Friedrich von Bodenstedt

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Friedrich von Bodenstedt, intorno al 1860

Friedrich Martin von Bodenstedt (Peine, 22 aprile 1819Wiesbaden, 19 aprile 1892) è stato uno scrittore tedesco.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque nel regno di Hannover e fece pratica come mercante a Braunschweig studiando poi a Gottinga, Monaco di Baviera e Berlino.[1]

La sua carriera fu determinata dal suo impiego, nel 1841, come tutore nella famiglia del Principe Gallitzin a Mosca, dove ottenne una conoscenza approfondita del russo. Ciò portò alla sua nomina, nel 1844, a capo di una scuola pubblica a Tbilisi, Governatorato di Tbilisi, oggi Georgia.

Approfittò dell'opportunità di vivere nei pressi della Persia per studiare la letteratura persiana, e tradurre e pubblicare, nel 1851, un volume di poesia sotto il titolo fantasioso, Die Lieder des Mirza Schaffy (tradotto poi in lingua inglese da Elsa d'Esterre-Keeling nel 1880). Il successo di questo lavoro può essere paragonato solo a quello di Edward FitzGerald Rubaiyat di ʿUmar Khayyām, prodotto in circostanze un po' simili, ma diverso da esso per essere immediato. Il libro ebbe 160 edizioni in Germania ed è stato tradotto in quasi tutte le lingue letterarie. La celebrità non è inesatta: anche se Bodenstedt non raggiunge l'elevazione poetica di Fitzgerald, la sua traduzione trasmette una visione più ampia, più allegra e più sana, mentre l'esecuzione è un modello di grazia.

Sebbene egli affermasse che il volume era la sua poesia, pubblicata sotto il travestimento orientale per guadagnare popolarità, si è sostenuto che il volume era una traduzione efficace di poesie persiane ed azere, di un poeta azero, ovvero di Mirza Shafi Vazeh.

Statua di von Bodenstedt a Peine

Di ritorno dall'Oriente, Bodenstedt si dedicò, per qualche tempo, al giornalismo, sposò la figlia di un ufficiale dell'Assia (Matilde, la Edlitam dei suoi poemi), e nel 1854 venne nominato professore di slavo a Monaco di Baviera. Le ricche conoscenze che Bodenstedt riportò dall'Oriente gli consentirono la stesura di due importanti libri, Die Völker des Kaukasus und ihre Freiheits-Kämpfe gegen die Russen (1848) e Tausend und ein Tag im Orient (1850).

Per un po' di tempo Bodenstedt continuò a dedicarsi a soggetti slavi, traduzioni di Puškin, Lermontov, Turgenev e dei poeti dell'Ucraina e scrisse una tragedia sul Falso Dimitri e un epico "Ada die Lesghierin" su un tema circasso. Probabilmente trovando questa vena esaurita, cambiò il suo insegnamento, nel 1858, passando ad insegnare letteratura inglese, pubblicando (1858-1860) un lavoro prezioso sui drammaturghi inglesi contemporanei a Shakespeare, con copiose traduzioni. Nel 1862 produsse una traduzione dei sonetti di Shakespeare e tra il 1866 e il 1872 pubblicò una versione completa delle opere teatrali, con l'aiuto di molti coadiutori.

Nel 1867 assunse la direzione del teatro di corte a Meiningen e fu nobilitato dal duca. Dopo il 1873 visse successivamente ad Altona, Berlino e Wiesbaden, dove morì il 19 aprile 1892. Le sue ultime opere consistono in un'autobiografia (1888),[2] traduzioni da Hafez e ʿUmar Khayyām,[3] e poesia e opere teatrali che aggiunsero poco alla sua reputazione.

Dal 1879 al 1880 viaggiò per gli Stati Uniti d'America e al ritorno, nel 1882, pubblicò il suo resoconto del viaggio a Lipsia, sotto il titolo di Vom Atlantischen zum Stillen Ozean (Dall'Atlantico al Pacifico).[4]

Un'edizione delle sue opere, in 12 volumi, fu pubblicata a Berlino (1866–1869), e il Erzählungen und Romane a Jena (1871–1872).

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Edizioni italiane[modifica | modifica wikitesto]

  • Il canzoniere di Mirza Sciaffì, di Federico Bodenstedt; traduzione di C. Sapienza e D. Ciampoli, G. Carabba, Lanciano 1912.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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