Utente:Memnone di Rodi/Sandbox/Repubbliche Marinare

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A sinistra, lo stemma della Marina Militare, in cui compaiono, dall'alto a sinistra e in senso orario, i simboli di Venezia, Genova, Pisa e Amalfi, le repubbliche marinare più note. A destra, una mappa con la localizzazione e gli stemmi di tutte le repubbliche marinare trattate nella voce.

Le repubbliche marinare sono state alcune città-stato italiane note per la loro attività marittima tra il Medioevo e l'età moderna.

Tale definizione, nata nell'Ottocento, è in genere riferita alle quattro città italiane i cui stemmi sono riportati dal 1947 nelle bandiere delle Marine Militare e Mercantile italiane[1]: Amalfi, Genova, Pisa e Venezia; essa è stata tuttavia applicata anche alle città-stato di Ancona[2][3], Gaeta[4][5], Noli[6][7][8] e Ragusa di Dalmazia[9].

Le repubbliche marinare ebbero un'importanza significativa nella storia delle tecniche e del diritto della navigazione, nonché nella storia commerciale, politica e militare dell'Italia e del Mediterraneo; furono inoltre crocevia dello scambio di tecnologie, arte e cultura tra Europa, Asia e Africa.

Caratteristiche comuni e storia generale[modifica | modifica wikitesto]

La definizione di "repubblica marinara" è un concetto generato dalla storiografia ottocentesca che non rappresenta una categoria sistematica né un fenomeno unitario; tuttavia, dall'analisi della storia di queste città-stato, è possibile individuare alcune caratteristiche e tendenze storiche comuni.

%Unificare i paragrafi Fattori caraterrizzanti e Origini, affermazione e durata?

Fattori caratterizzanti[modifica | modifica wikitesto]

L'Arsenale di Venezia.

I seguenti eventi storici o elementi organizzativi accomunano tutte o alcune delle repubbliche marinare:[10]

Origini, affermazione e durata[modifica | modifica wikitesto]

Galea che trasporta pellegrini in Terrasanta - dal diario di viaggio di Conrad Grünenberg

La ripresa economica che si ebbe in Europa a partire dal IX secolo, abbinata all'insicurezza delle vie di comunicazione terrestri, fece sì che le principali rotte commerciali si sviluppassero lungo le coste del mar Mediterraneo; contestualmente, le tre grandi monarchie che controllavano l'Italia - il Sacro Romano Impero, l'Impero bizantino e lo Stato della Chiesa - avevano difficoltà a mantenere il controllo delle loro regioni periferiche. In questo contesto, alcune città portuali furono in grado di acquisire sempre maggiore autonomia, sia sul piano commerciale che politico. Queste città erano favorite dalla posizione centrale nel Mediterraneo, mentre barriere naturali le proteggevano dai vicini dell'entroterra;[15] erano invece esposte ai saccheggi dei pirati saraceni: Ancona fu saccheggiata nell'848[16][17], Genova nel 935[18]: le possibilità offerte dal commercio marittimo, la lontananza dei poteri centrali e la necessità di una difesa autonoma furono quindi le basi che portarono all'esercizio indipendente del potere politico.[15].

È inoltre importante ricordare che le forme di indipendenza che si vennero a creare in queste città furono varie, e tra esse stenta a orientarsi il moderno modo di considerare i rapporti politici, che distingue nettamente tra autonomia amministrativa e libertà politica. Per questo motivo, nella sottostante tabella le date relative all'indipendenza sono due: una si riferisce alla libertà di fatto acquisita, l'altra a quella di diritto.

Città Stemma Bandiera Motto, moneta e codice marittimo Inizio dell'indipendenza Stato precedente Fine dell'indipendenza Durata dell'indipendenza Stato successivo
Amalfi
motto: Descendit ex patribus romanorum
moneta: tarì
codice: Tavole amalfitane (XI sec.)[19]
de facto: 839 (acquisizione della libertà) Impero bizantino 1131 (in seguito alla guerra tra il papa Innocenzo II e Ruggero II di Sicilia) de facto: 3 secoli Regno di Sicilia
Genova
motti: Respublica superiorem non recognoscens
Pe Zena e pe San Zòrzo
moneta: genovino
codice: Regulae et ordinamenta officii gazariae (1441)[20]
de facto: 958, (con la concessione di Berengario II)[21];
de iure: 1096 (con la Compagna Communis)
Regno d'Italia 1797 (con la Campagna d'Italia) de facto: 8 secoli
de iure: 7 secoli
Repubblica Ligure
Pisa
motto: Urbis me dignum pisane noscite signum[22][23]
moneta: aquilino o grosso pisano[24]
codice: Constitutum usus (1160)[25] e Breve curia maris (1297)[20]
de facto: XI secolo (graduale acquisizione della libertà[26] Regno d'Italia 1406 (occupazione militare fiorentina) de facto: 4 secoli
de iure: 3 secoli
Repubblica fiorentina
Venezia
motti: Pax tibi, Marce, evangelista meus;
Viva San Marco!
moneta: zecchino o ducato
codice: Capitolare nauticum (1225)[27][28]
de facto: acquisita gradualmente, dopo il crollo dell'Esarcato di Ravenna nel 751, 840 (Pactum Lotharii)[29], 1122-1126 (Guerra tra Venezia e Bisanzio)
de iure: 1141-1143[30] (Commune Veneciarum)
Impero bizantino 1797 (Trattato di Campoformio) de facto: circa 9 secoli
de iure: 6 secoli e 1/2
Arciducato d'Austria
Ancona
motti: Ancon dorica civitas fidei[31]
moneta: agontano
codice: Statuti del mare (1387)[32]
de facto: XI secolo (graduale acquisizione della libertà)[33] Regno d'Italia
Stato Pontificio[34]
1532 (occupazione militare pontificia) de facto: 5 secoli Stato Pontificio
Gaeta
moneta: follaro[35]
codice: parte degli Statuti di Gaeta (1356)[36][37]
de facto: 839 (acquisizione della libertà) Impero bizantino 1140 (annessione al Regno normanno) de facto: 3 secoli Regno di Sicilia
Noli
codice:Statuti di Noli (XII sec.)[38] de facto: 1192(nascita del libero comune)[39];
de iure: 1196 (conferma dei diritti da parte di Enrico VI di Svevia)
Regno d'Italia XV secolo (fine delle attività marinare)
1797 (fine della repubblica, con la Campagna d'Italia)
rep. marinara: 2 secoli
repubblica: 6 secoli
Repubblica Ligure
Ragusa
motto: Non bene pro toto libertas venditur auro[40]
moneta: denominazioni varie[41]
codice: due volumi del Liber statutorum (1272)[20][42]
de facto: XI secolo (graduale acquisizione della libertà)[43] Impero bizantino 1808 (con la Pace di Presburgo) de facto: 8 secoli Province illiriche del Primo Impero francese

I traffici di queste città raggiungevano l'Africa e soprattutto l'Asia, inserendosi efficacemente tra la potenza marittima bizantina e quella islamica, con le quali si stabilì un rapporto complesso di competizione e di collaborazione per il controllo delle rotte mediterranee.

Dal punto di vista istituzionale, le città marinare erano delle repubbliche oligarchiche, generalmente rette, in maniera più o meno dichiarata, dalle principali famiglie mercantili: i governi erano dunque espressione del ceto mercantile, che costituiva il nerbo della loro potenza; per questo, a volte, ci si riferisce a tali città col termine più generico di "repubblica mercantile". Esse erano dotate di un articolato sistema di magistrature, dalle competenze a volte complementari, a volte sovrapposte, che nei secoli mostrò una decisa tendenza a modificarsi — non senza un certo grado di instabilità — e ad accentrare il potere: così il governo divenne privilegio della nobiltà mercantile a Venezia (dal 1297) e del duca ad Amalfi (dal 945). Tuttavia anche Gaeta, che non ebbe mai ordinamenti repubblicani, e Amalfi, che divenne ducato nel 945, sono dette repubbliche marinare, in quanto il termine repubblica non va inteso nel significato moderno: fino a Machiavelli e a Kant, "repubblica" era sinonimo di "Stato", e non era contrapposto a monarchia[44].

furono poi in grado, nei secoli IX, X e XI, di passare all'offensiva, ottenendo numerose vittorie contro i saraceni, a partire dalla storica battaglia di Ostia dell'849. Aggiungere un capoverso sula storia del rapporto tra le repubbliche marinare e la presenza isalmica in Italia, sai nella fase dei sacheggi che in quella successiva delle vittorie militari

fino a ricoprire un ruolo di primo piano nello scenario europeo[45].

Le Crociate offrirono l'occasione di espandere i commerci: Amalfi, Genova, Venezia, Pisa, Ancona e Ragusa erano già impegnate nel commercio con il Levante, ma con le Crociate migliaia di abitanti delle città marinare si riversarono in Oriente, creando fondachi, colonie e stabilimenti commerciali. Essi esercitarono una grande influenza politica a livello locale: i mercanti italiani costituivano infatti, nei centri sede dei loro affari, associazioni di categoria con lo scopo di ottenere dai governi stranieri privilegi giurisdizionali, fiscali e doganali[46].

Solo Venezia, Genova e Pisa ebbero un'espansione territoriale oltremare, ossia possedettero ampie regioni e numerose isole lungo le coste mediterranee; Genova e Venezia arrivarono inoltre a dominare anche tutta la propria regione e parte di quelle confinanti, diventando capitali di Stati regionali; Venezia fu poi l'unica a dominare territori assai lontani dalla costa, sino a occupare la Lombardia orientale. Amalfi, Gaeta, Ancona, Ragusa e Noli estesero invece il proprio dominio solo a una parte del territorio della propria regione, configurandosi come città-stato; tutte le repubbliche ebbero comunque proprie colonie e fondachi nei principali porti mediterranei, tranne Noli, che usufruiva di quelli genovesi.

Se premessa alla nascita delle repubbliche mercantili era stata l'assenza di una forte autorità centrale, la loro fine fu viceversa dovuta all'affermazione di un potente Stato centralizzato: solitamente l'indipendenza poteva durare finché il commercio era in grado di assicurare prosperità e ricchezza, ma quando queste cessavano, s'innescava un declino economico terminante con l'annessione, non necessariamente violenta, a uno Stato forte e organizzato.

La longevità delle varie repubbliche marinare fu molto varia: Venezia ebbe la più lunga vita, dall'Alto Medioevo all'Età napoleonica; anche Genova e Ragusa ebbero storia lunghissima, dal Mille all'Età napoleonica; Noli durò altrettanto, ma smise di commerciare già nel XV secolo. Pisa e Ancona ebbero una vita comunque lunga, restando indipendenti sino al Rinascimento. Amalfi e Gaeta furono invece le prime a cadere, conquistate dai Normanni nel XII secolo.

Numero delle repubbliche marinare nei secoli[modifica | modifica wikitesto]

SOSTITUIRE QUST PARAGRAFO E IL PRECEDENTE CON UN'IMMAGINE che mostri i periodi di indipendenza ''de facto'', ''de iure'', di mercatura senza indipendenza e di indipendenza senza mercatura

Ha senso distinguere tra dei iure e de facto? Come la valutiamo? Dove sono le fonti?

Come evidenziato nella tavola cronologica seguente, il numero delle repubbliche marinare si è modificato nel corso dei secoli, nel seguente modo:

  • IX-X secolo: ci sono solo tre repubbliche marinare, ossia Amalfi, Gaeta e Venezia;
  • XI secolo: aggiungendosi nei primi decenni anche Ancona, Genova, Pisa e Ragusa, si arrivano a contare sette repubbliche marinare; il secolo vide però anche la fine dell'indipendenza di Amalfi (1031) e Gaeta (1137) e l'inizio della storia marinara di Noli.
  • XII-XIV secolo: sono sei le repubbliche marinare attive;
  • XV secolo: con la perdita dell'indipendenza di Pisa e con la fine dell'attività marinara di Noli, rimangono quattro repubbliche marinare, ossia Ancona, Genova, Ragusa, Venezia;
  • XVI-XVIII secolo: con la perdita dell'autonomia di Ancona, rimangono attive le tre repubbliche marinare più longeve: Genova, Ragusa e Venezia.
Repubblica di NoliRepubblica di VeneziaRepubblica di RagusaRepubblica di PisaRepubblica di GenovaDucato di GaetaRepubblica di AnconaDucato di Amalfi

Periodi aurei, di ascesa, di declino[modifica | modifica wikitesto]

La tabella seguente mette a confronto la diversa durata delle repubbliche marinare, i loro periodi aurei (indicati con colori più intensi) i periodi di ascesa e di declino (colori più o meno chiari), tenendo presenti le guerre vinte o perse, le colonie commerciali nel Mediterraneo, la potenza economica, i possedimenti territoriali, i periodi di temporanea sudditanza a potenze estranee. Per Noli è stato usato un colore diverso per indicare il periodo della sua non completa indipendenza. Le date poste all'inizio e alla fine di ogni linea del tempo indicano rispettivamente l'anno di inizio e di fine dell'autonomia; l'eventuale data intermedia indica invece l'anno in cui da indipendenza de facto si passò a indipendenza de iure. Le note, infine, si riferiscono ai periodi di temporanea perdita di libertà.

0733 0766 0800 0833 0866 0900 0933 0966 1000 1033 1066 1100 1133 1166 1200 1233 1266 1300 1333 1366 1400 1433 1466 1500 1533 1566 1600 1633 1666 1700 1733 1766 1800

Amalfi
839 Wiki wiki [47] 1135

Genova
958 Wiki wiki 1096 [48] [49] [50] [51] [52] [53] 1797

Pisa
1000 c.a 1081 c.a [54] 1406 [55]

Venezia
[56] 840 1143 1797

Ancona
1000 c.a [57] [58] 1532

Gaeta
839 Wiki wiki [59] [60] 1135

Noli
1192 1196 [61] [62] 1797

Ragusa
1000 c.a [63] [64] [64] [64] [65] 1808

Importanza delle repubbliche marinare[modifica | modifica wikitesto]

Carta nautica del Mediterraneo di Grazioso Benincasa (1482), della scuola cartografica di Ancona
La raccolta del pepe; da Il Milione di Marco Polo, edizione francese del XV secolo

Grazie alle repubbliche marittime si riattivarono i contatti tra l'Europa, l'Asia e l'Africa, quasi interrotti dopo la caduta dell'Impero romano d'Occidente; la loro storia s'intreccia sia con l'avvio dell'espansione europea verso Oriente, sia con le origini del moderno capitalismo, inteso come sistema mercantile e finanziario; in queste città si coniarono monete d'oro, in disuso da secoli, si misero a punto nuove pratiche di cambio e di contabilità: nacquero così la finanza internazionale e il diritto commerciale.

Vennero inoltre incentivati i progressi tecnologici nella navigazione; importanti, al riguardo, il miglioramento e la diffusione della bussola da parte degli amalfitani e l'invenzione veneziana della galea grossa[66]. La navigazione deve molto alle repubbliche marinare anche per ciò che concerne la cartografia nautica: le carte del XIV e nel XV secolo a noi pervenute appartengono tutte alle scuole di Genova, di Venezia e di Ancona[67].

Dall'Oriente le repubbliche marinare importavano una vasta gamma di merci introvabili in Europa, che poi rivendevano in altre città d'Italia e dell'Europa centrale e settentrionale, creando un triangolo commerciale tra l'Oriente arabo, l'Impero bizantino e l'Italia; sino alla scoperta dell'America furono perciò nodi essenziali degli scambi tra l'Europa e gli altri continenti.

Tra i prodotti più importanti si ricordano[68][69]:

Le repubbliche marinare ebbero un notevole impatto sulla storia dell'arte, grazie alla grande prosperità derivante dai commerci, al punto che ben cinque di esse (Amalfi, Genova, Venezia, Pisa e Ragusa) sono oggigiorno inserite nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO. Se non si può parlare di un'arte marinara, cioè di una corrente artistica comune a tutte e loro esclusiva, un tratto caratterizzante fu la commistione di elementi delle diverse tradizioni artistiche mediterranee, elementi principalmente bizantini, islamici e romanici[70].

Dalle colonie delle repubbliche marinare discendono, almeno in parte, le attuali comunità italiane all'estero di Grecia, Turchia, Libano, Gibilterra e Crimea, nonché l'isola linguistica dei Tabarchini in Sardegna e l'estinta comunità degli Italiani di Odessa.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ La bandiera della Marina Militare, su marina.difesa.it. URL consultato il 4 ottobre 2013.
  2. ^ Fonti non locali:
    • Dizionari Zanichelli, capitolo Repubbliche marinare
    • Armando Lodolini 2 (tutto il volume; il capitolo del libro riguardante Ancona è consultabile alla pagina: [1])
    • Ancona, in Enciclopedia dell'arte medievale, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1991-2000. URL consultato il 19 ottobre 2013.
    • Marche TCI (Google libri, pp. 88 e 104)
    • Horst Dippel, Costituzioni Degli Stati Italiani (volume 10: Documenti costituzionali di Italia e Malta, parte 1: Ancona-Lucca) edizioni Walter de Gruyter (Germania), 2009 (Google Libri, p. 130)
    • Giuseppe Sandro Mela, Islam: nascita, espansione, involuzione, Roma, Armando Editore, 2005. (Google libri, p. 67) ISBN 978-88-8358-686-6
    • Peris Persi, Conoscere l'Italia, volume Marche, Novara, Istituto Geografico De Agostini, p. 74.
    • Valerio Lugani, Meravigliosa Italia, Enciclopedia delle regioni, volume Marche, Milano, Aristea, p. 44.
    • Guido Piovene, Tuttitalia, Firenze, Novara, Casa Editrice Sansoni & Istituto Geografico De Agostini, 1963, p. 31.
    • Pietro Zampetti, Itinerari dell'Espresso, volume Marche, Roma, Editrice L'Espresso, 1980, pp. 33-34-189.
  3. ^ Fonti locali:
  4. ^ Fonti non locali:
    • (EN) The Editors of Encyclopædia Britannica, Gaeta, su Encyclopædia Britannica, Encyclopædia Britannica, inc., 22 aprile 2011. URL consultato il 6 settembre 2017.
    • Lazio TCI, p. 743
    • Giovanna Bergamaschi, Arte in Italia: guida ai luoghi ed alle opere dell'Italia artistica, Milano, Electa, 1983, p. 243, ISBN 9788843509362.
    • Giuseppe Sandro Mela, Islam: nascita, espansione, involuzione, Roma, Armando Editore, 2005. (Google libri, p. 67) ISBN 978-88-8358-686-6
  5. ^ Fonti locali:
    • La città di Gaeta ha avviato un processo di riconoscimento del suo antico ruolo di repubblica marinara; vedi sito del Comune di Gaeta Archiviato il 13 marzo 2013 in Internet Archive..
    • Patrizia Schiappacasse, Pasquale di Corbo, Vera Liguori Mignano, Le relazioni commerciali tra Genova e Gaeta nel tardo Medioevo volume 1, edito dal Comune di Gaeta, 2001, X..
  6. ^ Per la definizione di piccola:
    • Giovanni Murialdo, Dinamiche territoriali e commerciali nella Noli signorile e comunale..., in: Mauro Darchi, Francesca Bandini, La repubblica di Noli e l'importanza dei porti minori del Mediterraneo nel Medioevo, Firenze, All’Insegna del Giglio (p. 9);
    • Bohun Lynch, The Italian Riviera: Its Scenery, Customs, and Food, with Notes Upon the Martime Alps, Doubleday, Doran, 1927 (p. 159).
  7. ^ Fonti non locali:
    • Repubbliche marinare, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 19 ottobre 2013.
    • AA. VV., Medioevo latino, bollettino bibliografico della cultura europea da Boezio a Erasmo (secoli VI - XV), volume 28, Sismel Edizioni del Galluzzo, 2007, p. 1338.
    • Francesca Bandini, Mauro Darchi (tutto il volume)
    • Michelin / MFPM (alla voce Noli)
    • Anne Conway, Giuliana Manganelli, Liguria: una magica finestra sul Mediterraneo, Vercelli, edizioni White Star, 1999, p. 123, ISBN 978-88-8095-344-9.
    • AA. VV., Atti della Reale accademia delle scienze di Torino: Classe di scienze morali, storiche e filologiche, volumi 69-70, edito da Libreria Fratelli Bocca, 1933, p. 40.
    • AA. VV., Guida rapida del Touring Club Italiano, volume I, Milano, Touring editore, 1993, p. 180, ISBN 978-88-365-0517-3.
  8. ^ Fonti locali:
    • Giuseppe Gallo, La Repubblica di Genova tra nobili e popolari (1257-1528), Genova, edizioni De Ferrari, 1997, p. 44.
  9. ^ Fonti non locali:
    • Iugoslavia, in Enciclopedia Italiana, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
    • AA. VV., Ragusa, in Croazia. Zagabria e le città d'arte. Istria, Dalmazia e le isole. I grandi parchi nazionali, Milano, Touring editore, 2004, ISBN 978-88-365-2920-9. (Google libri, p. 129).
    • Jack Kerouac, I vagabondi del Dharma, Milano, Mondadori, 2010, ISBN 978-88-520-1342-3. (Google libri, p. 439).
    • Vesna Pavic, Croazia, guida completa, Firenze, Giunti Editore, 2005, p. 439, ISBN 978-88-09-03419-8. (Google libri, p. 121).
    • Armando Pitassio, Corso introduttivo allo studio della Storia dell'Europa Orientale: dall'antichità a Versailles, Perugia, Morlacchi Editore, 2000, ISBN 978-88-87716-22-1. (Google libri, pp. 98 e 128).
    • Sergio Anselmi e Antonio Di Vittorio, Ragusa e il Mediterraneo: ruolo e funzioni di una repubblica marinara tra Medioevo ed età Moderna, Bari, Cacucci, 1990.
  10. ^ L'elenco è compilato riportando le caratteristiche che vari testi considerano distintive di tutte le repubbliche marinare oppure riunendo gli elementi che le fonti attribuiscono a ciascuna di esse, senza eccezione. Per brevità si riportano i riferimenti al testo di Armando Lodolini. Le pagine utilizzate sono le seguenti:
    • Autonomia, economia, politica e cultura basate essenzialmente sulla navigazione e sugli scambi marittimi
      • p. 46: Venezia, Amalfi, Pisa, Ancona, Genova; pp. 126, 129 e 173: Amalfi; tavola 42: Ragusa; pagine 161-163: Gaeta; p. 173: Pisa; pagine 200, 202 e 206: Ancona.
    • Possesso di una flotta di navi e/o presenza di arsenale
      • p. 163: Gaeta; p. 129: Amalfi; p. 191: Ragusa; p. 202: Ancona.
    • Presenza di fondachi nei porti mediterranei
      • pagine 64 e 103: Venezia, Genova, Pisa, Ragusa, Ancona, Amalfi; p. 126: Amalfi; pagine 172-173: Pisa.
    • Presenza nel proprio porto di fondachi e consoli di città marinare mediterranee
      • p. 91: in genere le repubbliche marinare.
    • Uso di moneta propria accettata nei porti mediterranei
      • p. 51: Genova; p. 89: Amalfi; p. 90: Venezia; p. 163: Gaeta; p. 204: Ancona.
    • Uso di proprie leggi marittime
      • p. 65: Genova, Pisa, Amalfi, Gaeta; p. 67: Venezia, Ragusa, Ancona; p. 127: Amalfi; p. 204: Ancona.
    • Partecipazione alla repressione della pirateria
      • p. 58: Pisa; p. 59: Venezia; p. 60: Genova; p. 86: Pisa, Genova, Ancona, Gaeta: pagine 130-131: Gaeta, Amalfi; p. 163: Gaeta; pagine 168 e 180: Pisa; p. 188: Ragusa; p. 205: Ancona.
    • Partecipazione alle crociate
      • p. 63: Venezia, Pisa, Genova; p. 108: in genere le repubbliche marinare; pagine 202 e 206: Ancona.
  11. ^ Un fondaco è un edificio o un insieme di edifici adibiti al commercio e all'ospitalità dei propri connazionali. Cfr. Fondaco, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 19 ottobre 2013.
  12. ^ I "consoli dei mercanti" o "consoli delle nationes" erano una sorta di ambasciatori che curavano gli interessi commerciali della città marinara nei vari porti. Cfr. Cònsole, su sapere.it. URL consultato il 4 ottobre 2013.
  13. ^ Vocabolario Treccani, voce console
  14. ^ Ad esempio, Pisa elaborò la "Breve maris" (1297), Venezia il "Capitulare nauticum" (1225), Amalfi le "Tavole amalfitane", Ancona gli "Statuti del mare" (1387).
  15. ^ a b Enciclopedia Pomba - Utet Torino, 1942.
  16. ^ Giovanni Diacono, Cronica venetum, M. G. H. S. S., VII, (pagina 18).
  17. ^ Giacinto Romano - Arrigo Solmi, Le dominazioni barbariche in Italia, Milano, 1936.
  18. ^ Jacopo da Varagine, Cronaca della città di Genova dalle origini al 1297, Genova, ECIG, 1995.
  19. ^ Antonio Lefebvre D'Ovidio, p. 15.
  20. ^ a b c Antonio Lefebvre D'Ovidio, p. 16.
  21. ^ Gina Fasoli, Francesca Bocchi, 13. Diploma di Berengario e Adalberto ai Genovesi (958), su La città medievale italiana, Reti Medievali, Università degli Studi di Napoli Federico II. URL consultato il 4 ottobre 2013.
  22. ^ Questo motto era usato solo nei sigilli e nelle monete.
  23. ^ D.M. Manni, Osservazioni istoriche sopra i sigilli antichi de'secoli bassi, (Tomi XXX), Firenze 1739 -1786, capitolo Sigilli dei Comuni, pagina 190
  24. ^ M. Baldassarri, p. 39.
  25. ^ Elena Maffei, p. 19.
  26. ^ Nel 1081 Enrico IV concesse alla città il diritto di eleggere i propri consoli.
  27. ^ Luigi Cibrario, editore M. Fontana, Della economia politica del medio evo, Volume 3, 1842 (p. 272). Testo consultabile a questa pagina. Inoltre: Predelli Sacerdoti, Gli statuti marittimi veneziani fino al 1255, Venezia 1903.
  28. ^ Capitolari, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  29. ^ Alvise Zorzi, p. 38.
  30. ^ Andrea Castagnetti, Il primo comune, in Storia di Venezia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1995. URL consultato il 4 novembre 2021.
  31. ^ Questo motto entrò in uso nel XV secolo (vedi Armando Lodolini 2); il motto precedente, in uso almeno dal XII secolo, era: Anconae dignum cernentes noscite signum. Vedi D.M. Manni, Osservazioni istoriche sopra i sigilli antichi de'secoli bassi, (Tomi XXX), Firenze 1739 -1786, capitolo Sigilli dei Comuni, pagina 191
  32. ^ Guido Camarda, p. 34.
  33. ^ Ancona ebbe una libertà solo de facto, concessa dai pontefici in cambio del riconoscimento dell'autorità della Chiesa: papa Alessandro III (dopo la Pace di Venezia) dichiarò Ancona città libera nell'ambito dello Stato della Chiesa
  34. ^ All'infuori del Lazio, sino ad Innocenzo III, l'autorità della Chiesa era solo teorica e vi era una sovrapposizione di poteri con l'Impero.
  35. ^ Francesco Paolo de' Liguoro, Gaeta quinta Repubblica Marinara? (PDF), in Lega Navale, novembre-dicembre 2007. URL consultato il 6 settembre 2013.
  36. ^ Come si nota dal raffronto tra la data degli Statuti e quella della fine dell'autonomia del Ducato di Gaeta, gli statuti gaetani giunti a noi sono molto più recenti del periodo della repubblica marinara, anche se sono basati sulla legislazione precedente: vedi il moderno statuto comunale di Gaeta Archiviato il 25 settembre 2013 in Internet Archive.).
  37. ^ Niccola Alianelli (Google Libri, p. 154)
  38. ^ Una giornata a Noli.
  39. ^ Noli antica Repubblica Marinara.
  40. ^ Il motto riecheggia le parole del poeta raguseo rinascimentale Giovanni Francesco Gondola, nel poema Dubravka. Vedi Michael Fauth, Der Ruf der Landstraße (pag. 185). ISBN 9783739208695.
  41. ^ Monete di Ragusa, su roth37.it. URL consultato il 25 settembre 2013.
  42. ^ Il testo è riportato alla pagina: Traduzione dei libri I, V, VI e VII del Liber statutorum, a cura di Cristiano Caracci.
  43. ^ Ragusa ebbe una libertà solo de facto, visto che anche dopo il 1358 (Pace di Zara) pagava tributi annuali prima agli Ungheresi, e dopo la battaglia di Mohács, ai Turchi.
  44. ^ Enciclopedia Pomba, editrice Utet, Torino, 1942, voce "Repubblica".
  45. ^ Grignola, pp. 6-7.
  46. ^ Guglielmo Heyd, Le colonie commerciali degli Italiani in Oriente nel medio evo, Venezia e Torino, G. Antonelli & L. Basadonna, 1866, p. 322.
  47. ^ Al Principato di Salerno dal 1039 al 1052.
  48. ^ Ai Visconti dal 1353 al 1356.
  49. ^ Alla Francia dal 1396 al 1409. Ai Visconti dal 1421 al 1436.
  50. ^ Alla Francia nel 1460.
  51. ^ A Milano dal 1466 al 1499.
  52. ^ Alla Francia dal 1499 al 1506. Dopo un periodo di estrema debolezza politica, nel 1528 Andrea Doria ristabilisce l'autonomia.
  53. ^ Nel 1746 occupazione austriaca, terminata a seguito di una rivolta popolare.
  54. ^ Ai Visconti dal 1399 al 1402.
  55. ^ Brevemente ricostituitasi dal 1494 al 1509.
  56. ^ Con il 751, anno della fine dell'esarcato di Ravenna, inizia il processo graduale che portò all'indipendenza di Venezia; nell'840, anno del Pactum Lotharii, Venezia è già in grado di sottoscrivere autonomamente accordi con l'Impero.
  57. ^ Ai Malatesta dal 1348 al 1353.
  58. ^ Sotto il dominio diretto della Chiesa dal 1353 al 1383.
  59. ^ Al Principato di Capua dal 1032 al 1039. A Salerno dal 1040 al 1045. A Capua dal 1058 al 1061.
  60. ^ A Capua dal 1068 al 1092.
  61. ^ Protettorato di Genova dal 1202
  62. ^ Dal XV secolo la repubblica di Noli smise gradualmente di essere "marinara".
  63. ^ A Venezia dal 1205 al 1207, dal 1211 al 1215 dal 1217 al 1230. Al despotato d'Epiro dal 1230 al 1232.
  64. ^ a b c A Venezia.
  65. ^ A Venezia fino al 1358.
  66. ^ Graziano Arici, La galea ritrovata, Consorzio Venezia nuova, 2003, p. 63.
  67. ^ Giovanni Brancaccio, Geografia, cartografia e storia del Mezzogiorno, Guida Editori, 1991, p. 99.
  68. ^ Francesco Morace, p. 15.
  69. ^ Werner Sobart, pp. 30, 67, 68.
  70. ^ * Per Amalfi, Pisa, Venezia ed Ancona: Emma Bernini, pp. 287-293