è più padrone della sua vita; le vicende lo inglobano inestricabili, non sa più vederci chiaro, perde la coscienza di come cavarsela in varie situazioni e il compito a lui affidato gli sembra insuperabile, come una parete montagnosa da scalare.

I SINTOMI E LE CONSEGUENZE[modifica wikitesto]

L'accidia è un insieme di pensieri di forze diverse. L'accidioso avverte un senso di illogicità e di disordine nel quale assapora sentimenti contrastanti: si odia tutto ciò che si ha e si vuole ciò che non si ha. Si ha la sensazione che perda di significato tutta la propria esistenza ed è come galleggiare, fluttuare in un senso di vuoto, nella svogliatezza annoiata, si è incapaci di mantenere la concentrazione. Manca l'attrazione, una cosa che attragga interesse, e questa perdita di motivazione trascina tutto in un vuoto senza fine. La vita appare insicura, senza certezze. L'accidioso matura anche una certa indifferenza e instabilità che si manifesta in diversi modi: dal variare casa o lavoro, al fuggire via da situazioni ritenute ideali; dalla variazione repentina di umore e di giudizio, nei rapporti interpersonali alla sfiducia in se stessi. Il ricercare nuovi divertimenti, emozioni, la paura di lasciare tempo senza impegni sono palliativi rispetto a una situazione esistenziale che si manifesta come vuota e insensata. Un altro sintomo dell'accidia è lo sconforto: l'impossibilità di trovare qualche cosa di buono e di positivo: tutto viene ridotto al pessimismo e al negativismo. L'insoddisfazione diventa una normale compagna per l'esistenza, e ogni possibilità di un domani diventa inimmaginabile.

L'accidia trae origine da diversi fattori. Uno dei più frequenti è l'amore esagerato per se stessi, il narcisismo, quella passione che porta ad essere prigionieri del proprio io. L'amore di sé è il vero pericolo che minaccia la nostra vita. Se ciascuno ha l'io al centro assoluto del proprio mondo, allora si valuta tutto in funzione dei propri desideri, giudizi, dei propri bisogni e della propria idea. Inoltre ci sono due cause, che sembrano contradditorie, che creano terreno fertile per l'accidia, e sono l'attivismo e l'ozio. Davanti ad ogni cosa da fare l'ozioso si chiede "A che scopo?" e fa diventare la propria vita un deserto. D'altro canto, lavoro, impegni eccessivi e una vita di movimento disperdono troppo e possono provocare uno stato di accidia: si sono sopravvalutate le proprie forze e si crolla.

L'equilibrio, la discrezione e la moderazione danno un ritmo alla propria vita e alle proprie attività. Dalla consapevolezza dei propri limiti e delle possibilità nasce la saggezza che permette un totale dominio di sé. Molti dotti dicono di non fuggire di fronte a questa situazione esistenziale. La fuga è infatti un'illusione di trovare altrove una liberazione. Si può provare anche con la pazienza e la stabilità. Solo con la stabilità della perseveranza si può continuare un cammino anche se si è tentati di interromperlo. Per combattere l'accidia bisogna trovare uno scopo, un fine e riprendere gusto per una vita vera e per le cose che in essa si fanno.



Ottima riscrittura[modifica wikitesto]

Un esempio di come, "asciugando" un articolo, lo si possa rendere più ricco. Grazie :-))) --Sn.txt 23:48, 24 nov 2005 (CET)[rispondi]

Dovrei pensare che chi si trova in uno stato di depressione profonda , stato di apatia, insofferenza e solitudine debba essere cosiderato anche colpevole di 1 sei sette peccati capitali. tutto cio e' assurdo , penso che tale termine debba essere eliminato dal vocabolario, diverso discorso riguarda la pigrizia che (quando non connessa a stato depressivo ) potrebbe essere consideratoUN modo di porsi verso se stessi e verso gli altri genativo.

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