Nkosi sikelel' iAfrika: differenze tra le versioni
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''Nkosi sikelel 'iAfrika'' fu composto nel 1897 come inno ecclesiastico nel 1897 da [[Enoch Sontonga]], insegnante in una scuola [[Metodismo|metodista]] missionaria e direttore di coro in un paese nei pressi di [[Johannesburg]]. |
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''Nkosi sikelel 'iAfrika'' fu composto nel 1897 come inno ecclesiastico nel 1897 da [[Enoch Sontonga]], insegnante in una scuola [[Metodismo|metodista]] missionaria e direttore di coro in un paese nei pressi di [[Johannesburg]]. Una leggenda diffusa in [[Internet]] sostiene la melodia si basi sull'inno ''Aberystwyth'' di [[Joseph Parry]], del 1879, pervenuto in Africa negli innari dei missionari gallesi.<ref name="hymn" /><ref>{{Cita web|url=https://blogs.sun.ac.za/iplaw/2012/06/18/an-anthem-to-ignorance-the-case-of-nkosi-sikelel-iafrika/|titolo=An Anthem To Ignorance – The Case of Nkosi Sikelel' iAfrika|editore=The Anton Mostert Chair of Intellectual Property [Stellenbosch University]|data=18 giugno 2012|accesso=4 marzo 2016|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160304042738/https://blogs.sun.ac.za/iplaw/2012/06/18/an-anthem-to-ignorance-the-case-of-nkosi-sikelel-iafrika/|dataarchivio=4 marzo 2016|urlmorto=bot: unknown}}</ref> La somiglianza tra i due brani è però molto vaga e la [[metrica]] incompatibile.<ref>{{Cita web|url=http://josephparry.org/booksarticlestalks.htm#Aberystwyth|titolo=Joseph Parry's "Aberystwyth"|autore=Bott, Frank|editore=josephparry.org|accesso=16 maggio 2016}}</ref><ref>{{cita web|titolo=How many national athems are plagiarised?|url=https://www.bbc.com/news/magazine-34052000|sito=BBC News|lingua=en|accesso=6 novembre 2022|data=25 agosto 2015}}</ref> |
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Le parole della prima strofa e del coro furono originariamente scritte nella [[lingua xhosa|propria lingua]] come un inno religioso. Nel 1927 furono aggiunte sette stanze [[Lingua xhosa|Xhosa]] aggiuntive<ref>{{Cita web|autore=Bennetta Jules-Rosette |url=http://etudesafricaines.revues.org/4631?lang=en |titolo=Nkosi Sikelel' iAfrika |doi=10.4000/etudesafricaines.4631 |editore=Etudesafricaines.revues.org |data= |accesso=27 maggio 2013}}</ref> dal poeta [[Samuel Mqhayi]]. Sontonga originariamente compose l'inno in [[Mi bemolle maggiore]] con un'armonia in quattro parti che supportava una melodia ripetitiva caratteristica di "entrambe le composizioni sia di inno occidentale che delle melodie sudafricane indigene".<ref>{{Cita libro|cognome=Redmond|nome=Shana L.|titolo=Anthem: Social Movements and the Sound of Solidarity in the African Diaspora|data=2014|editore=New York University Press|città=New York|isbn=978-1-243-64654-5|p=225}}</ref> |
Versione delle 08:52, 17 nov 2023
Nkosi sikelel' iAfrika | |||||
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inno nazionale sudafricano | |||||
Spartito di Nkosi Sikelel' iAfrika | |||||
Dati generali | |||||
Nazione | Sudafrica | ||||
Adozione | 1994 | ||||
Lingue | xhosa zulu sesotho | ||||
Adozione in altri paesi | |||||
Tanzania Zambia dal 1964 al 1973 Namibia dal 1990 al 1994 | |||||
Componimento poetico | |||||
Autore | Enoch Sontonga | ||||
Epoca | 1897 | ||||
Composizione musicale | |||||
Autore | Enoch Sontonga | ||||
Epoca | 1897 | ||||
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Audio | |||||
L'inno nazionale del Sudafrica eseguito alla Casa Bianca nell'ottobre 1994 (info file) |
Nkosi sikelel' iAfrika («Dio benedica l'Africa» in lingua xhosa) è un brano musicale del 1897 di Enoch Sontonga. È parte dell'inno nazionale del Sudafrica adottato nel 1997 e la sua melodia è fatta propria anche dagli inni nazionali della Tanzania (Mungu ibariki Afrika) e dello Zambia (Stand and Sing of Zambia, Proud and Free); in passato anche dello Zimbabwe (Ishe komborera Africa) e della Namibia.[2]
Storia
Nkosi sikelel 'iAfrika fu composto nel 1897 come inno ecclesiastico nel 1897 da Enoch Sontonga, insegnante in una scuola metodista missionaria e direttore di coro in un paese nei pressi di Johannesburg.
Le parole della prima strofa e del coro furono originariamente scritte nella propria lingua come un inno religioso. Nel 1927 furono aggiunte sette stanze Xhosa aggiuntive[3] dal poeta Samuel Mqhayi. Sontonga originariamente compose l'inno in Mi bemolle maggiore con un'armonia in quattro parti che supportava una melodia ripetitiva caratteristica di "entrambe le composizioni sia di inno occidentale che delle melodie sudafricane indigene".[4]
Negli anni venti il brano divenne un popolare canto di lotta contro l'apartheid, e nel 1925 venne scelto come inno ufficiale del partito di Nelson Mandela, l'African National Congress (ANC). La prima registrazione dell'inno venne nel 1923 a Londra da Sol Plaatje, uno dei più celebri scrittori sudafricani dell'epoca e membro fondatore dell'ANC. Nel 1942 Moses Mphahlele ne pubblicò una versione in lingua sotho. Fra i gruppi musicali che contribuirono a rendere celebre il brano un ruolo importante ebbe l'Ohlange Zulu Choir del reverendo John L. Dube.
Nel 1995, dopo la fine dell'apartheid e l'ascesa al governo dell'ANC, Nkosi sikelel' iAfrica divenne uno dei due inni nazionali del Sudafrica; Mandela scelse di mantenere anche il precedente inno in afrikaans Die Stem van Suid-Afrika come segno di distensione nei conflitti etnici del paese. Sempre Mandela, nel 1997, chiese che i due brani fossero uniti, a formare l'odierno inno nazionale del paese.
Interpretazioni celebri
L'importanza simbolica di questo brano ha fatto sì che moltissimi artisti sia africani che di altri paesi volessero proporne una propria interpretazione. Fra le più celebri c'è certamente quella di Paul Simon insieme a Miriam Makeba e ai Ladysmith Black Mambazo nel tour di Graceland, pubblicata tra l'altro nel DVD musicale Graceland: The African Concert. Il popolare gruppo kwaito sudafricano Boom Shaka ne ha inciso una versione hip hop. Altre interpretazioni includono quella di Hugh Masekela nell'album Homecoming Concert, quella del cantante belga Helmut Lotti nell'album Out of Africa, e quella del gruppo musicale Mahotella Queens. Oliver Mtukudzi ha inciso la versione in shona che era l'inno dello Zimbabwe.
Partitura musicale
Note
- ^ Welcome to the website for the world famous and award-winning... Côr Meibion Llanelli (Coro Maschile Llanelli), su llanellimalechoir.co.uk. URL consultato il 24 maggio 2019.
- ^ Morgan, Sion, The Welsh hymn and the extraordinary history of Africa's favourite anthem, Wales Online, 26 marzo 2013. URL consultato il 13 maggio 2016.
- ^ Bennetta Jules-Rosette, Nkosi Sikelel' iAfrika, su etudesafricaines.revues.org, DOI:10.4000/etudesafricaines.4631. URL consultato il 27 maggio 2013.
- ^ Shana L. Redmond, Anthem: Social Movements and the Sound of Solidarity in the African Diaspora, New York, New York University Press, 2014, p. 225, ISBN 978-1-243-64654-5.
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Nkosi sikelel' iAfrika
Collegamenti esterni
- (EN) Nkosi sikelel' iAfrika, su MusicBrainz, MetaBrainz Foundation.