Monastero di Santa Caterina (Cefalù)

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L'ex monastero di Santa Caterina è l'edificio che ospita il palazzo municipale di Cefalù. L'edificio è annesso alla chiesa sconsacrata di santa Caterina d'Alessandria.

Il Palazzo di Città

L'ex monastero femminile benedettino occupa un'area di 2.500 m2 di fronte al duomo. Dell'originaria costruzione del XII-XIII secolo restano il portale dell'ingresso principale, ad arco acuto in conci di pietra squadrata, un prospetto di una piccola finestra squadrata e i resti di quella che poteva essere una bifora. Il monastero accoglieva monache dalla famiglie nobili della città e nel Settecento venne modificato in modo da assumere le caratteristiche dei palazzi nobiliari del tempo. Con l'abolizione degli ordini religiosi nel 1866 divenne proprietà statale e fu adibito a distretto militare: per le nuove esigenze vi fu innalzata una torre quadrangolare addossata al muro di cinta. Dagli anni cinquanta vi ha sede il "Palazzo di Città".

Il chiostro di pianta rettangolare era di raccordo a tutti gli ambienti del complesso monastico (chiesa, ambienti per la vita comunitaria, officine, cellerie). L'ex chiesa utilizzata per mostre e convegni, presenta una pianta ottagonale, opera dell'architetto Giovanni Biagio Amico (1684-1754).[1] Resta ben poco del decoro barocco e neoclassico.

  1. ^ Pagina 151, Giovanni Biagio Amico, "L'Architetto Pratico" [1], II° volume, Palermo, Stamperia Angelo Felicella, 1750.