Chiesa di Santo Stefano (Fornace)

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Chiesa di Santo Stefano
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneTrentino-Alto Adige
LocalitàSanto Stefano (Fornace)
Coordinate46°07′51.5″N 11°12′56.7″E / 46.130972°N 11.21575°E46.130972; 11.21575
ReligioneChiesa cattolica
TitolareStefano
Arcidiocesi Trento
Consacrazione1502
Stile architettonicotardo gotico
Completamentofine XV secolo

La chiesa di Santo Stefano è una chiesa cattolica situata a Santo Stefano, frazione del comune di Fornace in provincia di Trento; è sussidiaria della parrocchiale di San Martino e fa parte dell'arcidiocesi di Trento[1][2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Interno
Vista dal retro su abside e campanile
Altare

La prima menzione della chiesa, che all'epoca era intitolata a san Cipriano, è del 1232[1]; fondata forse già nel VI-VII secolo, una tradizione la vuole addirittura primigenia pieve dell'altopiano di Piné (prima ancora di San Mauro)[3][4]; per secoli fu circondata da un cimitero che accolse anche i morti di Lona fino al 1685 e quelli di Lases fino al 1730 circa[2].

L'edificio venne interamente ricostruito sul finire del Quattrocento (tranne il campanile che venne solo rialzato), e quindi affrescato a inizio Cinquecento; la consacrazione, con la nuova dedicazione della chiesa a santo Stefano, venne celebrata il 16 maggio 1502 dal vescovo suffraganeo di Trento Francesco de la Chiesa[1].

Da allora la struttura è rimasta invariata: sono documentati interventi di restauro nel 1751, 1856, 1984 e 1993, l'ultimo dei quali ha visto anche la sostituzione del pavimento; tra il 1965 e il 1975 è stato inoltre realizzato l'adeguamento liturgico tramite l'aggiunta di arredi mobili[1].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa, regolarmente orientata verso est, si trova all'estremità nord-orientale del paese di Santo Stefano, in posizione elevata e leggermente isolata[1][2].

Nella facciata a capanna si aprono il portale ogivale riparato da una tettoia, due finestrelle rettangolari ai suoi lati e un oculo in pieno centro[1]. Il lato meridionale è caratterizzato da un contrafforte a metà fiancata, seguito da portale d'ingresso laterale, anch'esso con il suo tettuccio, e dal volume sporgente della sagrestia. La fiancata settentrionale invece è liscia, tranne per il campanile che vi si erge contro: questo è una torre in pietrame a base quadrata, con cella campanaria bucata da bifore e monofore ogivali disposte su due ordini, con tetto piramidale in pietra[1].

Interno[modifica | modifica wikitesto]

L'interno è a navata unica, coperta da un soffitto a capriate in legno e pavimentata con lastre di porfido; l'aula termina con il presbiterio, chiuso da un'abside poligonale e voltato a reticolo, con i costoloni poggianti su peducci antropomorfi. Oltre che dalle finestre della facciata, l'interno è illuminato da quattro finestre ogivali: due sulla parete destra della navata, e due nell'abside[1].

La zona presbiteriale è ornata da affreschi cinquecenteschi: le vergini stolte e le vergini sagge sull'intradosso dell'arco santo (attribuibili a Corrado da Pergine[1]); i quattro evangelisti, quattro Dottori della Chiesa e le sante Lucia e Chiara negli spicchi del reticolato, con il Padreterno nello spazio centrale[2][4]. La pala d'altare, raffigurante la Madonna incoronata dagli angeli con i santi Martino, Stefano, Cipriano, Girolamo e Antonio abate, è attribuita alla scuola del Farinati; dalla chiesa proviene inoltre un trittico conservato presso il museo diocesano tridentino[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i Chiesa di Santo Stefano <Fornace>, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 3 novembre 2022.
  2. ^ a b c d e Costa, p. 275.
  3. ^ Chiesa di Santo Stefano a Fornace, su visitpinecembra.it. URL consultato il 3 novembre 2022.
  4. ^ a b La chiesa di Santo Stefano a Fornace, su Cuore Trentino. URL consultato il 3 novembre 2022.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Armando Costa (a cura di), La Chiesa di Dio che vive in Trento, Edizioni diocesane, 1986.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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