Cunninghamia

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Cunninghamia
Cunninghamia lanceolata
Intervallo geologico
Campaniano-Recente
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisionePinophyta
ClassePinopsida
OrdinePinales
FamigliaCupressaceae
SottofamigliaCunninghamioideae
GenereCunninghamia
R.Br.
Sinonimi
  • Belis Salisb.
  • Jacularia Raf.
  • Raxopitys J.Nelson
Specie
Cunninghamia lanceolata
Un cono femminile
Grappolo di coni maschili
Semi rilasciati raccolti dal terreno

Cunninghamia è un genere costituito da una[1] o due specie viventi di conifere sempreverdi della famiglia delle Cupressaceae.[2] Sono originari dell'asia e nel linguaggio comune, è più spesso conosciuta come Cunninghamia, ma a volte è anche chiamata "abete cinense" (sebbene non sia un abete). Il nome del genere Cunninghamia è in onore del Dr. James Cunningham, un medico britannico che introdusse questa specie nella coltivazione nel 1702 e del botanico Allan Cunningham.[3]

In Italia il legname di Cunninghamia è anche conosciuto come Cipresso di Cunningham.

Distribuzione e habitat

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È originario della Cina, del Laos, di Taiwan, del Vietnam e forse della Cambogia[1]; è stato ampiamente introdotto in Giappone. A causa di diffuse e antiche piantagioni, a scopo ornamentale o per la produzione di legname (spesso nei terreni di templi buddisti o di altro tipo, un problema che riguarda anche il Ginkgo), la sua distribuzione originaria non è nota con certezza. In passato, C. lanceolata era la specie continentale e C. konishii la specie di Taiwan, ma C. konishii è ora conosciuta in modo definitivo dal Vietnam e dal Laos, in alcuni casi da località in aree selvagge e remote dove è improbabile che le azioni umane abbiano introdotto la specie. È originaria dei climi che variano da subtropicale fresco a temperato fresco dove le precipitazioni cadono principalmente dalla primavera all'autunno.

Sebbene assomigli a specie di conifere che si trovano in climi molto più freddi, l'albero è altamente tollerante al caldo e può crescere fino al livello del mare in regioni come Hong Kong.[4][5]

È il membro più "primitivo" delle Cupressaceae. Le prove filogenetiche indicano che il suo lignaggio si è separato dal resto della famiglia all'inizio del Giurassico.[6]

In passato, il genere era solitamente inserito nella famiglia delle Taxodiaceae.[1] Il genere è ora incluso nelle Cupressaceae,[2] anche se alcuni botanici lo ritengono appartenente a una famiglia a sé stante, le Cunninghamiaceae.

Tradizionalmente si dice che il genere contenga due specie simili, Cunninghamia lanceolata e C. konishii, spesso indicate rispettivamente come "abete cinese" e "abete di Taiwan". C. lanceolata è presente nella Cina continentale, in Vietnam e nel Laos, mentre C. konishii è limitata a Taiwan.[7] Tuttavia, le prove genetiche molecolari suggeriscono che si tratti della stessa specie e che il C. konishii di Taiwan derivi da molteplici colonizzazioni dal continente.[8][9] Poiché C. lanceolata è stato il primo nome pubblicato, questo ha la priorità se i due nomi venissero combinati. In questo caso, l'abete di Taiwan diverrebbe Cunninghamia lanceolata var. konishii. Tuttavia, non c'è ancora un consenso sull'opportunità di unire le due specie.[7]

Sono alberi che raggiungono i 50 metri di altezza e la forma generalmente è conica, con rami orizzontali a più livelli, spesso un po' penduli verso le punte. Cunninghamia porta foglie aghiformi, coriacee, morbide e rigide, di colore verde o verde-blu, disposte in due file che si avvolgono a spirale intorno al fusto con un arco verso l'alto; sono lunghe 2–7 cm e larghe 3–5 mm alla base, e presentano due bande stomatiche bianche o bianco-verdastre sotto e talvolta anche sopra. Il fogliame può assumere una colorazione bronzea in caso di clima invernale molto freddo.

I coni sono piccoli e poco appariscenti al momento dell'impollinazione, alla fine dell'inverno: i coni pollinici sono riuniti in grappoli di 8-20 unità, mentre i coni femminili sono singoli o a 2-3 unità.

Le pigne maturano in 7-8 mesi di forma brevemente cilindrico-ovoidali lunghe 12mm al momento dell'impollinazione successivamente assumono una forma ovoidale-subglobosa, con squame disposte a spirale; ogni squama porta 3 semi. Gli alberi coltivati sono spesso prolifici (con un germoglio vegetativo che cresce oltre la punta del cono); questo è raro negli alberi selvatici e potrebbe essere una cultivar selezionata per una facile propagazione vegetativa da utilizzare nelle piantagioni forestali.

Man mano che l'albero cresce, il suo tronco tende a pollonare intorno alla base, in particolare in seguito a danni al fusto o alle radici, e può quindi crescere in una forma a più tronchi. La corteccia da grigio scuro a marrone scuro o marrone rossastro e fessurata longitudinalmente e negli alberi maturi si sfalda in scaglie irregolari esponendo la corteccia interna giallo-rossastra. Gli esemplari più vecchi hanno spesso un aspetto lacero, poiché i vecchi aghi possono rimanere attaccati ai fusti fino a 5 anni.[5][10]

Il legno profumato, leggero (p. sp. 0,45 da secco), di colore chiaro, mediamente tenero, omogeneo e molto durevole, resistente ai marciumi e ai processi di decomposizione, viene utilizzato in falegnameria e come legno da costruzione. È spesso avvicinato al legno di cedro rosso del genere cryptomeria, a cui si avvicina per l'odore e la resistenza agli agenti atmosferici, ma da cui differisce per il colore e per il peso specifico tendenzialmente superiore.

Caratteristiche del legno

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  • Peso specifico: 450 kg/m3 circa
  • Aspetto: alburno bianco, durame più scuro, marrone. Tessitura fine. Presenza fitta di nodi scuri prevalentemente sani.
  • Stabilità: elevata
  • Durezza: media
  • Durabilità: molto elevata
  • Lavorabilità: molto buona
  • Utilizzo in Italia: realizzazione di scatole in legno, pannelli per casseformi
  • Utilizzo nel mondo: legno da costruzione, pareti divisorie, recinzioni, travi, anime di listellare
  • Note: Odore caratteristico. Fortemente resistente all'attacco di muffe.
  1. ^ a b c Cunninghamia in A Checklist for the South China Botanical Garden, Guangzhou, Guangdong Province, P. R. China @ efloras.org, su efloras.org. URL consultato il 23 maggio 2022.
  2. ^ a b (EN) ITIS Standard Report Page: Cunninghamia, in Integrated Taxonomic Information System. URL consultato il 23 maggio 2022.
  3. ^ Robert Brown, On the structure of the female flower in Cycadae and Coniferae, in The Miscellaneous Botanical Works of Robert Brown, vol. 1, 1866, p. 461.
  4. ^ Aljos Farjon, A Handbook of the World's Conifers, BRILL, 27 aprile 2010, ISBN 978-90-474-3062-9. URL consultato il 23 maggio 2022.
  5. ^ a b Robert Brown e John J. Bennett, The miscellaneous botanical works of Robert Brown vol. I, containing I. geographical-botanical, and II. structural and physiological memoirs, Published for the Ray Society by R. Hardwicke, 1866, ISBN 0-665-26506-9. URL consultato il 23 maggio 2022.
  6. ^ (EN) Gregory W. Stull, Xiao-Jian Qu, Caroline Parins-Fukuchi, Ying-Ying Yang, Jun-Bo Yang, Zhi-Yun Yang, Yi Hu, Hong Ma, Pamela S. Soltis, Douglas E. Soltis e De-Zhu Li, Gene duplications and phylogenomic conflict underlie major pulses of phenotypic evolution in gymnosperms, in Nature Plants, vol. 7, n. 8, 19 luglio 2021, pp. 1015–1025, DOI:10.1038/s41477-021-00964-4, ISSN 2055-0278 (WC · ACNP).
  7. ^ a b Template:Gymnosperm Database
  8. ^ Lu, S.Y., T.Y. Chiang, K.H. Hong and T.W. Hu, Re-examination of the taxonomic status of Cunninghamia konishii and C. lanceolata based on the RFLPs of a chloroplast trnD-trnT spacer, in Taiwan Journal of Forest Science, vol. 14, 1999, pp. 13–19 (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2014).
  9. ^ J. D. Chung, T. P. Lin, Y. C. Tan, M. Y. Lin e S. Y. Hwang, Genetic diversity and biogeography of Cunninghamia konishii (Cupressaceae), an island species in Taiwan: A comparison with Cunninghamia lanceolata, a mainland species in China, in Molecular Phylogenetics and Evolution, vol. 33, n. 3, 2004, pp. 791–801, DOI:10.1016/j.ympev.2004.08.011, PMID 15522804.
  10. ^ Bunzō Hayata, On some new Species of Coniferae from the Island of Formosa., in Journal of the Linnean Society of London, Botany, vol. 38, n. 266, 1908-06, pp. 297–300, DOI:10.1111/j.1095-8339.1908.tb02453.x. URL consultato il 23 maggio 2022.

Voci correlate

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