Stegopelta landerensis

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento da Stegopelta)
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Stegopelta landerensis
Armatura pelvica di Stegopelta landerensis
Stato di conservazione
Fossile
Periodo di fossilizzazione: Cretacico
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
SuperphylumDeuterostomia
PhylumChordata
SubphylumVertebrata
InfraphylumGnathostomata
SuperclasseTetrapoda
ClasseReptilia
SottoclasseDiapsida
InfraclasseArchosauromorpha
SuperordineDinosauria
OrdineOrnithischia
SottordineThyreophora
InfraordineAnkylosauria
Famiglia? † Ankylosauridae
GenereStegopelta
Williston, 1905
SpecieS. landerensis
Nomenclatura binomiale
Stegopelta landerensis
Williston, 1905

Stegopelta landerensis Williston, 1905 è un dinosauro erbivoro appartenente agli anchilosauri. Visse tra il Cretaceo inferiore e quello superiore (Albiano/Cenomaniano, circa 105,3-94,3 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati negli Stati Uniti d'America (Wyoming).[1]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

L'etimologia del nome deriva dall'unione delle parole greche στεγος (stegos = tetto) e πελτα (pelta = scudo) ad indicare un sauro dall'armatura disposta come le tegole di un tetto.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Questo animale, come tutti gli anchilosauri, era un pesante quadrupede dal corpo corazzato.[2] La lunghezza doveva aggirarsi tra i 4 e i 5 metri, ma non è possibile una ricostruzione attendibile dell'animale, in quanto i resti fossili rinvenuti non sono ben conservati. In ogni caso, sembra che Stegopelta possedesse un'armatura costituita da osteodermi lungo tutto il corpo, e che vi fosse una regione di placche ossee fuse insieme nella regione sacrale. È possibile, inoltre, che lungo i fianchi fossero presenti lunghe spine biforcute, come nel ben noto Edmontonia.[3]

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Descritto per la prima volta nel 1905 da Samuel Williston, questo animale è noto per uno scheletro molto parziale comprendente un frammento mascellare, sette vertebre cervicali e due dorsali, parti del bacino e del sacro, parti delle zampe anteriori e posteriori e alcuni resti dell'armatura, tra cui una spina posizionata sulla spalla e una sorta di anello osseo intorno al collo.[3][4] Sfortunatamente, questi resti erano emersi dall'erosione di una scarpata e in parte calpestati dal bestiame, cosicché la conservazione è davvero scarsa.[5] Poiché all'epoca gli Anchilosauri erano poco conosciuti, Williston mise i ritrovamenti in relazione con lo Stegopelta, relazionando l'armatura con quella del Glyptodon.[4] Ridescrivendo i resti nel 1910, Moodie li considerò simili o equivalenti all'Ankylosaurus.[5]

In ogni caso, dopo l'iniziale interesse di Williston i fossili caddero nel dimenticatoio; nel 1978 Walter Coombs pose Stegopelta in sinonimia con l'altrettanto enigmatico Nodosaurus nella sua ridescrizione degli Anchilosauri.[6] Fu solo nel 1998 che un nuovo studio di Ken Carpenter e James Kirkland permise di riconoscere che Stegopelta possedeva caratteristiche uniche nelle vertebre e nell'armatura.[3] Successivamente, nel 2000, Tracy Ford ritenne opportuno assegnare questo dinosauro a una propria sottofamiglia, Stegopeltinae, all'interno della famiglia degli anchilosauridi.[7] Molti paleontologi, in ogni caso, preferiscono considerare Stegopelta un anchilosauro dalle incerte affinità, anche se ritengono che sia un genere a sé stante.[2][8] Analogie sono state proposte con il nodosauro Texasetes (per la forma delle vertebre cervicali) e con la primitiva sottofamiglia Shamosaurinae. Un altro presunto stegopeltino è Glyptodontopelta.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Stegopelta landerensis, in Fossilworks. URL consultato il 20 agosto 2014 (archiviato dall'url originale il 21 agosto 2014).
  2. ^ a b Vickaryous, M.K., Maryańska, T., and Weishampel, D.B. (2004). Ankylosauria. In: Weishampel, D.B., Dodson, P., and Osmólska, H. (eds.). The Dinosauria (second edition). University of California Press:Berkeley, 363-392. ISBN 0-520-24209-2
  3. ^ a b c Carpenter, K., and Kirkland, J.I. (1998). Review of Lower and middle Cretaceous ankylosaurs from North America. In: Lucas, S.G., Kirkland, J.I., and Estep, J.W. (eds.). Lower and Middle Cretaceous Terrestrial Ecosystems. New Mexico Museum of Natural History and Science Bulletin 14:249-270.
  4. ^ a b S.W. Williston, A new armored dinosaur from the Upper Cretaceous of Wyoming, in Science, vol. 22, n. 564, 1905, pp. 503–504, DOI:10.1126/science.22.564.503-a, PMID 17748142.
  5. ^ a b R.L. Moodie, An armored dinosaur from the Cretaceous of Wyoming, in Kansas University Science Bulletin, vol. 5, 1910, pp. 257–273.
  6. ^ Jr. Coombs, The families of the ornithischian dinosaur order Ankylosauria, in Palaeontology, vol. 21, n. 1, 1978, pp. 143–170.
  7. ^ Ford, T.L. (2000). A review of ankylosaur osteoderms from New Mexico and a preliminary review of ankylosaur armor. In: Lucas, S.G., and Heckert, A.B. (eds.). Dinosaurs of New Mexico. New Mexico Museum of Natural History and Science Bulletin 17:157-176.
  8. ^ Carpenter, K. (2001). Phylogenetic analysis of the Ankylosauria. In: Carpenter, K. (ed.). The Armored Dinosaurs. Indiana University Press:Bloomington, 455-483. ISBN 0-253-33964-2

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Williston, S.W. (1905). A new armored dinosaur from the Upper Cretaceous of Wyoming. Science 22:503-504.
  • Moodie, R.L. (1910). An armored dinosaur from the Cretaceous of Wyoming. Kansas University Science Bulletin 5:257-273.
  • Coombs, Jr., W.P. (1978). The families of the ornithischian dinosaur order Ankylosauria. Palaeontology 21(1):143-170.
  • Carpenter, K., and Kirkland, J.I. (1998). Review of Lower and middle Cretaceous ankylosaurs from North America. In: Lucas, S.G., Kirkland, J.I., and Estep, J.W. (eds.). Lower and Middle Cretaceous Terrestrial Ecosystems. New Mexico Museum of Natural History and Science Bulletin 14:249-270.
  • Ford, T.L. (2000). A review of ankylosaur osteoderms from New Mexico and a preliminary review of ankylosaur armor. In: Lucas, S.G., and Heckert, A.B. (eds.). Dinosaurs of New Mexico. New Mexico Museum of Natural History and Science Bulletin 17:157-176.
  • Vickaryous, M.K., Maryańska, T., and Weishampel, D.B. (2004). Ankylosauria. In: Weishampel, D.B., Dodson, P., and Osmólska, H. (eds.). The Dinosauria (second edition). University of California Press:Berkeley, 363-392.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]