Cave Canem (etichetta discografica)

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Cave Canem
StatoBandiera dell'Italia Italia
Fondazione1985 a Pescara
Fondata daMaurizio Lattanzio e Belfino De Leonardis.
Chiusura1992
Sede principalePescara
SettoreMusicale
ProdottiProduzione discografica

La Cave Canem è stata un'etichetta discografica indipendente italiana attiva dal 1985 al 1992.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'etichetta[1] venne fondata a Pescara nel 1985 da Maurizio Lattanzio e Belfino De Leonardis (bassista dei The Gift) che iniziarono così un percorso di produzione di band emergenti italiane[2], le cui sonorità spaziavano tra diversi generi: dal punk alla new wave fino al synth pop.

La prima pubblicazione fu il mini album Excuse Me Sir...I Must Tell You Something[3] della band abruzzese Dirty Kids[4], pubblicato nel 1985, a cui fece seguito, sempre nello stesso anno, il 12" I Had a Dream, secondo lavoro del gruppo pescarese The Gift, prodotto con la supervisione artistica di Gianni Maroccolo.[5][2]

Nel 1986 venne pubblicato The Big Noise and the Long Silence[6], disco degli A Special Night, band dark wave. Dalla fusione di componenti dei The Gift (Sala e Burchielli) e degli A Special Night (Prosperi e Del Conte), nel 1986 nasceranno i Vegetable Men, band di neo-psichedelia che riscosse il plauso della critica italiana. In quello stesso anno, quattro band dell'etichetta (A Special Night, Dirty Kids, Future Memories e Le Bateau Ivre) parteciparono alla prima edizione del festival musicale Rock Roads. Sempre nel 1986, la Cave Canem, partecipa all’Independent Music Meeting (IMM) di Firenze, punto d’incontro e di mercato di tutto il settore discografico indipendente italiano.

Il massimo della produzione dell'etichetta si raggiungerà nel 1987 con la pubblicazione di cinque album: Desert City [7]dei romani Still Life, l’album omonimo[8] dei Future Memories[9] (band di Rieti), il secondo lavoro dei Dirty Kids, dal titolo 50 Songs[10], Thanks John[11] degli aquilani Barr Menuhi, band orientata verso un suono pop elettronico, e Never Seems To Be So Good,[12] album dalle sonorità new wave, dei teramani Le Bateau lvre.[13] Sempre nel 1987 l’etichetta realizza una compilation, questa volta su cassetta, dal titolo Compilation One e che conteneva brani tratti dalla produzione dei gruppi in catalogo, con l’aggiunta di due brani di Looney Tunes e dei Vegetable Men.

Nonostante la discografia ufficiale si arresti nel 1987, la sigla ha continuato ad operare ancora per qualche anno come studio di registrazione.

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Numero di catalogo Titolo Artista Data di pubblicazione Formati
CC001 Excuse Me Sir...I Must Tell You Something Dirty Kids 1985 Vinile 12"
CC002 I Had A Dream The Gift 1985 Vinile (rosa) 12"
SPR CC003 The Big Noise and the Long Silence A Special Night 1986 Vinile 12"
SPR CC004 Desert City Still Life 1987 Vinile Mini-Album
SPR CC005 Future Memories Future Memories 1987 Vinile 12"
SPR CC006 50 Songs Dirty Kids 1987 Vinile 12"
SPR CC007 Thanks John Barr Menuhi 1987 Vinile Mini-Album
SPR CC008 Never Seems To Be So Good Le Bateau Ivre 1987 Vinile
SPR CC009 Compilation One AaVv 1987 Cassetta

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cave Canem, su Discogs. URL consultato il 4 aprile 2023.
  2. ^ a b Luigi Di Fonzo, Nascono le etichette indipendenti, in Il Rock in Abruzzo, ECAM Lab Edizioni, 2000, p. 56.
  3. ^ Dirty Kids - Excuse Me Sir...I Must Tell You Something. URL consultato il 4 aprile 2023.
  4. ^ Dirty Kids, su Discogs. URL consultato il 4 aprile 2023.
  5. ^ Redazione, The Gift, dopo 25 anni riuniti per Rebirth, su NewNotizie.it, 10 maggio 2011. URL consultato il 6 aprile 2023.
  6. ^ A Special Night - The Big Noise And The Long Silence. URL consultato il 4 aprile 2023.
  7. ^ Still Life - Desert City. URL consultato il 4 aprile 2023.
  8. ^ Future Memories - Future Memories. URL consultato il 4 aprile 2023.
  9. ^ Future Memories, su Discogs. URL consultato il 4 aprile 2023.
  10. ^ Dirty Kids - 50 Songs. URL consultato il 4 aprile 2023.
  11. ^ Barr Menuhi - Thanks John. URL consultato il 4 aprile 2023.
  12. ^ Le Bateau Ivre - Never Seems To Be So Good. URL consultato il 4 aprile 2023.
  13. ^ Luigi Di Fonzo, Gli anni Ottanta a Teramo, in Il Rock in Abruzzo, ECAM Lab Edizioni, 2000, p. 61.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]