Ultimatum: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
testo e fonti
m Annullata la modifica di 82.52.39.254 (discussione), riportata alla versione precedente di Demiurgo
Etichetta: Rollback
 
Riga 2: Riga 2:
{{F|diritto internazionale|luglio 2012}}
{{F|diritto internazionale|luglio 2012}}
{{S|diritto internazionale}}
{{S|diritto internazionale}}
Per '''''ultimatum''''' (termine [[lingua latina|latino]], adattato raramente in '''ultimato'''<ref>{{DOP|id=1093239|lemma=ultimatum}}</ref>), nel [[diritto internazionale]], si intende l'intimazione attraverso la quale, in una situazione di crisi internazionale, uno Stato comunica a un altro le proprie ultime proposte e le proprie condizioni irrevocabili, respinte le quali si minaccia di rompere i negoziati, di ricorrere alla forza o di dichiarare guerra. Al di fuori del diritto internazionale, questo termine indica una proposta o un invito oltremodo perentorio, che non ammette obiezioni, ripensamenti o rifiuti, se non a prezzo di gravi conseguenze. Deriva dal latino ''ultimus'' che significa "estremo", "ultimo" o "ultima".
[[File:Unceremonious Treatment of the Russian Ultimatum.jpg|alt=I negoziati del 1853 tra l'inviato russo, il principe Menshikov, e il sultano turco sulla protezione dei cristiani ortodossi nell'impero ottomano comportarono una serie di ultimatum. Il 31 maggio la Russia minacciò che gli stati vassalli della Moldavia e della Valacchia sarebbero stati occupati se la nota di Menshikov non fosse stata accettata entro sette giorni. Questa vignetta di Punch fa satira sul rifiuto dell'ultimatum|miniatura|I negoziati del 1853 tra l'inviato russo, il principe Menshikov, e il sultano turco sulla protezione dei cristiani ortodossi nell'impero ottomano comportarono una serie di ultimatum. Il 31 maggio la Russia minacciò che gli stati vassalli della Moldavia e della [[Valacchia]] sarebbero stati occupati se la nota di Menshikov non fosse stata accettata entro sette giorni. Questa vignetta di [[Punch (rivista)|Punch]] fa satira sul rifiuto dell'ultimatum<ref>{{Cita libro|nome=James L.|cognome=Richardson|titolo=Crisis diplomacy: the great powers since the mid-nineteenth century|accesso=2023-10-11|edizione=1 publ|collana=Cambridge studies in international relations|data=1994|editore=Cambridge Univ. Press|ISBN=978-0-521-45987-7}}</ref>.]]
Per '''''ultimatum'''''<ref>{{Cita web|url=https://www.treccani.it/vocabolario/ultimatum|titolo=ultimàtum in Vocabolario - Treccani|sito=www.treccani.it|lingua=it-IT|accesso=2023-10-11}}</ref> (termine [[lingua latina|latino]], adattato raramente in '''ultimato'''<ref>{{DOP|id=1093239|lemma=ultimatum}}</ref>), nel [[diritto internazionale]], si intende l'intimazione attraverso la quale, in una situazione di crisi internazionale, uno Stato comunica a un altro le proprie ultime proposte e le proprie condizioni irrevocabili, respinte le quali si minaccia di rompere i negoziati, di ricorrere alla forza o di dichiarare guerra. Al di fuori del diritto internazionale, questo termine indica una proposta o un invito oltremodo perentorio, che non ammette obiezioni, ripensamenti o rifiuti, se non a prezzo di gravi conseguenze. Deriva dal latino ''ultimus'' che significa "estremo", "ultimo" o "ultima".

== Deterrenza ==
A differenza delle circostanze di un ultimatum, lo scenario di deterrenza non è vincolato da vincoli specifici di tempo, luogo o azione e, sebbene una minaccia possa essere presente, non vi è alcuna garanzia formale che venga messa in atto. Lo scenario della deterrenza nucleare (in particolare gli Stati Uniti e l’[[Unione Sovietica]] durante la [[Guerra fredda|Guerra Fredda]]) è un buon esempio di questo concetto: mentre entrambe le nazioni mantenevano una considerevole scorta di armi nucleari puntate l’una contro l’altra, l’intento era quello di prevenire un conflitto aperto (circuito chiuso) e che non è mai stata stabilita alcuna condizione formale per l’inizio del conflitto, tranne che come ritorsione per l’avvio di un attacco da parte dell’altra fazione. In una situazione di ultimatum, come durante la [[crisi dei missili di Cuba]], entrambe le nazioni minaccerebbero l’uso di armi nucleari se determinate richieste/vincoli non fossero soddisfatti indipendentemente da quella capacità di ritorsione che avrebbe un punto fisso di non ritorno: obbedienza o guerra.

== Requisito per l'azione militare ==
Un ultimatum può anche servire a fornire legittimità all’azione militare. Durante la [[crisi di luglio]], l'[[Impero austro-ungarico]] inviò un ultimatum in dieci punti alla Serbia in risposta all'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando, con il punto più controverso che la Serbia "accettasse rappresentanti del governo austro-ungarico per la repressione dei movimenti sovversivi". L'ultimatum è stato controverso tra le altre potenze europee, con il ministro degli Esteri russo che ha affermato che nessuno stato avrebbe potuto accettare tali richieste senza "commette suicidio". La Serbia rifiutò di accettare tutte e dieci le richieste e il 28 luglio 1914 l'Impero austro-ungarico dichiarò guerra alla Serbia, dando inizio alla [[prima guerra mondiale]]<ref>{{Cite web|title=TWE Remembers: Austria-Hungary Issues an Ultimatum to Serbia|url=https://www.cfr.org/blog/twe-remembers-austria-hungary-issues-ultimatum-serbia|access-date=2022-11-18|website=Council on Foreign Relations|language=en}}</ref>.

== Diritto internazionale ==
La [[Convenzioni dell'Aia del 1899 e del 1907|Convenzione dell'Aia]] relativa all'apertura delle ostilità del 18 ottobre 1907 prevede quanto segue:<blockquote>"Considerando che è importante, per garantire il mantenimento delle relazioni pacifiche, che le ostilità non inizino senza previo preavviso", le Potenze contraenti convengono di "riconoscere che le ostilità tra di loro non devono iniziare senza un previo ed esplicito avvertimento" sotto forma di dichiarazione di guerra motivata o di ultimatum con dichiarazione di guerra condizionale."</blockquote>Poiché le ragioni per una dichiarazione di guerra hanno necessariamente la natura di un ultimatum, l'ultimatum può ora essere considerato una formalità indispensabile prima dello scoppio delle ostilità.

Un'altra convenzione dell'Aia della stessa data relativa alla limitazione dell'impiego della forza per il recupero dei debiti contrattuali prevede quanto segue:<blockquote>"Volendo prevenire tra le nazioni conflitti armati che abbiano origine da una controversia pecuniaria relativa ai debiti contrattuali vantati dal governo di un paese da parte del governo di un altro paese come dovuti ai suoi sudditi o ai suoi cittadini", le Potenze contraenti si impegnano "a non ricorrere all'armata forza per il recupero dei debiti contrattuali vantati dal governo di un paese da parte del governo di un altro paese come dovuti ai suoi sudditi o ai suoi cittadini.</blockquote>Tale impegno, tuttavia, non si applica quando lo Stato debitore rifiuta o omette di rispondere a un'offerta di arbitrato o, "dopo aver accettato l'offerta, rende impossibile la soluzione del compromesso, o, dopo l'arbitrato, non rispetta il lodo."

Secondo questa convenzione, nei casi ad essa relativi, l'alternativa all'ultimatum è l'arbitrato [[ipso facto]], ed è solo quando le condizioni della convenzione sono state annullate che possono essere adottate altre misure<ref>{{Cite EB1911|wstitle=Ultimatum}}</ref>.

=== Successivamente alla Carta delle Nazioni Unite ===
La [[Statuto delle Nazioni Unite|Carta delle Nazioni Unite]]<ref>Article 2(4)</ref> proibisce non solo l’uso della forza ma anche la minaccia di tale uso della forza, e si discute se tale divieto si applichi solo a minacce (militarmente) credibili, se (o quando) la minaccia consente l'uso della forza per legittima difesa e quali azioni (non necessariamente accompagnate da una minaccia verbale) possono essere considerate una minaccia<ref name=":0">{{Cita libro|nome=Francis|cognome=Grimal|titolo=Threats of Force: International Law and Strategy|url=https://books.google.com/books?id=L2aZvshE7vAC|accesso=2023-10-11|data=2012-12-12|editore=Routledge|lingua=en|ISBN=978-1-135-13203-3}}</ref>. La [[Corte internazionale di giustizia]] ha fornito indicazioni sulla legalità dell’uso della forza: in generale, se l’uso della forza fosse lecito, anche la minaccia di tale uso della forza è legale, e se l’uso effettivo della forza è successivamente ritenuto lecito, allora anche la minaccia precedente sarà ritenuta lecita<ref name=":0" />.

== Vantaggi e svantaggi ==
La parte che presenta all’altra parte un ultimatum dovrebbe essere pronto a far fronte alla minaccia, ad esempio, ad avviare un’azione militare, se l’altra parte non soddisfa le sue richieste<ref>{{Cita libro|titolo=The United States and coercive diplomacy|accesso=2023-10-11|data=2003|editore=United States Institute of Peace Press|ISBN=978-1-929223-45-9}}</ref>. Ci sono pericoli se la parte minacciata decide di non conformarsi. Da un lato, se la parte che presenta l'ultimatum non è disposta a portare a termine l'azione minacciata, l'altra può "scoprire il suo bluff" presentando una scelta tra un'umiliante retrocessione e un risultato indesiderato (come la guerra). D'altra parte, l'avversario può prendere sul serio l'ultimatum e intraprendere un'azione preventiva<ref name=":1">{{Cita libro|titolo=The United States and coercive diplomacy|accesso=2023-10-11|data=2003|editore=United States Institute of Peace Press|ISBN=978-1-929223-45-9}}</ref>. L'ultimatum può incoraggiare l'avversario a rimanere fermo per non essere visto come debole<ref name=":1" />.

Un pericolo è che l’avversario possa dichiarare di accettare l’ultimatum, possibilmente con condizioni, indebolendo così la credibilità di chi l’ha emesso<ref name=":1" />.

Un altro pericolo è che l'emittente possa continuare a negoziare con l'avversario allo scadere del periodo di tempo richiesto, indebolendo ulteriormente la posizione dell'emittente<ref>{{Cita web|url=https://www.taipeitimes.com/News/taiwan/archives/2013/05/16/2003562396|titolo=TAIPEI-MANILA ROW: Premier ‘sorry’ over delayed measures - Taipei Times|sito=www.taipeitimes.com|data=2013-05-16|accesso=2023-10-11}}</ref>.

== Teoria e strategia dietro la diplomazia coercitiva ==
La strategia dietro un ultimatum e una diplomazia coercitiva è che, se sotto pressione con una minaccia significativa a portata di mano, la parte avversaria sarà costretta a fare concessioni a causa del senso di urgenza<ref>{{Cita web|url=https://www.beyondintractability.org/artsum/george-thegeneral|titolo=Summary of "The General Theory and Logic of Coercive Diplomacy"|autore=corissajoy|sito=Beyond Intractability|data=2016-10-03|lingua=en|accesso=2023-10-11}}</ref>.


== Note ==
== Note ==

Versione attuale delle 20:21, 11 ott 2023

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Ultimatum (disambigua).

Per ultimatum (termine latino, adattato raramente in ultimato[1]), nel diritto internazionale, si intende l'intimazione attraverso la quale, in una situazione di crisi internazionale, uno Stato comunica a un altro le proprie ultime proposte e le proprie condizioni irrevocabili, respinte le quali si minaccia di rompere i negoziati, di ricorrere alla forza o di dichiarare guerra. Al di fuori del diritto internazionale, questo termine indica una proposta o un invito oltremodo perentorio, che non ammette obiezioni, ripensamenti o rifiuti, se non a prezzo di gravi conseguenze. Deriva dal latino ultimus che significa "estremo", "ultimo" o "ultima".

Note[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàLCCN (ENsh85139462 · GND (DE4186707-5 · BNF (FRcb12049449w (data) · J9U (ENHE987007560831205171 · NDL (ENJA00569988