Apodemus alpicola

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Topo selvatico alpino
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
SuperordineEuarchontoglires
OrdineRodentia
SottordineMyomorpha
SuperfamigliaMuroidea
FamigliaMuridae
SottofamigliaMurinae
GenereApodemus
SpecieA.alpicola
Nomenclatura binomiale
Apodemus alpicola
Heinrich, 1952

Il topo selvatico alpino (Apodemus alpicola Heinrich, 1952) è un roditore della famiglia dei Muridi endemico delle Alpi.[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Roditore di piccole dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 80 e 111 mm, la lunghezza della coda tra 101 e 141 mm, la lunghezza del piede tra 22 e 26,5 mm, la lunghezza delle orecchie tra 15 e 20 mm e un peso fino a 45 g.[3]

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

Le parti superiori sono bruno-dorate, mentre le parti inferiori sono bianche o bianco-giallastre. Una grande macchia arancione è presente sulla gola e sul petto. La linea di demarcazione lungo i fianchi è netta. La coda è più lunga della testa e del corpo ed è scura sopra e più chiara sotto.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

È una specie terricola.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è diffusa in maniera alquanto frammentata nelle zone alpine dell'Austria, Francia, Germania, Italia e Svizzera. In Italia sono presenti popolazioni nelle Alpi Liguri, Valle d'Aosta e in Val Venosta[4].

Vive nei boschi montani, dove favorisce le zone rocciose e i prati tra 550 e 2.100 metri di altitudine. Visita facilmente le abitazioni in autunno ed inverno.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è stata per molti anni considerata una sottospecie di Apodemus sylvaticus. Tuttavia recenti studi genetici e morfologici ne hanno ristabilito lo stato tassonomico.

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List, considerato che questa specie è localmente comune all'interno del suo areale e priva di serie minacce, classifica A.alpicola come specie a rischio minimo (Least Concern).[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Bertolino, S., Meinig, H. & Spitzenberger, F. 2008, Apodemus alpicola, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Apodemus alpicola, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Aulagnier & Al., 2011.
  4. ^ Spagnesi M., De Marinis A.M. (a cura di), Mammiferi d'Italia - Quad. Cons. Natura n.14 (PDF), Ministero dell'Ambiente - Istituto Nazionale Fauna Selvatica, 2002 (archiviato dall'url originale il 9 luglio 2011).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Stephan Aulagnier & Al., Guide des mammiferes d'Europe, d'Afrique du Nord et du Moyen-Orient, Delachaux & Niestlé SA, Parigi, 2011, ISBN 978-88-89999-70-7.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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