Biagio di Sebaste: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: i simboli corretti degli ordinali sono º e ª e modifiche minori
Sezione Tradizioni in Italia eliminata, localismo con eventi di rilevanza più turistica che enciclopedica
Riga 144: Riga 144:


In Albania, a Durazzo nel monastero di san Biagio (alb: shen Avlash) durante la prima metà del XX secolo secondo migliaia di testimoni vi sarebbe avvenuto il miracolo di una roccia dalla quale sgorgava olio con effetti curativi per i credenti. Tale monastero è tuttora meta di pellegrinaggio da parte di numerosi fedeli albanesi sia musulmani che cristiani. In Campania è usanza fare l'unzione della gola, e c'è un detto dialettale antico che dice: San Bias, vierno mo tras. (A San Biagio inizia l'inverno).
In Albania, a Durazzo nel monastero di san Biagio (alb: shen Avlash) durante la prima metà del XX secolo secondo migliaia di testimoni vi sarebbe avvenuto il miracolo di una roccia dalla quale sgorgava olio con effetti curativi per i credenti. Tale monastero è tuttora meta di pellegrinaggio da parte di numerosi fedeli albanesi sia musulmani che cristiani. In Campania è usanza fare l'unzione della gola, e c'è un detto dialettale antico che dice: San Bias, vierno mo tras. (A San Biagio inizia l'inverno).

=== Tradizioni in Italia ===
{{E|Raccolta di tradizioni con poca o nessuna rilevanza enciclopedica, con frequenti ripetizioni e ottica geografica limitata all'Italia|cattolicesimo|marzo 2019}}
[[File:Spadonaro di Venaus scorta la statua del patrono San Biagio durante la processione.jpg|thumb|right|[[Spadonari|Spadonaro]] di [[Venaus]] scorta la statua del patrono San Biagio durante la processione.]]
* In molti luoghi, a motivo del miracolo del salvataggio di un bambino che stava soffocando dopo aver ingerito una lisca di pesce, il [[3 febbraio]], giorno di san Biagio, è tradizione compiere una benedizione della [[Gola (anatomia)|gola]] con le [[Candela (illuminazione)|candele]] benedette<ref>[https://www.vaticano.com/san-bias-el-benediss-la-gola-e-el-nas/ Vaticano.com. San Bias el benediss la gola e el nas.]</ref> il giorno precedente, festa della [[Candelora|Presentazione di Gesù al tempio]].
* A [[Bovolone]] si celebra da molti secoli la benedizione della gola nel Duomo cittadino e nei giorni a ridosso del 3 febbraio (5ª domenica dell'anno) si svolge una Fiera dedicata a S. Biagio che si tramanda dal 1278.
* A Figlino di Tramonti, in provincia di Salerno, si venera il Gran Martire San Biagio. Il 3 febbraio è consuetudine fare la Santa Messa Solenne con la benedizione del pane, la benedizione della gola e una fiaccolata con la venerata statua del Santo. Nei giorni del triduo si recita il rosario tradizionale della piccola borgata del Comune di Tramonti.
* A [[Cento]] (FE) il 3 febbraio è tradizione che i fedeli si rechino nella basilica minore collegiata a baciare ed accostare al collo il cordone benedetto di San Biagio per la protezione della gola. In questo periodo si mangiano il torrone e gli "anseri", particolari castagne essiccate.<ref>{{Cita web|url=https://taccuinocentese.it/in-mattinata-celebrato-san-biagio-patrono-di-cento/ |titolo=IN MATTINATA CELEBRATO SAN BIAGIO PATRONO DI CENTO! |autore= |sito=taccuinocentese.it |data= |lingua= |accesso=12 febbraio 2023}}</ref>
* A [[San Biagio Platani]] vengono preparati e successivamente benedetti in chiesa dei dolcetti chiamati: “Cuddrureddri” tradizionalmente a forma di: Pastorale, pettine per la lana(usato per il martirio) “cacocciula”(carciofo/cardo-rappresentazione del mal di gola) e altre forme. I dolcetti vengono poi condivisi e mangiati pregando l’intercessione del santo. Durante la Messa viene benedetta la gola dei fedeli con la formula: “Per intercessione di San Biagio Vescovo e Martire il signore ti liberi dai mali della gola e da ogni altro male”. Segue la precessione del simulacro per le vie del paese
* A [[Comiso]] all'uscita del simulacro viene eseguito l'"Inno a San Biagio"<ref>https://www.youtube.com/watch?v=HDhNK1ZIlh8 "Inno a San Biagio"</ref>
* A [[Venaus]] in [[Val di Susa]], [[Piemonte]], secondo un antico rituale gli [[Spadonari]] scortano la statua del santo in processione e ballano una danza tradizionale sulla piazza della Chiesa.
* Nella città di [[Milano]], dove il culto di san Biagio è molto vivo, è tradizione mangiare insieme in famiglia ciò che è rimasto del [[panettone]] raffermo natalizio, appositamente conservato, come gesto propiziatorio contro i mali della gola e raffreddori, secondo il detto [[dialetto milanese|milanese]] "''San Bias el benediss la gola e el nas''"<ref>Vedi pag 28 in Fabiano Guatteri, ''La Cucina Milanese'' Hoepli Ed., 2004</ref>. In questo giorno i negozianti per smaltire l'invenduto vendono a poco prezzo i cosiddetti ''panettoni di san Biagio'', gli ultimi rimasti dal periodo [[Natale|natalizio]].
* A [[Lanzara]], in [[Campania]], è consuetudine mangiare la famosa "Polpetta di san Biagio", e, per tener viva questa tradizione, nel periodo della festa viene fatta la "Sagra della Polpetta", tra le più longeve dell'[[Agro Nocerino Sarnese]].
* A [[Pedara]], in [[Sicilia]] si festeggia con il solenne triduo e giorno 2 nella chiesetta costruita dagli antichi abitanti del (quartiere san Biagio o custera) dove avviene la svelata del santo con lo sparo di 21 colpi di cannone a salve, successivamente il simulacro viene fatto uscire dal sagrato della chiesa con il tradizionale spettacolo pirotecnico offerto dal popolo pedarese, benedizione del paese e del quartiere con la reliquia, giorno 3 messe solenni con la distribuzione dei cucciddati di San Biagio con il simulacro esposto nell'altare maggiore fino a giorno 28 quando il simulacro del santo viene chiuso nella sua cappella.
* A [[Cannara]], in [[Umbria]], si festeggia il 3 febbraio con lo svolgimento di giochi popolari di abilità. Sin dal giorno prima è usanza far rotolare, quanto più a lungo possibile, forme di [[formaggio]] per le vie del centro storico secondo una tradizione già attestata nel XVI secolo col nome di ''[[Ruzzola|Ruzzolone]]''. Altri giochi consistono nella corsa con i sacchi o nel rompere con un bastone, e bendati, delle brocche appese fra le case che si affacciano in piazza Garibaldi (già del Grano) dove si svolgono la maggior parte delle altre prove. Molto seguito è anche il "gioco degli spaghetti" che premia colui che riesce a finire per primo il piatto di pasta con le mani legate dietro la schiena. Momento solenne è quello della processione religiosa con la statua lignea del Santo, accompagnata dai fedeli e dalle note della banda musicale cittadina.
* A [[Cavriana]], in [[Provincia di Mantova]], il patrono San Biagio viene festeggiato anche con l'antica [[torta di San Biagio|torta]], che da esso ha preso il nome.<ref>[https://www.italiaatavola.net/articolo.aspx?id=35796 A Mantova i prodotti De.Co. salgono a 16. Tipicità e tradizione garantiti dal marchio.]</ref><ref>[http://deco.mantova.it/2018/03/25/ceresara-2-2-2-2-2-2-2-2/ Prodotti. De.Co. della provincia di Mantova.]</ref>
* A valle del paese di [[Romallo]], in [[Trentino]], si trova un interessante eremo dedicato a S. Biagio. Il 3 di febbraio si celebra la messa e viene impartita la benedizione della gola.
* Il 3 febbraio si celebra la festa di San Biagio anche a [[Taranta Peligna]], in Abruzzo. In onore del Santo protettore dei lanaioli, con una cerimonia di grande fascino, vengono preparate le "Panicelle", pani a forma di mano che vengono distribuite fra le genti del Paese. Il legame tra Taranta Peligna e il culto di San Biagio è testimoniato anche dalla presenza dei lanifici che hanno dato lustro al paese per la lavorazione delle coperte abruzzesi chiamate "tarante".
* A [[Maratea]] si tengono due feste in onore del santo: una è quella del [[3 febbraio]], quando si tiene la benedizione della gola dei fedeli; la seconda, più fastosa, è [[Festa della traslazione delle reliquie di San Biagio|quella dell'anniversario della traslazione delle reliquie]], che si svolge a partire dal primo sabato fino alla seconda domenica di maggio, settimana in cui si svolgono ben quattro processioni del simulacro del santo.
* San Biagio si festeggia il 3 febbraio anche ad [[Acquaviva Collecroce]], in [[Molise]]. Durante la celebrazione liturgica si benedicono le gole dei fedeli. Anticamente con l'olio benedetto, ora mediante due candele incrociate. Per l'occorrenza si preparano le "Pandiçe" (pane di San Biagio) e dei dolci di forma circolare chiamati "Colaci". La Parrocchia conserva una pregevole tela del Cinquecento raffigurante il martirio di San Biagio; una reliquia donata al popolo verso la metà del Settecento e un'artistica statua in cartapesta del 1886 dello scultore sordomuto Gabriele Falcucci di Atessa.
* Si festeggia San Biagio anche a [[Cessalto]], in [[Veneto]]. Si racconta che il Santo salvò un bambino da morte sicura per aver ingoiato una lisca di pesce. Invocato il Santo, il bambino sputò la lisca di pesce e si salvò.
* Il 3 febbraio a [[Lettomanoppello]] si celebra la festa liturgica di San Biagio. Durante la celebrazione eucaristica il parroco, oltre a benedire la gola dei fedeli con due candele incrociate, benedice, come da secolare tradizione, i "tarallucci di San Biagio" che sono dei dolci a forma di piccola ciambella impastati con semini di anice. I tarallucci poi vengono riportati a casa e donati a parenti ed amici che dopo averli baciati ne mangiano per ingraziarsi la protezione di San Biagio, particolarmente a protezione della gola e dai mali di stagione A [[Caronia]] si celebra la festa di San Biagio con grande devozione e pietà. Il giorno della festa, per antica consuetudine si benedicono i "cudduri di San Brasi", pani e dolci a forma di ciambella di nocciole e mandorle fuse con il miele. Questi segni di devozione vengono benedetti dall'Arciprete durante la Santa Messa Solenne e poi sono donati ai malati e alle persone che ne fanno espressa richiesta in Parrocchia.
* Il 3 febbraio, a [[San Marco in Lamis]], la gente sin dal mattino subito affolla la chiesa per la benedizione del pane che verrà distribuito ai poveri. La sera dopo una Santa Messa solenne, vi è l'imposizione delle Candele alla gola, da parte del parroco.
* Nella parrocchia di Montefiore di [[Recanati]] il patrono San Biagio si festeggia la prima domenica di febbraio. Durante la celebrazione liturgica si benedicono le gole dei fedeli con due candele incrociate e viene benedetto il pane. Dopo la S.Messa principale delle 11,15 viene portata in processione per il paese la reliquia del santo.
* A [[Plaesano]], alla fine della processione, prima di rientrare in chiesa, vengono effettuati tre giri di corsa intorno alla chiesa con la statua del santo in spalla.
* A [[Orbetello]] il 3 febbraio si celebra la festa liturgica del santo, dove i pescatori della laguna donano il loro pesce. Il 12 maggio c'è la Traslazione, ovvero i pellegrini prelevano il teschio del Santo dalla Chiesa di Ansedonia e lo portano in processione lungo la laguna, fino alla parrocchia di Orbetello.
* A San Biagio, frazione di [[Garlasco]], dopo l'invocazione: "San Bias, la gula e al nas", si procede alla benedizione della gola e del naso nella chiesa parrocchiale a lui dedicata, e a pranzo si consumano i ravioli di magro con ripieno di grana e barlande(pianta erbacea della specie:''Bunias erucago''), seguiti dal tradizionale panettone di San Biagio.
* A [[Ruvo di Puglia]], dove San Biagio è anche Santo Patrono, il 3 febbraio si celebra la Messa di devozione nella Concattedrale di età romanica, dove è custodita la reliquia del Santo. Inoltre si Benedicono i "friciduzze" (taralli realizzati nelle forme di mano, bastone, piede e Mitra di San Biagio) e le "fettuccine di San Biagio", nastrini colorati che proteggono dal mal di gola.
* A [[Chiavari]] in [[Liguria]], San Biagio è contitolare della parrocchia di Bacezza. Ogni 3 febbraio nel [[Santuario della Madonna dell'Olivo|Santuario di Nostra Signora dell'Olivo]] si celebra l'Eucaristia con la benedizione del grano e la venerazione di una reliquia del Santo.
* Ad [[Alvito (Italia)|Alvito]] il 3 febbraio nella Cappella di San Biagio, costruita nel XVIII secolo, il parroco unge le gole dei fedeli con dell'olio benedetto per proteggerli dal mal di gola.
* A [[Vignanello]] il 3 febbraio, dopo la solenne messa, il parroco unge le gole dei fedeli con il [[Crisma]] per proteggerli dalle malattie della gola, inoltre nel primo fine settimana di agosto si svolgono i festeggiamenti in onore di san Biagio e della compatrona [[Giacinta Marescotti|Santa Giacinta]] con la processione, le rievocazioni e diversi concerti.
* A [[Scido]] in Calabria era usanza fare 3 giri intorno alla chiesa ognuno con il proprio animale, in onore e la protezione di san Biagio. Oggi viene venerato con la benedizione della gola e la benedizione dei panini di san Biagio.
* A [[Pescasseroli]] il 3 febbraio, festa di San Biagio è chiamata “la biagiola“, una festa antichissima! Nella chiesa parrocchiale SS. Pietro e Paolo, durante la celebrazione eucaristica si tiene la benedizione della gola, di zollette di zucchero, di dolciumi e caramelle, con folta partecipazione di giovani e fanciulli. Un tempo si benedivano solo zucchero e menta per riporli in casa durante tutto l’anno in caso di malanni di gola. È una cerimonia molto suggestiva e gioiosa.
* A Magenta (MI) il 3 febbraio di ogni anno, nel giorno di S. Biagio si rinnova la secolare e tradizionale Fiera, nata come festa del bestiame e delle macchine agricole e che negli anni si è sempre di più trasformata in una classica fiera di paese, molto più simile al mercato che ad una fiera. D'altra parte, nella tradizione popolare, San Biagio viene anche definito "mercante di neve", proprio per la tipicità della festa che cade in un periodo dove la neve ha spesso fatto la sua abbondante comparsa. Ai nostri giorni la fiera si svolge in prossimità della chiesetta dedicata al Santo e che si colloca all'estremità settentrionale del Convento delle madri Canossiane, custodi dello storico complesso, prezioso dal punto di vista architettonico ed artistico.
* A [[Galatina]] San Biagio viene festeggiato il 3 febbraio, dove nell'ex monastero olivetano a lui dedicato la popolazione di Galatina e dei paesi vicini si reca, fin dalle prime luci dell'alba nell'ex monastero, per ricevere dal sacerdote il rito della benedizione della "gola e da ogni altro male".
* Nel [[brescia]]no e in alcuni comuni al confine del [[mantova]]no la tradizione vuole che per San Biagio "si baci la prima persona che si incontra".<ref>[https://www.giornaledibrescia.it/brescia-e-hinterland/non-solo-salute-per-san-biagio-i-detti-tra-baci-e-luce-1.3336325 Non solo salute per San Biagio: i detti tra baci e luce.]</ref>
*A [[Torremaggiore]] San Biagio viene festeggiato il 3 febbraio, alla fine delle Sante Messe, dal 1835 (primo documento pervenuto, ma era usanza già in precedenza) vengono benedette le gole dei fedeli accorsi, regalati loro dei laccetti rossi da mettere al collo e all' uscita viene offerto un pezzo di panettone.

* Ad [[Angri]] San Biagio viene festeggiato il 2 febbraio nella [[Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli (Angri)|chiesa di Santa Maria di Costantinopoli]] Ogni [[2 febbraio]], giorno dedicato a San Biagio di Sebaste, protettore di tutti i ''mali della gola'' (si intendono le infezioni ma anche gli affogamenti e problemi relativi ad essa), i devoti del santo durante questo giorno si recano nella chiesa di Santa Maria di Costantinopoli per farsi ungere la gola dal [[sacerdote]] con l'[[Olio santo|olio santo benedetto]] e per mangiare dei piccoli panini benedetti anch'essi per l'occasione. In [[Campania]] è usanza antica fare l'unzione della gola durante la festa del [[santo]]. La gola dei fedeli viene unta con l'olio santo utilizzando una penna di gallina con la quale viene tracciato il segno di croce. Nella [[Agreste|simbologia agreste]], la gallina indica la morte e la resurrezione, elementi su cui si fonda la [[dottrina cristiana]]. La festa si conclude con il pittoresco ''ciuccio di fuoco'' (asino di fuoco), una sagoma di cartone o altro materiale raffigurante un asino posta su un carretto e adornata dai fuochi pirotecnici, dopodiché vengono sparati i botti. Una variante diversa rispetto a quella di altre città dove si venera il santo durante la sua ricorrenza dove, si consumano anche dolci e panettoni con la sua immagine.<ref>{{Cita web|url=http://www.santiebeati.it/dettaglio/25950|titolo=San Biagio Vescovo e martire

3 febbraio - Memoria Facoltativa|autore=Domenico Agasso|sito=Santi, beati e testimoni|editore=FAMIGLIA CRISTIANA|curatore=FAMIGLIA CRISTIANA|citazione=La consueta tradizione della preparazione da parte dei fedeli di preparare dei dolci e panettoni anche con l'immagine di san Biagio, durante la sua ricorrenza}}</ref>
* A [[San Biase]], in [[Molise]], il 2 e 3 febbraio si svolgono celebrazioni per la festa del santo che coinvolgono sia la sfera sacra che quella profana: la sera del 2 febbraio si susseguono partite di [[Morra]], che coinvolgono sia i paesani che gente che accorre da abitati nelle vicinanze, accompagnate dalla consumazione di vino, mentre il 3 febbraio si svolge la consegna delle pagnotte benedette da parte dei giovani del paese a tutte le case dei sanbiasesi, seguita poi dalla Santa Messa ed ''unzione della gola'' in onore di San Biagio.
* A [[San Benedetto del Tronto]], nelle [[Marche]], nel giorno di San Biagio si tiene la festa dei funai, istituita ufficialmente nel 2007 dall'amministrazione comunale, durante la quale si svolge la visita al "Sentiero dei funai". In questa occasione si introducono i visitatori al contesto storico, spiegando la grande rilevanza che l’industria e l’artigianato legati alla produzione di cordame rivestono per la società sambenedettese, tra storia, cultura e tradizioni che sono indissolubilmente legate ai funai, ai canapini e alle retare.<ref>{{Cita web|url=https://bum.comunesbt.it/2023/02/03/visita-studenti-festa-dei-funai/|titolo=Festa dei Funai, studenti in visita all’ultimo “sentiero dei funai”|autore=Ufficio Stampa del Comune di San Benedetto del Tronto|sito=Bollettino Ufficiale Municipale|editore=Comune di San Benedetto del Tronto|curatore=Ufficio Stampa|citazione=La visita al “Sentiero dei funai” è stata condotta dal responsabile dell’Archivio Storico comunale, Giuseppe Merlini, che ha introdotto i visitatori al contesto storico, spiegando la grande rilevanza che l’industria e l’artigianato legati alla produzione di cordame rivestono per la società sambenedettese, tra storia, cultura e tradizioni che sono indissolubilmente legate ai funai, ai canapini e alle retare.}}</ref>


=== Patronati ===
=== Patronati ===

Versione delle 16:33, 14 apr 2023

Disambiguazione – "San Biagio" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi San Biagio (disambigua).
San Biagio
San Biagio di fronte a uno sconosciuto governatore romano: vetrata francese del XIII secolo.
 

Vescovo e martire

 
NascitaSebaste (Armenia Minore), III secolo
MorteSebaste (Armenia Minore), 3 febbraio 316
Venerato daTutte le Chiese che ammettono il culto dei santi
Ricorrenza3 febbraio
AttributiBastone pastorale, candela, palma del martirio, pettine per lana, bambino supplicante, maiale
Patrono dipastori, agricoltori, cardatori, fiatisti, materassai, laringoiatri, Bronte; invocato contro le malattie della gola e per protezione contro gli uragani.

Patrono di Ragusa (Croazia) e prima della Repubblica di Ragusa, conosciuta anche come "Repubblica di San Biagio". Patrono di Revello, San Biagio Platani, Maratea.

Biagio di Sebaste, noto come san Biagio (Sebaste, III secoloSebaste, 3 febbraio 316), è stato un vescovo e santo armeno, venerato come santo dalla Chiesa cattolica (vescovo e martire) e dalla Chiesa ortodossa.

San Biagio dipinto da Antonio del Castillo y Saavedra.

Biografia

Vissuto tra il III e il IV secolo a Sebaste in Armenia (Asia Minore), era medico e venne nominato vescovo della sua città. A causa della sua fede venne imprigionato dai Romani, durante il processo rifiutò di rinnegare la fede cristiana; per punizione fu straziato con i pettini di ferro, che si usano per cardare la lana.

San Biagio muore martire tre anni dopo la concessione della libertà di culto nell'Impero Romano (313), morendo decapitato. Una motivazione plausibile sul suo martirio può essere trovata nel dissidio tra Costantino I e Licinio, i due imperatori-cognati (314), che portò a persecuzioni locali, con distruzione di chiese, condanne ai lavori forzati per i cristiani e condanne a morte per i vescovi.

Pochissimo di certo sappiamo sulla vita del santo. Le poche storie sulla biografia dell'armeno sono state tramandate prima oralmente e poi raccolte in agiografie, come in quella famosa di Camillo Tutini, Narratione della vita e miracoli di S. Biagio Vescovo e Martire (Napoli, 1637).

Nel sinassario armeno, al giorno 10 febbraio, si legge un compendio della vita del santo:

«Nel tempo della persecuzione di Licinio, imperatore perfido, san Biagio fuggì, ed abitò nel monte Ardeni o Argias; e quando vi abitava il santo, tutte le bestie dei boschi venivano a lui ed erano mansuete con lui, egli le accarezzava; egli era di professione medico, ma con l'aiuto del Signore sanava tutte le infermità e degli uomini e delle bestie ma non con medicine, ma con il nome di Cristo. E se qualcuno inghiottiva un osso, o una spina, e questa si metteva di traverso nella gola di lui, il santo con la preghiera l'estraeva, e sin da adesso ciò opera; se alcuno inghiotte un osso, o spina, col solo ricordare il nome di S. Biagio subito guarisce dal dolore. Una povera donna aveva un porco, il quale fu rapito da un lupo; venne la donna dal Vescovo, e con pianto gli fece capire come il lupo aveva rapito il suo porco; allora il Santo minacciò il lupo, e questo rilasciò il porco. Fu da Agricolao accusato il Vescovo, il quale mandò soldati, che lo condussero avanti ad esso; il giudice gli fece molte interrogazioni, ed egli in tutta libertà confessò, che Cristo era Dio, e maledisse gli idoli, e i loro adoratori, e però subito fu messo in prigione. Sentì la vedova, che il Vescovo era stato messo in prigione, uccise il porco, cucinò la testa e i piedi d'esso, e li portò al Vescovo con altri cibi e legumi: mangiò il Santo, e benedisse la donna, e l'ammonì, che dopo la sua morte ciò facesse ogni anno nel giorno della sua commemorazione, e chi ciò facesse in memoria di lui sarebbe la sua casa ricolma d'ogni bene. E dopo alcuni giorni levarono il santo dalla carcere, e lo portarono davanti al giudice, e confessò la sua prima confessione, e chiamò gli idoli demoni, e gli adoratori degli idoli chiamò adoratori del demonio. Si sdegnò il giudice: legarono il Santo ad un legno, e cominciarono coi pettini di ferro a stracciargli la carne, e appresso lo deposero e portarono in carcere. Sette donne lo seguirono, le quali col sangue del Santo ungevano il loro cuore e volto: i custodi delle carceri presero le donne, e le portarono al giudice, e le sante donne confessarono, che Cristo era Dio; furono rilasciate; ma le donne non contente di ciò andarono dagli idoli, e sputarono esse in faccia, e racchiusi tutti in un sacco, e quello legato fu da esse gettato in un lago. Ciò fatto tornarono al giudice dicendogli: «Vedi la forza dei tuoi dei, se possono uscire dal profondo lago.» Comandò il giudice, che si preparasse il fuoco, e piombo liquefatto, spade, pettini di ferro, ed altri tormenti; a dall'altra parte fece porre tele di seta, ed altri ornamenti donneschi d'oro, d'argento e disse alle donne: «Scegliete quel che volete.» Le donne pure gettarono le tele nel fuoco, e sputarono sopra gli ornamenti. Si sdegnò il giudice, e comandò che si apprendessero, e con pettini di ferro fece dilacerare il corpo, e poi le gettarono nel fuoco, da cui uscirono illese, e dopo molti tormenti tagliarono ad esse la testa, e così consumarono il martirio. Ma il Santo Biagio lo gettarono nel fiume, ed il Santo si sedette sopra l'acqua quasi sopra un ponte. Entrarono nel fiume 79 soldati per estrarre il santo, e tutti s'affogarono, ed il Santo uscì senza danno: lo presero per tagliargli la testa; e quando arrivarono a quel luogo, orò lunga orazione e domandò a Dio, che se alcuno inghiotte osso, o spina, che gli si attraversi la gola, e senta dolore, e preghi Dio col nominar lui, subito sia libero dal pericolo. Allora calò sopra di lui una nuvola, e si sentì da quella una voce che diceva: «Saranno adempiute le tue domande, o carissimo Biagio: tu vieni, e riposa nella gloria incomprensibile che ti ho preparato per le tue fatiche.» Appresso tagliarono la testa al Vescovo Biagio nella città di Sebaste. Uno chiamato Alessio prese il corpo del Santo Biagio Vescovo, e lo ravvolse in sindone monda, e lo seppellì sotto il muro della città, dove si fanno molti miracoli a gloria del nostro Dio Gesù.»

La più antica citazione scritta sul santo è contenuta nei Medicinales di Aezio di Amida, vissuto nel VI secolo. Riguardo ai mali di gola, nella traduzione latina di Giano Corsaro dell'opera del medico greco, si legge:

(LA)

«Aliud. Ad eductionem eorum, quae in tonsillas devorata sunt. Statim te ad aegrum desidentem converte, ipsumque tibi attendere jube, ac dic: egredere os, si tamen os, aut festuca, aut quid quid tandem existit: quemadmodum Iesus Christus ex sepulchre Lazarum eduxit, o quemadmodum Jonam ex ceto. Atque adprehendo aegri gutture dic: Blasius martyr o servus Christi dicit, aut adscende, aut descende.»

(IT)

«Se la spina o l'osso non volesse uscire fuori, volgiti all'ammalato e digli «Esci fuori, osso, se pure sei osso, o checché sii: esci come Lazzaro alla voce di Cristo uscì dal sepolcro, e Giona dal ventre della balena.» Ovvero fatto sull'ammalato il segno della croce, puoi proferire le parole che Biagio martire e servo di Cristo usava dire in simili casi «O ascendi o discendi».»

Il culto

La sua memoria è celebrata il 3 febbraio.

Reliquie

Hans Memling
San Biagio, 1491
Lubecca, Sankt-Annen-Museum.

Il corpo di san Biagio fu sepolto nella cattedrale di Sebaste. Nel 732 una parte dei suoi resti mortali, deposti in un'urna di marmo, furono imbarcati, per esser portati a Roma. Una tempesta fermò la navigazione sulla costa di Maratea, dove i fedeli accolsero l'urna contenente le reliquie – il "sacro torace" e altre parti del corpo – e la conservarono nella Basilica di Maratea, sul monte San Biagio. La cappella con le reliquie fu poi posta sotto la tutela della Regia Curia dal re Filippo IV d'Asburgo, con lettera reale datata 23 dicembre 1629: da allora è nota popolarmente col nome di Regia Cappella.

Un gran numero di località vantano di possedere un frammento del corpo del santo. Ciò è dovuto, oltre all'antica usanza di sezionare i corpi dei santi e distribuirne le parti per soddisfare le richieste dei fedeli, alla pratica della simonia, una delle cui forme consisteva nel vendere reliquie false, o reliquie di santi omonimi ma meno conosciuti.[1]

A Bronte, nella Chiesa della Santissima Trinità detta Chiesa Madre, si conserva il reliquiario donato da don Alfredo Longhitano contenente una falange.

A San Biagio Platani è conservato un frammento d'un osso del martire, patrono del paese. Viene festeggiato il 3 febbraio, e vengono preparati dei dolcetti in onore del Santo di varie forme chiamati: “Cuddrureddri”

A Casal di Principe si festeggia il 3 febbraio con la venerazione e l'apertura di un santuario a lui dedicato, dove è conservata la reliquia di un ossicino della mano del santo.

A Carosino è custodita una delle reliquie: un pezzo della lingua, conservato in un'ampolla incastonata in una croce d'oro massiccio.

A Galatina, nel museo della Basilica di Santa Caterina d'Alessandria è custodita la reliquia di una costola del santo incastonata in un bellissimo reliquiario d'oro.

Ad Avetrana è custodito in un ostensorio d'argento e d'oro un frammento della gola di san Biagio, sul quale si legge l'iscrizione "GUTTURRE SANCTI BLASI" ("la gola di san Biagio", in latino-barbara).

A Caramagna Piemonte è custodita dall'anno 1000 una sua reliquia (un pezzo del cranio), conservata in un busto argenteo; si ha notizia della sua presenza già dall'atto di fondazione dell'antica abbazia di Santa Maria di Caramagna, datato 1028.

Nella parrocchia di San Biagio di Montefiore, frazione del comune di Recanati, si conserva, in un reliquiario a forma di braccio benedicente con palma del martirio, un osso intero dell'avambraccio.

Nel santuario di Cardito è conservato un ossicino del braccio.

A Palomonte, nella chiesa madre della Santa Croce si conserva un'altra reliquia del santo.

A Mugnano di Napoli, nella chiesa di San Biagio, si conserva una reliquia del santo.

A Penne, è invece venerato il cranio del santo. Sempre in Abruzzo, nel duomo di San Flaviano a Giulianova, è conservato il braccio di san Biagio, racchiuso in un raffinato reliquiario d'argento, in forma di braccio con mano benedicente e recante una palma, datato 1394 e firmato da Bartolomeo di ser Paolo da Teramo.

Nella parrocchia di Lanzara, frazione del comune di Castel San Giorgio, sono conservati due piccoli ossi d'una mano.

A San Simone, frazione di Sannicola in provincia di Lecce, nella chiesa parrocchiale di San Biagio si conserva, in un pregevole reliquiario di stile ambrosiano, una reliquia (frammento ex-corpori) con autentica vescovile del corpo del Santo. Il santo viene festeggiato oltre alla data liturgica del 3 febbraio anche nell'ultima settimana di luglio durante la quale si commemora un suo speciale intervento nei primi del '900, l'ultimo giorno della festa estiva solitamente coincidente con il sabato, per antica tradizione ai fedeli presenti la liturgia viene permesso il "bacio" del reliquiario contenente la reliquia del santo protettore.

Nella concattedrale di Ruvo di Puglia si venera un frammento del braccio di questo santo, racchiuso in un reliquiario a forma di braccio benedicente.

Nella Cattedrale dell'Assunzione di Maria nella città dalmata di Ragusa, si conserva il cranio del santo in un ricco reliquiario a forma di corona bizantina.

A Ostuni è conservato un frammento d'un osso del martire.

A San Piero Patti è custodito, in una teca d'argento nella chiesa di Santa Maria Assunta, un molare di san Biagio.

A Mercato Vecchio di Montebelluna, nella chiesa di San Biagio è custodito un pezzo di veste.

Ad Acquaviva Collecroce, nella parrocchia di Santa Maria Ester si conserva una reliquia del santo donata alla comunità verso la metà del Settecento.

A Napoli, nella Sala del Tesoro della basilica di San Domenico Maggiore, si conserva, in un reliquiario a forma di braccio, un frammento d'un dito del martire.

A Siena, il Santo è titolare della Cappella del Palazzo Arcivescovile, che ogni anno apre al pubblico il 3 febbraio, per ricevere la benedizione alla gola con la reliquia.

Ad Avellino, nella chiesina dell'Arciconfraternita dell'Immacolata (adiacente alla Cattedrale di Avellino), è conservato un frammento osseo della mano del santo.

A Serino, in provincia di Avellino, nella Parrocchia di Santissima Annunziata e Santissimo Corpo di Cristo di San Biagio è conservato un piccolo frammento di ossa

A Eboli, in provincia di Salerno, nella chiesa di San Nicola si conservano un dito e altre reliquie di san Biagio.

Ad Asti, presso la chiesa di Santa Maria Nuova, nell'altar maggiore si conservano un dente e alcuni altri resti.[2]

A Brescia, nel tesoro della chiesa di San Lorenzo, si conserva il reliquiario di san Biagio, con alcuni denti e un osso ritenuti del santo[3].

A Pavia, nella chiesa di San Giovanni Domnarum, la tradizione locale vuole che la regina longobarda Gundeperga, figlia di Teodolinda, a metà del sec. VII, custodisse nella cripta il corpo di San Biagio, con quelli dei due fanciulli con lui Coronati Martiri.

A Caronia si venerano una falange del dito mignolo e un frammento del braccio, che sono conservati in due preziosi reliquiari.

A Orbetello era conservato il teschio del santo, rubato nel 2009 e non più trovato.

A Rubiera all'interno di un reliquiario a forma di braccio benedicente è conservato un frammento di avambraccio del Santo.

A Sant'Ambrogio sul Garigliano si trova un frammento di osso del ginocchio di san Biagio.

A Santa Maria Capua Vetere si trova conservata una reliquia del santo.

A Magenta, nella chiesa voluta dall'abate Mazenta, sono conservate reliquie del Santo.

A Torremaggiore, nella Cappella Gentilizia di Sant' Anna, dono del Principe Raimondo De Sangro, v'è la statua del 1846 e un frammento osseo di San Biagio.

Leggende

Reliquiario di san Biagio, inizio XVI secolo
chiesa di San Lorenzo, Brescia.

A san Biagio sono stati attribuiti diversi miracoli, tra cui il salvataggio di un bambino che stava soffocando dopo aver ingerito una lisca di pesce.

Nella Basilica di San Biagio a Maratea, alla destra della Regia Cappella dedicata al santo, vi è la palla di ferro sparata dai cannoni francesi durante l'assedio del dicembre 1806; su questa palla di ferro, inesplosa, sono ben visibili delle impronte che, secondo la tradizione, sarebbero le dita della mano destra di san Biagio.

Relativamente alla sola esperienza della cittadina di Fiuggi, si narra che nel 1298 fece apparire delle finte fiamme sul paese, proprio mentre questo stava per essere messo sotto assedio dalle truppe papali. La cittadina, che all'epoca si chiamava Anticoli di Campagna, era feudo dei Colonna che a loro volta erano in guerra con la nobile famiglia romana dei Cajetani. L'intenzione dei Cajetani era quella di attaccare il paese da due lati: dal basso scendendo dal castello di Monte Porciano e dall'alto, alle spalle di Fiuggi dalla parte di Torre Cajetani; in virtù di tale piano divisero le proprie forze. San Biagio avrebbe fatto apparire delle finte fiamme che indussero le truppe nemiche, che oramai si accingevano all'attacco, a pensare di essere state precedute dalle forze alleate. Di conseguenza mossero oltre, ritornando ai loro alloggiamenti. I fedeli il giorno successivo lo elessero patrono della città.
A ricordo di ciò persiste tuttora l'antica tradizione paesana di bruciare grandi cataste di legna di forma piramidale, denominate stuzze, a ricordo dell'"apparizione". Tale manifestazione avviene la sera del 2 febbraio di ogni anno nella piazza più alta del paese (p.za Trento e Trieste), dinnanzi al Municipio.

A Salemi in provincia di Trapani, san Biagio è compatrono assieme a san Nicola della città dal 1542. Si narra che in quell'anno, sotto il regno di Carlo V, la città di Salemi e le campagne circostanti, venissero invase dalle cavallette che ne distrussero i raccolti procurando, così, fame e carestia; allora i salemitani pregarono san Biagio, protettore delle messi e dei cereali, di liberarli da tale flagello ed il santo esaudì queste loro preghiere. Da allora i salemitani, in ricordo di questo evento, nella ricorrenza della festa del santo, ogni anno il 3 febbraio, preparano dei pani in miniatura: i "cavadduzzi", cioè le cavallette e i "cuddureddi", (impastando farina e acqua) questi ultimi rappresentano la gola di cui san Biagio è protettore. La chiesetta dedicata al santo si trova nel quartiere del Rabbato. Il 3 febbraio "cuddureddi" e "cavadduzzi" vengono benedetti e distribuiti ai fedeli che accorrono da ogni parte della città per pregare il santo e per farsi benedire la gola dal sacerdote con le candele accese ed incrociate. Dal 2008 viene fatta una rievocazione storica del miracolo delle cavallette, che vede dame, nobili e cavalieri, clero e popolani in costume medievale, uscire dal castello, percorrere tutto il centro storico ed arrivare alla chiesa del santo per deporre i doni e benedire le gole. Manifestazione a cui partecipano tutte le associazioni cittadine e le scuole.

In Albania, a Durazzo nel monastero di san Biagio (alb: shen Avlash) durante la prima metà del XX secolo secondo migliaia di testimoni vi sarebbe avvenuto il miracolo di una roccia dalla quale sgorgava olio con effetti curativi per i credenti. Tale monastero è tuttora meta di pellegrinaggio da parte di numerosi fedeli albanesi sia musulmani che cristiani. In Campania è usanza fare l'unzione della gola, e c'è un detto dialettale antico che dice: San Bias, vierno mo tras. (A San Biagio inizia l'inverno).

Patronati

I fedeli si rivolgono a san Biagio nella sua qualità di medico, anche per la cura dei mali fisici e in particolare per la guarigione dalle malattie della gola: è considerato uno dei quattordici santi ausiliatori. Durante la sua celebrazione liturgica, in molte chiese i sacerdoti benedicono le gole dei fedeli accostando ad esse due candele; per questo è anche patrono degli specialisti otorinolaringoiatri. È anche protettore dei cardatori di lana, degli animali e delle attività agricole. In mancanza di un santo patrono a loro dedicato, a cavallo tra il 2013 e il 2014 alcune équipe d'animazione l'hanno eletto a protettore, indicandolo come patrono degli animatori.

San Biagio è il santo patrono delle diocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela, Cassano all'Jonio e di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi.

Inoltre è patrono di moltissime località estere (Dignano d'Istria, Ragusa di Dalmazia) e italiane, tra le quali i seguenti comuni :

Riconoscimenti e intitolazioni

A suo nome sono state dedicate ed intitolate molte strutture.

Istituzioni, enti e società che portano il suo nome

Note

  1. ^ Placido Mario Tropeano, San Biagio nella storia dell'arte, conferenza tenuta in Maratea il 3 febbraio 1982.
  2. ^ Robino, p. 209-210.
  3. ^ Panteghini 1996, p. 204

Bibliografia

  • Ivo Panteghini, Il tesoro di San Lorenzo in AA.VV., La chiesa prepositurale di San Lorenzo in Brescia, Brescia 1996
  • Stefano Robino, Rievocazioni ed attualità di Santa Maria Nuova in Asti, Tipografia Moderna, Asti 1935
  • Cernicchiaro Josè, Polisciano Tina, San Biagio a Maratea : Vescovo e Martire di Sebaste, patrono e protettore della città di Maratea, Maratea, Zaccara, 2010.

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN88762504 · ISNI (EN0000 0001 1816 2540 · BAV 495/273941 · CERL cnp00556612 · LCCN (ENn86062161 · GND (DE119471345